Trans oggi: la retrospettiva di Popmatters
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Nel 1982 Neil Young si "dedicò a qualcosa a cui non si era mai dedicato": elettronica. Vocoders. Drum machines. Sintetizzatori. Testi a proposito di robot fascisti e "computer cowboys". Canzoni con titoli come "Samples And Hold" e "We R In Control". Lo ha registrato e intitolato Trans. Ha dato i nastri alla Geffen. Il bizzarro progetto sarebbe stato il primo ad essere pubblicato dall'etichetta per cui aveva appena firmato. Tra i fan casuali e gli ammiratori, l'album ispira generalmente più perplessità che ira. Risa imbarazzate sono la norma; commenti come "E dopo cosa farà?" sono tanto banali quanto privi di senso. Lo si guarda più come un astratto e largamente inspiegabile evento isolato - qualcosa che Neil fece negli anni 80 e poi si lasciò subito alle spalle - piuttosto che un album dotato di vita e respiro, un documento durevole, qualcosa che uno può ancora comprare nel 2010, esplorarlo e farsi una propria opinione. Tra