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Visualizzazione dei post con l'etichetta Neil Young
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Neil Young / Everybody Knows / Gold Rush - The Rolling Stone archives

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NEIL YOUNG - 1969 Questo album di Neil Young (giĆ  membro dei Buffalo Springfield) e amici vari ĆØ diretto discendente di quel fiume di vibranti voci mozzafiato e di quella scarna ma efficace strumentazione che erano gli Springfield, specialmente per quanto riguarda la sensibilitĆ  melanconica di Young e l’ingegnosa quantitĆ  di immagini impiegate nei suoi testi (tutti riportati). Si potrebbe facilmente vedere questo disco come naturale estensione del lavoro di Buffalo Springfield Again, specialmente per “Expecting To Fly” e la frammentaria “Broken Arrow” che chiudeva quell’album. Quest’opera solista si apre con “The Emperor Of Wyoming” uno strumentale che rende l’idea del genere in modo fluido ma lamentoso, con quel tocco springfieldiano tipico del vendo che passa fra le rocce, o delle persone che ĆØ dato vedere solo nei sogni. “The Loner” ĆØ un lamento contemporaneo che miscela la chitarra di Young con gli archi in modo non stridente, consentendo alla voce dosata e gelida di Young d...

The Oral History: Neil Young (1968)

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Neil Young: Quel periodo della mia vita fu meraviglioso. Era tutto bello. Stava per partire la mia carriera solista dopo gli Springfield, oltre al bisogno di essere più indipendente e di cantare più canzoni mie. Ne avevo davvero tante. Avevo conosciuto [David] Briggs e stavamo progettando il mio primo album solista. Le canzoni venivano dal passato e dal futuro, erano quasi tutte sogni, niente di concreto: erano qualcosa da registrare, come ad esempio “Here We Are In The Years”, o per l'espressione di un anelito personale, come “I've Been Waiting For You”. Alcune erano un flusso di coscienza, come “The Last Trip To Tulsa”, senza un pensiero a priori che desse loro una forma. Erano solo canzoni. Allora non c'era molta pressione su di me per eguagliare qualcosa che avevo giĆ  fatto. Quello accadde dopo. Il limite era il cielo. Non avevo idea di cosa stava per succedermi.  […] Nell'agosto del 1968 io e Briggs iniziammo a lavorare insieme al mio primo album da solista....

First Draft 1968-72: le prime stesure e i dischi incompiuti - parte 1

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First Draft , ovvero Prima Stesura: a Neil Young ĆØ accaduto infinite volte di abbozzare tracklist per dischi che avrebbero visto la luce in forme completamente diverse (o non avrebbero visto la luce affatto). ƈ parte del processo creativo che si nasconde dietro gli album che amiamo. Nel corso degli anni tante informazioni sono venute alla luce; soprattutto ora, grazie alla recente pubblicazione di Archives Vol.1 (ricchissimo di documenti d'epoca), possiamo dare uno sguardo “dietro le quinte”. Abbiamo pensato di iniziare proprio con i dischi che rappresentano il periodo iniziale, quello di maggiore successo di Young: dal debutto solista del 1968 (l'album omonimo) al celeberrimo Harvest del 1972, passando per le tantissime idee e bozze che non hanno visto la luce. Archives ci permette di ricostruire la storia della musica di Young; si possono leggere le prime tracklist che Neil stava abbozzando, con le canzoni che al momento aveva tra le mani, registrate o ancora...

Neil Young: Neil Young (Reprise, 1968/69)

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Questo è l'album di debutto di Neil Young, una volta chiusa la parentesi dei Buffalo Springfield, ma rispetto ai dischi che verranno subito dopo (Everybody Knows This Is Nowhere, poi After The Gold Rush) non è così rappresentativo, almeno in termini musicali, dello Young che si farà conoscere al mondo. C'è ancora molta matrice springfieldiana negli arrangiamenti, nonché l'influenza della psichedelia orchestrale: "il disco è un'unica, immensa sovraincisione" afferma lo stesso Young. Notevoli però i brani: "The Loner", "The Old Laughing Lady" e "Last Trip To Tulsa" sono hit che sopravviveranno nel tempo, e anche le altre, meno conosciute, sono senz'altro pregevoli, vedi "I've Been Waiting For You". Un bel disco, nonostante non preannunci il cambiamento di direzione creativa che immediatamente seguirà. Matteo Barbieri, Rockinfreeworld Neil Young ( Prima stampa Novembre, 1968 Reprise RS 6317 - Seconda stampa...

Neil Young - Rassegna Stampa

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Già in questo primo album solista si riesce a focalizzare la figura di Young in maniera esauriente. Il lavoro in equipe svolto sinora con i Buffalo Springfield non poteva mettere in luce in maniera così evidente quelle che erano le sue influenze. In tutto il lavoro aleggia, si sente nell'aria, Dylan al quale oggi Young si riferisce in maniera abbastanza chiara. Questo comunque non significa che Neil Young rappresenti un album poco personale o troppo influenzato da altri elementi. I dieci brani contenuti mettono in risalto quella che sarà soprattutto la linea poetica che il cantautore di origine canadese seguirà in futuro. Gli arrangiatori sono due: Jack Nitzsche (personaggio di primo piano della musica rock, ha collaborato con gli Stones ed inoltre ha scritto colonne sonore per il cinema) e Ry Cooder. Quest'ultimo in particolare è riuscito a influenzare notevolmente il sound del disco che rimane indubbiamente un episodio molto importante non solo nella discografia di Y...