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Visualizzazione dei post da agosto, 2017
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The Oral History: Long May You Run (1976), Chrome Dreams, Hitchhiker (1976, inediti)

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Elliot Roberts: Stephen chiese a Neil di farlo e Neil disse sì. Lui adora Stephen. È il suo più vecchio amico… e ci pensa. In dieci anni, saresti felice di vedere chiunque conoscessi da così tanto tempo”. [2] Neil Young: Volevo avere pronto il disco. Io stavo andando avanti. Non volevo fermarmi ad aspettare che CSN registrassero dopo. Non avevo tempo. Noi avevamo fatto le tracce, perché servivano tre mesi per metterci le voci? Se facevamo così, era un disco di CSNY? Dovremmo fare un disco di CSNY e smantellarlo? Cazzo. […] Ovviamente il duo Stills-Young fu un completo fiasco. Ma io scelgo sempre le cose che difficilmente possono realizzarsi. Quando avvengono è fantastico, ma non succede sempre. Coi Crazy Horse succede. [1] T.Dowd/G.Giachetti: Erano due superstar che facevano parte della stessa squadra ma non giocavano la stessa partita. C'era molta astiosità sin dall'inizio. [1] Kevyn Lauritzen: Neil era frustrato sin dall'inizio [del tour]. Disse, “che cosa sta

The Oral History: Zuma (1975)

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Young: Mentre ero a Chicago [nel 1975, per il funerale della madre di Carrie Snodgrass] chiamai […] i Crazy Horse a Los Angeles per chiedere se potevano venire a suonare con me ai Chess Recording Studios, lo storico studio dove erano stati registrati tantissimi grandi dischi di blues. Avevo già suonato una volta con Poncho a casa di Billy Talbot […]. Poncho si era inserito molto bene e fummo in grado di improvvisare della roba molto figa. […] Quando arrivammo ai Chess Studios, scoprimmo che era ubicato al quinto piano di un vecchio palazzo in mattoni con un'aria antica. Ebbi la sensazione di trovarmi in un luogo sacro. […] In quella seduta registrammo “Changing Highways”. Fu una specie di esperimento con Poncho in studio. Andò bene. Suonavamo alla grande. […] Tornato a Los Angeles mi diedi alla vita di Malibu. […] Continuavo a scrivere e quando composi “Cortez The Killer” e “Hitchhiker” per registrarle chiamai il Cavallo. Decidemmo che la location ideale era la casa di [David