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Visualizzazione dei post da giugno, 2020
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Homegrown: recensioni internazionali

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Sette canzoni non sono mai state rilasciate prima d'ora, inclusa la sentita "Separate Ways" in apertura. Sopra la solida e minimale batteria di Levon Helm, il coro e Young danno il meglio di sé, tanto melodico quanto meditativo, tanto pensieroso quanto potente. [...] La sciolta "Vacancy" è l'ultima nuova canzone, un instant-classic (se si può definire "istantaneo" un brano rimasto nel cassetto per 46 anni). New Musical Express , voto ***** (su 5) Homegrown è un'aggiunta essenziale al catalogo di Young e la migliore delle sue numerose pubblicazioni d'archivio da quel Live at the Fillmore East (registrato nel 1970 e pubblicato 36 anni dopo) che è stato altrettanto essenziale. Variety , rece positiva Homegrown si afferma come un legittimo capitolo - forse persino richiesto - dell'eredità [di Young], l'ennesima audace affermazione di uno dei giganti della musica dell'ultima metà del secolo. Paste Magazine , voto 9

Neil Young: Homegrown (Reprise Records, 2020)

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1. Separate Ways 2. Try 3. Mexico 4. Love Is A Rose 5. Homegrown 6. Florida 7. Kansas 8. We Don't Smoke It No More 9. White Line 10. Vacancy 11. Little Wing 12. Star Of Bethlehem Prodotto da Neil Young & Elliot Mazer, Ben Keith, Tim Mulligan Che dire di un album entrato nella leggenda e rimasto nel cassetto (anzi, negli Archivi) per quasi mezzo secolo? Dopo averlo assemblato principalmente in alcune session tra il dicembre 1974 e il gennaio 1975, Neil lo accantonò in favore dell'uscita di Tonight's The Night (registrato nell'estate del 1973), e forse col senno di poi si può anche comprendere questa decisione (TTN è senz'altro più coeso e peculiare da un punto di vista artistico). Homegrown ha una natura di collage come molti dischi di quel periodo e si assesta interamente su binari musicali di pacata rilassatezza, ben rappresentata dalla copertina bucolica col contadinotto che si sbafa la pannocchia. La chitarra elettrica c'è, ma è tenu

Rassegna stampa d'epoca: Zuma / Long May You Run

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ZUMA – 1975 L'ultima uscita di Neil Young, Zuma, mostra i suoi diversi talenti come cantante e compositore fornendo un'affascinante retrospettiva della sua lunga e variegata carriera. La chiave del successo di Young è sempre stata la sua sorprendente versatilità. Young scrive con sensibilità, è un cantante creativo ed è un fenomenale chitarrista, e la combinazione di questi talenti gli ha dato una marcia in più rispetto a molti degli artisti della musica popolare. Queste qualità vengono dimostrate come non mai in questo nuovo album. Il dono che Young ha per la parola è stato raramente ai livelli che mostra Zuma. Senza dubbio alcuno, l'LP conferma la mia sensazione che lui sia un moderno poeta travestito da rock star – un artista creativo che ha mischiato poesia e musica per ottenere un ineguagliabile, contemporaneo veicolo per le sue idee. Solo Bob Dylan, Joni Mitchell o Jackson Browne hanno mostrato questo talento nel modo così intenso e provocante che Young adotta s