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Visualizzazione dei post con l'etichetta A Treasure
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The Oral History: Old Ways (1985) e il tour con gli Int. Harvesters (1984-85)

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Neil Young : Andai a Nashville [nel 1983] a registrare un album intitolato Old Ways. Anche quello non piacque [alla Geffen]. Non lo feci uscire. Poi feci un altro album a Nashville [nel 1984] e intitolai anche quello Old Ways. A me piaceva. Loro lo odiavano. Lo pubblicarono ma lo sabotarono, esattamente come i miei due album precedenti. Non li avevo sostenuti perché non erano un successo al botteghino. [8] [David Geffen] voleva che io facessi merdate che non volevo fare. Così ho detto, “Pagatemi di meno e lasciatemi fare quello che voglio.” Non mi interessavano tutti quei soldi. […] Non servì a niente. […] Voglio che la casa discografica creda in me. Ecco cosa mi piace della Warner Bros. Dovunque io vada nel mondo, loro ci sono. È una compagnia grande. Loro sanno convivere col fatto che potrebbero pagarmi milioni di dollari per un album che ne guadagnerà centomila – se succede, pazienza. Vai in una compagnia piccola, succede questo, li distrugge. Ti senti responsabile. E io non vog...

Neil Young & International Harvesters: A Treasure (Reprise, 2011)

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Volume 9 della Archives Performance Series, uscito con parecchio anticipo su Archives Vol.3 che sarà, se tutto procede come finora auspicato, il box che andrà a coprire il periodo degli anni Ottanta di Neil Young e le sue eccentriche collaborazioni. Live straordinario, va detto subito: dimentichiamoci di Old Ways, il mediocre omaggio al country del 1985. Il tour del 1985-86 che Neil Young fece insieme agli International Harvesters, band di eccellenti musicisti country e non, è tutta un'altra cosa. Riproposizioni di vecchie glorie ("Are You Ready For The Country", "Flying On The Ground"), riarrangiamenti di brani di secondo piano ("Southern Pacific", "Motor City"), canzoni da Old Ways ("Bound For Glory",  "Get Back To The Country") e una cascata di canzoni nuove (qui ne abbiamo cinque tra cui spiccano "Grey Riders" e "Amber Jean"): tutto in quel tour fu frizzante e ispirato, sebbene rustico. Peccat...

A Treasure - Rassegna Stampa

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Chissà se quando gli fecero causa perché aveva prodotto musica “non tipica di Neil Young” quei discografici sentivano più nostalgia dei Buffalo Springfield o di CSN&Y; se avevano in mente “Harvest” o “Ohio”; se pensavano più al chitarrista sopraffino o al portavoce di una generazione; se intendevano la star nel supergruppo stellare o il solista di ritorno. Chissà. Ma dire “tipico Neil Young”, ammettiamolo, è un ossimoro. E’ sensato, semmai, parlare di “vintage Neil Young” – proprio come nel caso di A Treasure, una produzione d’annata perfettamente conservata. Rewind. Siamo a cavallo tra il 1984 e il 1985, quando il canadese da molto tempo non ha più l’età, il passo e l’ambizione di rappresentare l’avanguardia di una controcultura pacifista ed ha abituato il suo pubblico ad attendersi da lui qualsiasi cosa; imperterrito, scorrazza dentro a un continente che vive in pieno l’era MTV ed è fiaccato dall’insidioso riflusso delle reaganomics. Ecco che il canadese opta per il country,...