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Visualizzazione dei post con l'etichetta Harvest Moon
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Harvest Moon / Lucky Thirteen / Unplugged - The Rolling Stone archives

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HARVEST MOON - 1992 Neil Young ha trascorso gli ultimi vent’anni svolazzando da uno stile all’altro come una falena in un negozio di lampadine. Per cui non ci si dovrebbe sorprendere se dopo aver esplorato i limiti estremi del guitar noise in un paio di album, Young abbia staccato la spina, ripreso a frustare la chitarra acustica e fatto girare la ruota della pedal steel per Harvest Moon. Il titolo si rifĆ  a Harvest, l’album countreggiante di due decenni fa, e la musica si richiama a quell’aroma gentile. Harvest fu un dolce campione di vendite, una non caratterizzante fermata nella trappola dello stare “in mezzo alla strada” in un decennio di pubblicazione profondamente personali e qualche volta altamente eccentriche. Anche Harvest Moon suona fatto per pomeriggi trascorsi a ondeggiare pigramente sulla propria amaca. Ma accanto alla placida superficie, ci sono le rocciose cicatrici della mezza etĆ , quando tenersi stretto e coccolare un amore ĆØ molto più difficile che trovarlo. ...

The Oral History: Harvest Moon, 1992

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Neil Young : Dopo vent'anni ĆØ venuto il momento, ho le canzoni, sono giù nella mia auto tutte a posto. Ho giĆ  i demo di sei di esse e ne ho scritta un'altra ieri sera. […]  Quasi tutti i dischi come questo non mi richiedono molto tempo se ho il materiale giĆ  pronto. […] Se dicessi quando ho intenzione di farlo uscire farei venire i brividi a qualcuno della Warner Bros. Non ci vorrĆ  comunque molto tempo. [2] John Nowland : Ben [Keith] un giorno arrivò dicendo, “Neil sta arrivando con delle demo. SarĆ  qui in venti minuti.” [1] Young : Ho fatto Harvest Moon perchĆ© non volevo sentire nessun suono troppo alto. Ho ancora un piccolo ronzio ma fortunatamente ora non sono cosƬ sensibile ai volumi alti come lo sono stato per un anno dopo il mixing di Weld. Il mio udito non ĆØ perfetto ma ĆØ ok. Non so come andrĆ  ma il punto ĆØ che posso ancora sentire bene abbastanza per godere di ciò che faccio. Ci sono ancora molti dettagli che posso cogliere. Sono fanatico nell’ascoltare i particola...

Neil Young: Harvest Moon (Reprise, 1992)

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di Marco Pavan e Salvatore Esposito   Dopo i feedback di Weld e del Ragged Glory Tour, Neil si concede una pausa. ƈ l'estate del 1991, decide infatti di raggiungere le nevi del Colorado insieme alla famiglia. ƈ lƬ che cominciò a scrivere le nuove canzoni, tutte dall'impianto essenzialmente acustico, quasi avesse voglia di abbandonare il rumore dei mesi precedenti. Il progetto prese lentamente corpo, e nella testa di Neil torna ad insinuarsi il sound che gli regalò i successi di Harvest, sembra quasi un ritorno involontario al passato. Per le registrazioni Neil convoca vari musicisti che gli sembravano più adatti a quel sound come Ben Keith e Tim Drummond. Una volta arrivati al ranch si accorse di aver riunito gli Stray Gators. Durante la prima session Neil decise di provare alcuni brani rimasti nei cassetti che secondo lui erano adatti a questo nuovo progetto, infatti furono incise “One Of These Days”, “Silver & Gold”, “Stringman”, “Homefires” e “Hitchhicker”. Di quest...

Harvest Moon - Rassegna Stampa

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NEIL YOUNG, UN NUOVO ALBUM SULLE ORME DEL LEGGENDARIO HARVEST E un mito, fiorito alla metà degli anni Sessanta con l'invenzione del folk rock, ed è ben lontano dall'appassire. Neil Young sforna un nuovo disco, Harvest Moon, il suo ventunesimo, acustico e dolcissimo, in cui l'impegno civile traspare solo dal brano "War of man", sulla guerra del Golfo. E lo fa proprio nell'anno in cui casca il ventennale dell'album Harvest che lo fece amare a ogni latitudine del pianeta. E quest'ultimo sembra la fotocopia, stupendamente riuscita, del primo. "Si assomigliano? Beh, è perché ho potuto contare su alcuni musicisti che avevano collaborato allora. E perché tre, quattro brani, li avevo cominciati a scrivere addirittura nel '75...", spiega con gli occhi nascosti dietro lenti scure. Neil si presta, lui solitamente ostico a tutte le regole tanto più a quelle del business discografico, a rispondere ad alcune domandine, quasi per fare un favore a...

Harvest Moon - Gli articoli di Buscadero

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L'IMPORTANZA DI ESSERE NEIL YOUNG   Ho dovuto sentirlo con le orecchie e poi con la coscienza, infine il mio cervello ha emesso il suo verdetto. Harvest Moon ĆØ un capolavoro e l’unica vera continuazione rispetto ad Harvest del 1972 sta nel titolo, perchĆ© la “luna del raccolto”, come direbbero i pellerossa, questa volta ĆØ una luna giusta. Ma la vera importanza di un disco come questo, ultimato nel 1991 mentre Young dava alle stampe il doppio live Weld, risiede nella ricchezza compositiva intrinseca delle canzoni e soprattutto nel legame saldo con ventisei anni di carriera. ƈ vero che siamo davanti a un disco acustico, che quindi facilmente si può catalogare nello scaffale del multimilionario quasi omonimo, di Comes A Time (1978) e di Old Ways (1985) ma la veritĆ  ĆØ che Harvest Moon ĆØ molto più diretto e parente di Freedom, quell’album che tre anni or sono ci restituƬ un vecchio bisonte in piena forma. Un Neil Young con la voglia di fare e strafare. Tuttavia nessun disco del ca...