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Floatin' in a stream: Neil Young e lo streaming, classifiche e dati di vendita

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Neil Young e lo streaming, un amore mai sbocciato. Le battaglie del canadese per sensibilizzare i fruitori di musica alla qualità dell’ascolto hanno fatto sì che, nel dicembre 2017, dopo la disastrosa esperienza Pono (un costoso lettore portatile di musica digitale ad alta risoluzione), Young lanciasse il suo neilyoungarchives.com, dove è possibile ascoltare tutta la sua sterminata discografia, dapprima gratis, successivamente con un abbonamento a costo contenuto, in un primo momento solo da computer, in attesa di essere disponibile anche su smartphone. Arrivati in ritardo sulle varie piattaforme di streaming rispetto a tanti colleghi, i dischi di Young vennero rimossi dal luglio 2015 al novembre 2016 in modo quasi totale: quasi, perché i dischi dell’era Geffen rimasero, e anche perché quelli Reprise furono poi resi disponibili all’ascolto almeno su Tidal . Storia più recente, la causa con Spotify per diritti d’autore mai pagati. Proprio Spotify però, ci viene in aiuto per capire

The Oral History: Songs For Judy (1976)

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Cameron Crowe : Io e Joel Bernstein ci incontrammo per la prima volta un mattino del marzo 1974. Era già un giorno di buon auspicio. Neil Young aveva accettato di unirsi agli Eagles per una serata di beneficienza al Cuesta College Auditorium a San Luis Obispo. Eravamo tutti insieme sul bus per risalire la costa. Neil era notoriamente riservato verso la stampa a quel tempo. C'è una foto di quel giorno scattata da Joel. Dietro di me,  Neil sta suonando una prima versione di "For The Turnstiles". (Più tardi, durante quello stesso viaggio in bus, oltrepassando alcune torri di trivellazione petrolifere, iniziò a scrivere una parte di "Vampire Blues".) Io cercavo semplicemente di far sembrare che appartenessi a quel mondo. Diventammo davvero amici quel giorno, Joel, il fotografo (e maestro tecnico delle chitarre) e io, il giornalista. La nostra estetica condivisa era rigorosa. Come fan, amavamo le cose grezze e autentiche. Per esempio, la demo era di solito la no

The Oral History: Hawks & Doves (1980)

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Elliot Roberts: Non potevo raccontare alla gente che Neil era impegnato nella terapia di Ben per diciotto ore al giorno, e questo è il motivo per cui lui non poteva portare avanti niente. Non potevo usarla come scusa, perché sarebbe venuta fuori la storia. Quello che non volevamo era la compassione. […] Ma la affrontarono con dignità e molto amore. [1] Young: Lungo tutta quell'era [gli anni 80] c'era sempre qualcosa di sbagliato. Sempre qualcosa tra me e quello che cercavo di dire. Uno scudo invisibile. [1] Dopo il successo di critica e pubblico di Rust Never Sleeps, ti imbarcasti in un altro lungo e inquietante viaggio controcorrente. Un viaggio iniziato con Hawks & Doves. Young: Be’, è quello che puoi chiamare un album di transizione per me. Ma non bisogna dire che non ci siano cose interessanti su quel disco. “Comin’ Apart At Every Nail” è buona e mi piace molto anche “Union Man”. Non è una grande cosa: solo un piccolo disco funky che rappresenta quello che ero e c