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Visualizzazione dei post con l'etichetta Trans
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Trans oggi: la retrospettiva di Popmatters

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Nel 1982 Neil Young si "dedicò a qualcosa a cui non si era mai dedicato": elettronica. Vocoders. Drum machines. Sintetizzatori. Testi a proposito di robot fascisti e "computer cowboys". Canzoni con titoli come "Samples And Hold" e "We R In Control". Lo ha registrato e intitolato Trans. Ha dato i nastri alla Geffen. Il bizzarro progetto sarebbe stato il primo ad essere pubblicato dall'etichetta per cui aveva appena firmato. Tra i fan casuali e gli ammiratori, l'album ispira generalmente più perplessità che ira. Risa imbarazzate sono la norma; commenti come "E dopo cosa farà?" sono tanto banali quanto privi di senso. Lo si guarda più come un astratto e largamente inspiegabile evento isolato - qualcosa che Neil fece negli anni 80 e poi si lasciò subito alle spalle - piuttosto che un album dotato di vita e respiro, un documento durevole, qualcosa che uno può ancora comprare nel 2010, esplorarlo e farsi una propria opinione. Tra...

The Oral History: Trans / Island In The Sun (1982)

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Neil Young: Lo adoro [il rock & roll], lo sai bene. Molta della nuova musica mi ricorda la Motown – ripetitiva, piena d'anima, ma ĆØ tutta accelerata dall'era dei computer. Mi piace perchĆ© ha molta energia. Ora ascolto solo questo. Sai, il più grande ostacolo ĆØ l'esaurirsi della tua energia... Quanto a lungo puoi mantenerla? Per quanti anni puoi sfruttarla a piena intensitĆ ? Ecco il problema. Vedi cosa succede alle persone che crollano. Continuano a tentare di tornare dov'erano, perchĆ© lĆ  erano bollenti, pensando che ĆØ l'unico modo per tornare a essere bollenti. Quando sento un vecchio gruppo, se essi si trascinano per poter continuare ad andare avanti, non riesco proprio ad ascoltarli. Mi viene da odiarli. [12] La Reprise si era un po' smarrita e i miei ultimi dischi non avevano sbancato; […] fece un bel lavoro per promuovere i miei album, rendendo loro giustizia, anche se loro non vendevano. […] Io ero più interessato a comunicare cosa provavo in qu...

Hawks & Doves / Reactor / Trans - The Rolling Stone archives

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HAWKS & DOVES – 1980 Agli inizi dell’anno io e un amico discutevamo se era vero o meno che i Clash avevano giĆ  fatto il Disco dell’Anno con London Calling. Dissi: “Forse Neil Young ci sorprenderĆ  di nuovo facendo ancora di meglio”. Il mio amico rispose: “Si, potrebbe. Ma dovrebbe fare un disco politico e non so se ĆØ possibile farlo proprio ora in questo paese”. Hawks & Doves può non essere il Disco dell’Anno (dura solo trenta minuti!), ma ĆØ un album politico sull’America e come la maggior parte dei dischi di Young non ĆØ quello che ci si aspettava, o meglio come al solito ĆØ diverso da ciò che stava facendo l’anno scorso. Nonostante alcune superstar degli anni sessanta hanno traghettato intatti verso i settanta, chi altro nel r ‘n’ r ĆØ cosƬ migliorato con l’avanzare dell’etĆ ? Chi altro ĆØ rimasto cosƬ vitale senza mai appiattirsi veramente? La cosa incredibile della recente forza di Young ĆØ il suo incrementato spessore. Lo stesso Comes A Time, elegante e molto ben curato (p...

Trans - Rassegna Stampa

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Trans segna un orientamento completamente differente quanto alla forma musicale delle canzoni di Neil Young. Se egli ĆØ restato fedele alla sua nomea di “loner”, i quattro anni di silenzio gli hanno permesso di scoprire le meraviglie del sintetizzatore. Egli sembra avere un piacere immenso nello scoprire tutte le forme dell’utilizzazione di questo strumento e soprattutto le manipolazioni più strane della voce attraverso il vocoder. Si sapeva giĆ , grazie al suo lavoro con i Devo, che Young aveva un certo debole per la musica elettronica. In Trans sembra che egli sia riuscito ad accostarsi a questa nuova materia senza perdere di vista il suo scopo finale. L’effetto potrĆ  essere disastroso ad un primo ascolto, ma alla lunga ci si lascia sedurre dal suo charme. Young ha mantenuto intatto il suo spirito corrosivo in canzoni come “We’r in control” o nella riuscita “Computer cowboy” e non gli si può rimproverare di aver tradito le radici della sua ispirazione. All’ascolto di Trans comprend...

Neil Young: Trans (Geffen, 1982)

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Trans segna un punto cruciale nella carriera di Neil Young. E' il primo album per la Geffen Records e consegue (come tutti quelli che verranno) a manovre di manomissione da parte dell'etichetta nei confronti dei progetti del musicista. Nato prima come Islands In The Sun, disco dal sapore pop-caraibico, quindi come concept sull'impossibilità del comunicare, Trans è il connubio di entrambi e quindi è imperfetto. Ciò detto, la parte concept è quella che rende grande l'album, tra la primissima musica elettronica (più apprezzato nell'ambito di questo genere che non dagli younghiani puri). "Computer Age", "Transformer Man", "Sample And Hold" sono brani di denso significato, seppur criptico. Della parte pop è interessante (ma fuori luogo) soltanto "Like An Inca", ovvero i Crazy Horse che proseguono nel loro filone pre-colombiano. L'album nel complesso merita di essere ascoltato con attenzione, più volte, per comprendere il s...