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Visualizzazione dei post con l'etichetta Hawks & Doves
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The Oral History: Hawks & Doves (1980)

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Elliot Roberts: Non potevo raccontare alla gente che Neil era impegnato nella terapia di Ben per diciotto ore al giorno, e questo ĆØ il motivo per cui lui non poteva portare avanti niente. Non potevo usarla come scusa, perchĆ© sarebbe venuta fuori la storia. Quello che non volevamo era la compassione. […] Ma la affrontarono con dignitĆ  e molto amore. [1] Young: Lungo tutta quell'era [gli anni 80] c'era sempre qualcosa di sbagliato. Sempre qualcosa tra me e quello che cercavo di dire. Uno scudo invisibile. [1] Dopo il successo di critica e pubblico di Rust Never Sleeps, ti imbarcasti in un altro lungo e inquietante viaggio controcorrente. Un viaggio iniziato con Hawks & Doves. Young: Be’, ĆØ quello che puoi chiamare un album di transizione per me. Ma non bisogna dire che non ci siano cose interessanti su quel disco. “Comin’ Apart At Every Nail” ĆØ buona e mi piace molto anche “Union Man”. Non ĆØ una grande cosa: solo un piccolo disco funky che rappresenta quello che ero e c...

Hawks & Doves / Reactor / Trans - The Rolling Stone archives

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HAWKS & DOVES – 1980 Agli inizi dell’anno io e un amico discutevamo se era vero o meno che i Clash avevano giĆ  fatto il Disco dell’Anno con London Calling. Dissi: “Forse Neil Young ci sorprenderĆ  di nuovo facendo ancora di meglio”. Il mio amico rispose: “Si, potrebbe. Ma dovrebbe fare un disco politico e non so se ĆØ possibile farlo proprio ora in questo paese”. Hawks & Doves può non essere il Disco dell’Anno (dura solo trenta minuti!), ma ĆØ un album politico sull’America e come la maggior parte dei dischi di Young non ĆØ quello che ci si aspettava, o meglio come al solito ĆØ diverso da ciò che stava facendo l’anno scorso. Nonostante alcune superstar degli anni sessanta hanno traghettato intatti verso i settanta, chi altro nel r ‘n’ r ĆØ cosƬ migliorato con l’avanzare dell’etĆ ? Chi altro ĆØ rimasto cosƬ vitale senza mai appiattirsi veramente? La cosa incredibile della recente forza di Young ĆØ il suo incrementato spessore. Lo stesso Comes A Time, elegante e molto ben curato (p...

Hawks & Doves - Gli articoli di Ciao 2001

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Profumo di West Coast, nonostante tutto. Young ĆØ uno dei pochi, si contano sulle dita delle mani, dei vecchi eroi del rock country dei primi Settanta ad aver resistito all’usura del tempo e delle mode: e questo Hawks & Doves, pur mantenendosi nelle linee risapute del sound californiano acustico-elettrico, lo conferma. Il canadese non inventa nulla di nuovo, questo no, ma quello che canta e suona ĆØ un delicato, brillante ripescaggio di atmosfere che oggi, nell’imperversare del nuovo hard rock e della new wave e nel riflusso canzonettaro, credevamo proprio di aver perso per sempre. Neil invece sopravvive anche al pericolo del mito ripetuto ed i dolcissimi gorgheggi, i delicati accordi delle chitarre western, il ritmo soffuso e pacato, non sembrano tenere il confronto con le accelerazioni speed dell’ultima ondata o con gli esotismi reggae, pur se il rischio esiste soprattutto nel lato 1 dell’album dove i climi malinconici e rarefatti risultano forse un po’ troppo datati (“Little wi...

Hawks & Doves - Rassegna Stampa

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Neil Young aveva intitolato la sua ultima fatica di studio Rust Never Sleeps, cioĆØ “la ruggine non dorme mai”. il suo nuovo album appare inciso con la stessa consapevole convinzione. Non bisogna mai fermarsi, farsi prendere dalla stanchezza, ma ci si deve continuamente rinnovare, pur rimanendo fedeli a sĆ© stessi e alle proprie convinzioni. CosƬ questo Hawks & Doves, che ha preso a girare sui nostri piatti nelle grigie giornate di un autunno inoltrato, ancora una volta propone uno Young diverso dall’ultimo ascoltato. E ciò oltre che segno della sua positiva irrequietezza ĆØ anche prova ulteriore della sua riaffermata genialitĆ . L’elemento di novitĆ  non ĆØ al solito, drammatico nĆ© rivoluzionario, tuttavia chiaro e netto. Il disco infatti ĆØ diviso in due parti, ma accanto a una di folk acustico – e fin qui ĆØ ricalcato lo schema di Rust Never Sleeps – ne pone un’altra di country elettrico che si stacca nettamente dai ritmi aspri e duri della seconda facciata dell’LP appena ricordato. ...

Neil Young: Hawks & Doves (Reprise, 1980)

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di Salvatore Esposito Dopo i trionfi di Rust Never Sleeps seguì un periodo molto difficile per Neil Young, in cui non compose nulla dato che vari problemi familiari gli impedirono anche di realizzare un progetto di un disco un disco più unitario figlio di un idea da lungo tempo meditata che avrebbe posto l'accento sulla politica reganiana conto la quale lo stesso Young aveva posizioni critiche. Per necessità di mercato e forse anche per la voglia di tornare alla ribalta alla svelta ricorse a composizioni rimaste inedite e ripescate nei suoi immensi archivi. Musicalmente e stilisticamente è questo è disco strano e disomogeneo ma non privo di un certo fascino. Sul lato A (su cd è più corretto dire prima parte) sono presenti brani acustici incisi tra il 1975 e il 1977 che riportano idealmente a Harvest ma anche al più vicino Comes A Time, ecco apparire così canzoni dimenticate in aria di capolavori che poste così slegate lasciano solamente l'amaro in bocca generando nell'asco...