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Visualizzazione dei post con l'etichetta Zuma
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Rassegna stampa d'epoca: Zuma / Long May You Run

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ZUMA – 1975 L'ultima uscita di Neil Young, Zuma, mostra i suoi diversi talenti come cantante e compositore fornendo un'affascinante retrospettiva della sua lunga e variegata carriera. La chiave del successo di Young è sempre stata la sua sorprendente versatilità. Young scrive con sensibilità, è un cantante creativo ed è un fenomenale chitarrista, e la combinazione di questi talenti gli ha dato una marcia in più rispetto a molti degli artisti della musica popolare. Queste qualità vengono dimostrate come non mai in questo nuovo album. Il dono che Young ha per la parola è stato raramente ai livelli che mostra Zuma. Senza dubbio alcuno, l'LP conferma la mia sensazione che lui sia un moderno poeta travestito da rock star – un artista creativo che ha mischiato poesia e musica per ottenere un ineguagliabile, contemporaneo veicolo per le sue idee. Solo Bob Dylan, Joni Mitchell o Jackson Browne hanno mostrato questo talento nel modo così intenso e provocante che Young adotta s...

The Oral History: Zuma (1975)

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Young: Mentre ero a Chicago [nel 1975, per il funerale della madre di Carrie Snodgrass] chiamai […] i Crazy Horse a Los Angeles per chiedere se potevano venire a suonare con me ai Chess Recording Studios, lo storico studio dove erano stati registrati tantissimi grandi dischi di blues. Avevo già suonato una volta con Poncho a casa di Billy Talbot […]. Poncho si era inserito molto bene e fummo in grado di improvvisare della roba molto figa. […] Quando arrivammo ai Chess Studios, scoprimmo che era ubicato al quinto piano di un vecchio palazzo in mattoni con un'aria antica. Ebbi la sensazione di trovarmi in un luogo sacro. […] In quella seduta registrammo “Changing Highways”. Fu una specie di esperimento con Poncho in studio. Andò bene. Suonavamo alla grande. […] Tornato a Los Angeles mi diedi alla vita di Malibu. […] Continuavo a scrivere e quando composi “Cortez The Killer” e “Hitchhiker” per registrarle chiamai il Cavallo. Decidemmo che la location ideale era la casa di [David...

On The Beach / Tonight's The Night / Zuma - The Rolling Stone archives

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ON THE BEACH - 1974  Fin dai suoi giorni nei Buffalo Springfield, i mutamenti delle preoccupazioni di Neil Young hanno rappresentato il barometro dell’attitudine di una generazione, riflettendo il dissolversi dell’idealismo politico e la fine della giovinezza stessa. Perfino nelle prime ballate come “Sugar mountain” o “I am a child”, Young metteva gentilmente in guardia dal vivere nell’illusione di una perenne giovinezza, mentre la sua voce adolescenziale ci tenava con questa eventualità. Il dolore dell’affrontare la realtà degli adulti in un momento storico che incoraggiava il prolungamento delle fantasie adolescenziali era compreso nella sottesa tematica dei primi tre album solisti di Young, una trilogia culminata in After The Gold Rush, forse la quintessenza del cambio di decennio in un album di un folk-rocker. Laddove la musica di Dylan ha rappresentato l’elemento di punta della rabbia generazionale e del fervore morale della metà degli anni sessanta, Young ha invece ...

Neil Young & Crazy Horse: Zuma (Reprise, 1976)

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Zuma è l'album che ha riunito i Crazy Horse dopo la scomparsa di Danny Whitten, sostituito alla chitarra da Frank "Poncho" Sampedro, e che ha segnato anche il "ritorno alla luce" di Neil Young dopo la cosiddetta Doom Trilogy. Registrato tra il 1974 e il 1975 in parte al ranch di Young e in parte nella sua casa al mare, il disco è il risultato di una selezione di varie sessions, ma l'integrità è mantenuta molto bene. I Crazy Horse firmano 7 dei 9 brani: "Pardon My Heart" e "Through My Sails" sono excursus acustici (l'ultimo con CSNY). "Cortez The Killer" domina il secondo lato con i suoi assoli sognanti e le scene precolombiane che descrive; anche "Danger Bird" è un magistrale esempio di post-rock antelitteram. Gli altri sono pezzi rock che ricordano molto i primi Crazy Horse; l'ispirazione spazia dal southern al country rock, e in particolare "Drive Back" e "Barstool Blues" fanno la lor...

Zuma - Rassegna Stampa

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È questo album uno stupendo esempio di folk-rock nel quale Young sembra aver finalmente tutta la padronanza, la grinta necessaria per uscire dalla crisi che aveva tormentato gli ultimi anni. Nuovamente con i Crazy Horse (la figura di Whitten è sostituita da Frank Sampedro) Young riesce a inserire nell'album i due elementi che caratterizzano la sua musica, le due fonti sonore composte dalle situazioni folk, acustiche e quelle elettriche del rock cadenzato e molto ritmato, con le pennate piacevolmente ossessive della chitarra elettrica. La voce nasale di Neil Young racconta canzoni quali “Danger Bird” e “Cortez The Killer”, dove la voce melanconica diventa spesso rabbia in un racconto lungo, con i Crazy Horse che propongono uno dei momenti di maggior feeling tra loro e Young. L'ultimo brano della seconda facciata vede assieme al cantautore anche Crosby, Stills & Nash, una ballata lenta che porta il titolo di “Through My Sails”. Con Zuma Neil Young riconquista sia il pub...