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Visualizzazione dei post con l'etichetta Year Of The Horse
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Ruggine Insonne: speciale Year Of The Horse

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PerchĆ© rimarcare dieci anni dall’uscita di un album live? Spesso i dischi registrati dal vivo sono puramente celebrativi, quando addirittura non tradiscono una creativitĆ  col fiato corto. ƈ raro che un live ci fornisca tante indicazioni su un artista. Ma per Neil Young non ĆØ cosƬ. I suoi album dal vivo sono emblematici, ricchi di segni e sintomi, più utili a cogliere indicazioni di rotta e precisazioni stilistiche di quanto non lo siano i dischi incisi in studio. Il live The Year Of The Horse (del 1997 – dieci anni ora) si apre con When You Dance I Can Really Love. Versione incendiaria. Nell’album di studio da cui ĆØ tratta, il giustamente celebre After The Goldrush (1970), la canzone dura tre minuti ed ĆØ un chiaroscuro naĆÆve, un po’ fricchettone, con qualche coretto, un pianoforte boogie squillante. Nella versione live di 27 anni dopo – dilatata fino a sei minuti e mezzo – diventa una locomotiva che arranca e sbuffa lenta vapori lugubri, giocata su timbri bassi. Tenebrosa e sinistra...

The Oral History: Year Of The Horse, 1997

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Come mai ha deciso che fosse giunto il momento per un disco e un film dal vivo? Neil Young: Il momento giusto ĆØ sempre il risultato di un incontro. Il tour con i Crazy Horse era andato bene, Jim aveva girato con soddisfazione. Un lavoro che meritava di rimanere. [1] ƈ stato lo stesso Young a suggerire [a Jarmusch] l’idea, dopo l'esperienza della colonna sonora per Dead Man e dopo che avevano fatto il videoclip per il suo brano “Big Time”. Jim Jarmusch: Young mi disse: “Guarda, pagherò io per farlo. Filma solo un po’ di roba e vedi se ti piace, e continueremo se ti piacerĆ , e se no la metteremo su uno scaffale da qualche parte.” Come potevo rifiutare? Era davvero una grande esperienza perchĆ© non c’era niente di stabilito. [4] Come definirebbe Year Of The Horse? Young: Come una foto di gruppo, come la Storia senza date. Noi non saremo sempre qui. Questa ĆØ un'altra prova della nostra esistenza. [1] Guardando il film, ĆØ affascinante vedere quanto i Crazy Horse ...

Year Of The Horse - Rassegna Stampa

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Trent’anni di ribellione rock riletti dal Neil Young più «maturo». Le canzoni, tratte dal suo immenso archivio, sono rielaborate in versioni sorprendenti, come se l’artista avesse la consapevolezza della vecchiaia che si avvicina. «Vivo ancora nel vostro vecchio sogno, perme non ĆØ finito». L’uscita di Year Of The Horse, ennesimo live nella discografia di Neil Young, coincide purtroppo con la notizia dell’annullamento del breve tour italiano, dovuto a un banale incidente domestico. E ci permette tuttavia di tracciare un breve profilo del musicista canadese. Un esercizio di qualche utilitĆ , se si considera l’influenza che Young ha esercitato ed esercita su decine e decine di gruppi rock. Senza volerlo essere, Young ĆØ diventato, più di tanti altri artisti della sua generazione, un vero eroe della cultura alternativa. Basta una sua immagine per evocare una vera e propria epopea di speranze, di contrasti tra business e purezza, di irriducibile ribellione a qualsiasi schema e costriz...

Neil Young & Crazy Horse: Year of Horse (Reprise, 1997)

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di Salvatore Esposito Registrato a durante il tour del 1996, Year of The Horse è il secondo doppio live degl'anni novanta, a cinque circa dall'ottimo Weld. Questo progetto nasce come ideale completamento del documentario diretto da Jim Jarmusch, che univa immagini recenti ad alcune di repertorio creando una suggestione senza eguali. In questo disco ogni "canzone" è un pezzo ambient che vaga per un universo psicologico. Young riafferma la propria leadership verso le nuove generazioni (inventò lo "slo-core" nel 1968, dopotutto). Metà dell'album può essere considerata un capolavoro: Big Time, Slip Away e Loose Change. L'altra metà è sostanzialmente un EP di avanzi da un progetto molto più ambizioso (Changin' Highways è il più soddisfacente). La prima cosa che si può notare è che presenta un insolito repertorio composto da brani del nuovissimo Broken Arrow, un paio di classici come Mr. Soul e When You Dance, più una collana di brani considerati a ...

Year of the Horse (1997) - Rassegna Stampa

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Year of the Horse Usa, 1997 Regia Jim Jarmusch Musica Neil Young e Crazy Horse Montaggio Elliot Rabinowitz Interpreti Neil Young e i Crazy Horse Produzione Upstream Video & Film Durata 107' Year Of the Horse ĆØ il film-documentario sulla tournee che Neil Young ha intrapreso con i fidatissimi Crazy Horse nel corso dell’anno passato, frammisto a spezzoni tratti da concerti del 1976 e del 1986. Regista d’eccezione, chiamato dallo stesso Young, ĆØ Jim Jarmusch, con il quale il menestrello canadese aveva giĆ  collaborato due anni or sono, componendo la colonna sonora del suo ultimo lungometraggio, "Dead man". Se nel film di Jarmusch, peraltro, fu Neil Young a piegarsi ad un racconto giĆ  concluso (le musiche furono infatti composte in fase di montaggio), confezionando un puzzle musica-immagini fra i più visionari e potenti degli ultimi anni, in questo caso Jarmusch ĆØ un fedele documentarista che con la sua telecamera ‘ruba’ immagini di concerti e vita privata...