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Visualizzazione dei post con l'etichetta Buffalo Springfield
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Buffalo Springfield - The Rolling Stone archives

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BUFFALO SPRINGFIELD AGAIN - 1967 I Buffalo Springfield ancora una volta hanno prodotto un album vocalmente e musicalmente interessante. Le canzoni di questo disco non sempre hanno le spiccate caratteristiche di quelle dell’esordio, ma sono ben fatte anche se quello che ovviamente manca a Buffalo Springfield Again ĆØ la coesione. La diversificazione ĆØ un pregio, ma qualche volta se ĆØ troppa diventa frammentarietĆ : l’album infatti suona come se ogni membro del gruppo stesse soddisfando le proprie necessitĆ  musicali, tanto che ognuno produce le proprie canzoni. Nell’insieme non c’ĆØ amalgama, solo una diversitĆ  prevedibile tra le composizioni. Richie Furay ha scritto qualche canzoncina appropriata per la propria voce (“Sad Memory”) e per quella del batterista Dewey Martin, che si produce in un affettato tentativo in stile Tamla-Motown con un tocco di Otis Redding. Neil Young, un chitarrista davvero capace e originale, dovrebbe essere fortemente lodato per “Mr. Soul”, un viscerale blue...

Seasons Of Change: Speciale Richie Furay

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di Salvatore Esposito da JAM Membro fondatore dei Buffalo Springfield e dei Poco, Richie Furay aveva volutamente fatto perdere le sue tracce privilegiando la vita religiosa al servizio della sua comunitĆ  religiosa. La pubblicazione di Heartbeat Of Love, il suo album di ritorno al mainstream, ha permesso di riscoprire uno dei padri del country rock degl’anni settanta. Nonostante fuori il vento impazzi e la neve stia scendendo copiosa su Rocky Mountains, Colorado, Richie Furay ci ha dedicato un po’ del suo tempo per parlare del suo nuovo disco Heartbeat Of Love e della sua carriera. La nostra chiacchierata parte proprio dalla sua lunga pausa dalle scene e da questo come back album: “Prendermi una pausa dal mainstream non era quello che volevo ma gli impegni con la mia chiesa hanno avuto la prioritĆ  nei successivi vent’anni da quando sono diventato pastore. Negl’ultimi dieci anni ho registrato solo musica “religiosa”, ma nulla per il grande mercato, tuttavia avevo composto con il mio c...

Bruce Palmer: The Cycle is Complete (1971)

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da "100 Album di Garage e Psichedelia" di Mucchio Selvaggio Non c'è nulla della psichedelia più ammiccante e populare in questo lp. Quello che qui muove Bruce Palmer, canadese e già con i Buffalo Springfield di cui è stato il bassista, è una profonda inquietudine esistenziale, un'attitudine poetica universalistica e una voglia di scardinare le imposizioni da forma-canzone che il pur brillantissimo gruppo di provenienza aveva viceversa ossequiato. Lungi dal tradire completamente le radici folk in The Cycle Is Complete il nostro decide di da ra alla sua ispirazione una forma, appunto, circolare, lambendo generi diversi (dal jazz al rock alla musica orientale, fino all'improvvisazione meno codificabile). Nell'avventura lo seguono, rivestendo ruoli tutt'altro che marginali, personaggi come Chester Crill e Paul Lagos, dai Kaleidoscope americani, specialisti negli intrecci che vanno dagli USA fino ai Balcani, e tutto scorre senza alcun tipo di limitazione. R...

Too soon gone... Bruce Palmer (1946-2004)

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di Salvatore Esposito e Stefano Frollano - 01/10/2004 Questa notte con immenso dispiacere abbiamo appreso la notizia della morte di Bruce Palmer, storico primo bassista dei Buffalo Springfield, stroncato venerdì da un attacco cardiaco. Di Bruce si è parlato sempre poco ma tutti sappiamo che fu membro effettivo dei Buffalo Springfield solo per il primo album, essendo poi uscito, nel 1968, dalla band poco prima del secondo album a causa di incompatibilità con Stills e per vari problemi di droga. Diversamente da Young, Palmer non dette mai suoi brani ai Buffalo Springfield, sebbene con le sue linee di basso fosse determinante per svelare il lato più rock della band il cui sound era quasi tutto incentrato - per volere di Stills - sul country-folk. A Bruce Stills deve la famosa accordatura di Suite Judy Blue Eyes e di tante altre sue canzoni. Torno` fugacemente in studio soltanto per incidere un disco da solo, The Cycle Is Complete (Verve, 1971 - Collector's Choice, 2003) (inserito ne...

Buffalo Springfield: Il country-rock della West Coast

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Nel 1966 il rock non si era ancora affermato. Dopo la rivoluzione rock n'roll, in America non ci si era ancora affrancati dal riflusso acustico-folk del Greenwich Village newyorkese guidato da Bob Dylan. In Inghilterra intanto si faceva rhythm and blues (Rolling Stones), facendolo passare per novitĆ . La British Invasion del '65 consistette nel dilagare in America di complessi inglesi che riproponevano essenzialmente le melodie dei vocal-group degli anni 40 e 50, dando vita a una sorta di "rock n'roll soft", che in realtĆ  era stato reso operativo in America diversi anni prima: il suo autore era stato infatti Buddy Holly e da questo si era trasmesso ai Beach Boys, che ne avevano ricavato la loro surf-music. Da questi ai Byrds il passo ĆØ breve, se vi si aggiunge la componente country tradizionalmente americana. I Byrds portarono il rock n'roll-soft e corale dei Beach Boys sulle tematiche e movenze esistenziali del country-blues americano: ossia misero una chi...

Che fine ha fatto Jim Messina?

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di Paolo Vites da JAM ( www.jamonline.it ) n.107 Settembre 2004 Uno dei tanti illustri desaparecidos del rock, Jim Messina? Beh, mica tanto. Se consultate il suo programma di concerti per questo 2004 vedrete che, seppur in piccoli club, il 57enne ex compagno di avventure di Kenny Loggins fa ancora la sua parte. Certo, molto più defilata di quanto accadeva negli anni 70. Come per Loggins (attenzione: dal punto di vista artistico, perché commercialmente Loggins ha continuato a vendere, almeno per tutti gli anni 80, milionate di copie di dischi), la fine del sodalizio ha inaugurato immediatamente un declino. È bastato il primo disco solista, Oasis, uscito nel 1979, per mostrare un musicista incapace di ripetere quanto fatto in precedenza. Non che Messina, anche con Kenny Loggins, fosse il compositore principale: sin dai tempi dei Buffalo Springfield, Jim è sempre stato un arrangiatore, un produttore e un discreto, tecnicamente parlando, accompagnatore musicale. I successivi Messina (198...

Le canzoni di Neil e soci tra le 100 per capire il Rock

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estratto dalla cover story a cura di Paolo Vites For What It’s Worth (Stills) Buffalo Springfield Dicembre 1966, reperibile nell’album Buffalo Springfield Non sono moltissime, ma alcune rock song sono state la voce perfetta di una generazione. Mentre a Los Angeles scoppiava la rivolta dei giovani contro l’imposizione delle autoritĆ  che volevano il coprifuoco sul Sunset Strip (dove c’erano tutti i locali trendy e i club dove si esibivano i gruppi rock emergenti) per via delle proteste dei ‘bravi cittadini’ disturbati da quel via vai continuo, Stills era a San Francisco a suonare con la sua band. Informato di quanto avveniva, tornò a casa al Topanga Canyon, in una serata mise giù una ‘canzoncina’ che si chiedeva che diavolo stesse succedendo, nel più puro stile della canzone di informazione folk. Musicalmente, For What It’s Worth contiene invece tutti gli elementi di una grande rock song, dal riff iniziale di chitarra all’esplosione del ritornello con quel classicissimo st...

Buffalo Springfield Box Set (2001) - Rassegna stampa

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Buffalo Springfield, 88 canzoni dal passato Box Set ĆØ il titolo della raccolta pubblicata ieri che riassume la carriera della band di Neil Young e Stephen Stills   A volte ritornano, a volte no. Non sappiamo se i Buffalo Springfield riprenderanno il viaggio bruscamente interrotto 33 anni fa. Ma le ultime notizie che arrivano dal pianeta West Coast sono sorprendenti. Innanzitutto c'ĆØ da qualche ora nei negozi un cofanetto di 4 CD, Box Set, che racconta tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere su uno dei gruppi seminali della storia del rock a stelle e strisce. E poi c'ĆØ un rincorrersi di notizie sulla presunta ricostruzione del gruppo. Richie Furay dal suo rifugio a Boulder, in Colorado, fa sapere che la decisione finale "spetta a Neil". Proprio lui, Young, ha dato il "la" a questo crogiuolo della memoria. Nel suo ultimo album in studio, Silver & Gold. lo abbiamo sentito cantare l'accorata Buffalo Springfi...

Buffalo Springfield Again (1967) - Rassegna stampa

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Fra i gruppi che più hanno sospinto i miei giovanili voli pindarici, sognando una Brianza californiana e ideali di vita in assoluta libertà e condivisione, i Buffalo Springfield tornano ancora spesso a turbare i miei ascolti rock, riportando nelle stanze della mia mente onde emozionali elevatissime, grinta e passione, ma anche tenerezza, creatività e visionarietà onirica. Soprattutto mi commuove pensare che, mentre Stills è ormai stato rimpiazzato dal più lucido figlioccio, il "vecchio Young" è ancora più che mai saldamente al suo posto in cima all'olimpo dei miei gusti musicali e della musica in generale. Certo i due amici in questione hanno condiviso gioie, dolori, fugaci sintonie artistico-affettive e lunghi glaciali silenzi, così come in questo stupendo disco hanno duellato in bravura di stile: visionario, spiazzante, eclettico il canadese, rigoroso, solido e virtuoso il texano. Apre il lavoro Neil con la celebre "Mr. Soul", rollingstoniana nel riff e a...