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Visualizzazione dei post da marzo, 2018
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Paradox (2018): rassegna stampa internazionale

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[…] E’ un divertente, allucinato progetto fatto in casa, in parte film concerto, in parte una sconclusionata ma piacevole fantasticheria. Potete scavare nelle sue immagini pastorali e da pulp-western cercando dei messaggi, se volete, ma essenzialmente questa sessantina di minuti richiama la strofa d’apertura di “Speakin’ Out” in Tonight’s The Night: “Sono andato al cinema l’altra sera / La storia era forte, era incredibile”. […] E’ pura improvvisazione cinematografica, del tipo registriamo-e-vediamo-cosa-succede. Ambientato “molte lune fa, nel futuro”, Paradox segue un gruppo di cowboy lungo le colline mentre cercano reliquie del passato. Hanno dei nomi come Jail Time e Particle Kid; il loro leader ĆØ l’Uomo col Cappello Nero, Young, che vaga per le pianure suonando la chitarra e mantenendo gli altri in riga con uno sguardo serio da “non rompermi i coglioni” […]. Ma ĆØ la sequenza musicale che riesce a sollevare Paradox, e lo intendiamo letteralmente. “La musica aiuta i nostri spiriti ...

Da Paradox al glorioso futuro degli Archivi, passando per un romanzo: interviste a Neil Young

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Qual ĆØ stato il tuo momento preferito durante la lavorazione di Paradox? ƈ stato grandioso tutto quanto. Alcune delle scene che ho fatto sulla neve sono state divertenti. Non ero mai stato su una slitta trainata da cani. Mi ĆØ sembrato di riuscirci in modo molto naturale. Di punto in bianco sono su una slitta e i cani stanno correndo. Mi sono divertito molto e anche tutte le scene musicali sono eccezionali. Adoro la scena del fuoco da campo insieme ai ragazzi. Alcuni dei dialoghi sono molto divertenti. Ci sono battute tipo “L’amore ĆØ come una scoreggia: se ti sforzi, finisce in merda”. Le ha scritte tutte Darryl. La sceneggiatura ĆØ sua. Poi ĆØ andata in giro per negozi dell’usato e ha comprato tutti i costumi. Ha fatto tutto da sola. ƈ una regista straordinaria e professionale. Ha fatto tutto questo con 125 mila dollari. Voi ragazzi avreste potuto fare tutto quanto, ma forse ĆØ meglio di no. No, ĆØ quello che ĆØ. ƈ cosƬ che volevamo. Non avevamo illusioni. Non siamo Cecil B. DeMill...

The Oral History: Human Highway (film, 1978-82)

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Dennis Hopper: Quel film ĆØ stato l'unico investimento poco intelligente fatto da Neil. Andava avanti e avanti e avanti – era un anno che ci stavamo sopra, a Human Highway. Era praticamente una festa continua. [1] Young: Iniziava con questi tizi che ipnotizzavano una gallina. E la gallina in qualche modo aveva... aveva una visione. Sentiva che doveva andare verso un albero. E poi anche i tizi avevano questa visione, cosƬ mollavano tutto e partivano. […] Erano nello spazio e non avevano bisogno di tute. Potevano gironzolare liberamente... E c'era un barbiere all'interno di questo albero. La gente usciva da grossi buchi nell'albero […]. C'erano questi pianeti, uno dei quali acquatico, e da lƬ venne fuori la canzone “Lost In Space” - gli alberi sott'acqua, e questo tizio su una barca a remare e remare per raggiungerli. […] Avevo scritto molte storie di questi personaggi, tutte correlate. […] A cosa volevo arrivare con Human Highway? Volevo fare un film. La stori...

The Oral History: Rust Never Sleeps / Live Rust (1979)

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Neil Young: Iniziò tutto sul WN Ragland. Eravamo nelle Isole Vergini: Pegi, incinta di Ben, […] David Briggs […]. Presi un quaderno scolastico, di quelli con le righe. […] Sulla copertina c'era un leader politico, probabilmente un primo ministro. Improvvisamente mi venne un'idea per il nuovo tour con i Crazy Horse! Sarebbe stato il punto di vista di un ragazzo che fa un sogno. Con gli amplificatori enormi e il microfono gigantesco. Sarebbe stato come Pollicino al contrario. I roadies erano tutti come i Java di Guerre Stellari! Il direttore luci era uno stregone con la testa conica e alcuni scienziati in camice da laboratorio stavano al mixer. […] Ci disegnai delle tabelle con i titoli delle canzoni, gli effetti, le azioni, le luci, le code sonore; tutto scritto a mano su quel quaderno delle elementari, come se fosse la sequenza di un database. […] Quando arrivarono al Cow Palace di San Francisco per le prove, sentendosi dire cosa avremmo fatto e che avremmo avuto solo un paio...