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Visualizzazione dei post da giugno, 2015
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Neil Young + Promise Of The Real: The Monsanto Years (Reprise, 2015)

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1. A New Day For Love 2. Wolf Moon 3. People Want To Hear About Love 4. Big Box 5. A Rock Star Bucks A Coffee Shop 6. Workin’ Man 7. Rules Of Change 8. Monsanto Years 9. If I Don’t Know Vent'anni fa, nel 1995, Neil Young arruolava i Pearl Jam per una veloce seduta in studio che si è trasformata in Mirror Ball, disco intenso nel sound, visivo nei testi, in parte acclamato e in parte sottovalutato, di certo qualcosa di potente e insolito che ha lasciato il segno. Oggi, nel 2015, Young ripete la stessa esperienza con i Promise Of The Real, la band di Lukas e Micah Nelson (figli del noto Willie), una delle innumerevoli giovani band (ma nulla a che vedere con il grunge, qui) per cui Neil Young è stato un mentore o anche di più. Dopo averli incontrati al Farm Aid 2014 per un'improvvisata sul palco, Neil li ingaggia come backing band per una serie di nuove protest-songs. In gennaio vanno in studio in California (il prestigioso Teatro di proprietà di Daniel Lanois)

The Monsanto Years: recensioni internazionali

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Sono più di quattro decenni che Neil Young grida contro le emergenze ambientali. Ci ha avvertito di “guardare Madre Natura in fuga” in “After The Gold Rush” nel 1970, pochi mesi prima del primo Earth Day. Ha ribadito il messaggio in Greendale, 2003, nel quale supplicava che “dobbiamo salvare Madre Natura”, e nel 2009 in Fork In The Road che era uno spot per la sua auto elettrica LincVolt. Ma raramente è stato così veemente nel battere il punto come in The Monsanto Years, una geremiade contro il colosso agro-chimico menzionato nel titolo e la sua visione del futuro frankensteiniano dell'agricoltura americana. “Dai campi del Nebraska / alle rive dell'Ohio / gli agricoltori non saranno liberi di crescere / ciò che vogliono crescere”, canta Young a un certo punto. Se l'immagine evoca Woody Guthrie, l'onesto fuoco rock & roll è puro Neil. La nascita dell'album è appropriata. L'anno scorso al Farm Aid, Young ha improvvisato insieme ai figli di Willie Nelso

The Oral History: Homegrown, inedito 1975

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Neil Young : Quando arrivammo a Nashville [nel 1975] andammo dritto agli studi per registrare. A quel tempo, Nashville era il posto giusto per quelle canzoni. Avevamo parecchi bravi musicisti in studio, perché Ben [Keith] conosceva tutti. […] Ci sistemammo ai Quadraphonic Sound su Sixteenth Avenue con Elliot Mazer alla regia. I Quad erano studi piccoli, costruiti in una casa, come gran parte degli studi di Nashville, con un'atmosfera e un sound intimi. Era il preferito di cantanti-cantautori come me. Il primo giorno a registrare c'erano Kenny Buttrey alla batteria, Tim Drummond al basso, Ben Keith alla steel e io alla chitarra acustica. Questi musicisti erano noti come gli Stray Gators di Harvest ed erano tutti di prima classe, pieni di anima. […] Registrammo una canzone chiamata “Frozen Man” che avevo scritto ad Amsterdam. […] Kenny aveva altre session in agenda, quindi ci lasciò dopo la prima. Qualche giorno dopo tornammo in studio con uno dei più grandi batteristi del n

The Oral History: Tonight's The Night, 1975 (pt.2)

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Young: Avevo solo nove canzoni, quindi ho messo da parte il tutto per On The Beach. C’è voluto Elliot per finire Tonight’s The Night. Vedi, qualche tempo fa c’erano delle persone che volevano fare uno spettacolo a Brodway sulla storia di Bruce Berry e tutto quanto. Avevano già un soggetto scritto. Stavamo mettendo insieme un nastro per loro e nel processo abbiamo risentito vecchie tracce e Elliot ha trovato altre tre canzoni connesse alla questione, “Lookout Joe”, “Borrowed Tune” e “Come on Baby Let’s Go Downtown”, una registrazione live dei Crazy Horse quando suonammo al Fillmore East. Danny fa la voce principale in quella. Elliot ha aggiunto queste tre alle nove originali e le ha messe in sequenza per dare coesione. Ma io non avevo ancora l’idea di pubblicarlo. Avevo pronto anche un altro album chiamato Homegrown. […] Ricordo che la prima volta che risentii Tonight’s The Night pensai fosse la cosa più stonata che avessi mai sentito. Tutti erano fuori tono. Non funzionava. Ma a r

The Oral History: Tonight's The Night, 1975 (pt.1)

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Neil Young: Tonight's The Night è un lp incentrato sulla vita e la morte di Bruce Berry e Danny Whitten. Queste morti tragiche furono legate a problemi di droga. […] In verità Tonight's The Night si concentra sugli strascichi di quelle morti. È una sorta di veglia funebre. […] L'album, passatemi il termine, fu registrato in audio vérité completamente intossicati di tequila Jose Cuervo. Si registrava dopo mezzanotte, quando eravamo talmente malridotti da non riuscire quasi a camminare. […] Un vero casino quella registrazione, senza alcun riguardo per gli aspetti tecnici, anche se quando lo ascolti a volume alto suona da Dio grazie all'abile produzione di David Briggs. I missaggi intermedi non furono mai remixati fino a farci sentire soddisfatti e l'album fu bloccato per un anno, per poi essere pubblicato dopo un altro paio di dischi. [10] Si sente che sei un po’ ubriaco in quell’album. Young: Dovrei dire che è l’album più liquido che io abbia mai fatto. Hai b