
Quella di Crosby, Stills, Nash & Young è una storia tutta particolare
nel mondo della musica rock. Non è la storia di un vero gruppo, piuttosto di quattro
individualità, quattro personalità legate da un rapporto artistico ed umano che
avrebbe fatto la felicità di Sigmund Freud. Graham Nash coglie bene l’aspetto
umano della vicenda quando, dopo anni di vicissitudini in bilico tra armonia e
odio, afferma che “non importa quanto sanguinosamente noi si possa litigare,
alla fine, come accade tra fratelli, ci sono dei legami invisibili che non si
possono spezzare”. Più difficile risulta spiegare le decisive motivazioni
artistiche di un sodalizio così fragile eppure così duro a morire, a meno che
non si voglia ricorrere al consunto cliché della combinazione chimica. La
verità è che questa cosa inafferrabile, imprevedibile e stupefacente che è il
rock’n’roll non risponde alle leggi che governano l’universo: due più due fa
invariabilmente quattro per la matematica, ma può fare cento, o mille, o zero
per la musica. Crosby, Stills & Nash sono dei buoni musicisti ma è la
combinazione dei tre insieme a produrre un tutto che è infinitamente superiore
alle parti (caso tutt’altro che raro, si pensi ai Beatles!). Per Neil Young il
discorso è diverso: fedele al proprio ruolo di “loner”, lui non ha mai permesso
che il proprio fluido si combinasse e reagisse con quello degli altri,
preferendo “poggiare” la propria eccezionale capacità artistica sulla
combinazione CSN, esaltandola ma minandone irrimediabilmente l’equilibrio
umano, con il proprio comportamento egocentrico. La storia di CSN&Y è
importante non solo per la musica che hanno fatto, ma anche per il modo in cui
ciascuno di loro ha attraversato quasi quaranta anni di storia del mondo
giovanile, incarnando le aspirazioni di almeno tre generazioni, nella speranza
come nella disfatta.
Ormai chiunque sa cos’è stato il ‘68. Pertanto, si ricorderà molto
celermente che nel 1968 l’America viene divorata dalla contestazione giovanile,
ovvero i giovani prendono atto della propria forza: non vogliono più solo prepararsi
ad essere adulti, come hanno fatto sino i loro coetanei fino ad ora, ma vivono,
tra ansie ed entusiasmi, la bellissima speranza di poter cambiare lo stato
delle cose. Il rock, prima forma d’arte di matrice giovanile nella storia
di comunicazione di massa, dà voce (come già tredici anni prima, nel 1956,
anche se in maniera diversa) a questo coacervo di emozioni e sensazioni.

David Crosby c’è già dentro fino al collo; nato a Los Angeles nel 1941, è stato
nei Byrds, gruppo nato come risposta americana ai Beatles e lungo la strada
evolutosi fino a diventare espressione di quella parte del movimento che, nel
coltivare i propri ideali, tra cui quello di fare nuove esperienze, entra in
pericolosa confidenza con gli acidi. Dopo aver fatto nei Byrds da leader
filosofico più che artistico (poche le sue canzoni di rilievo, tra cui, però,
non può essere dimenticata “Everybody’s Been Burned”, da Younger Than
Yesterday), Crosby lascia il gruppo per dissidi interni e, dopo aver per un po’
vagabondato con la sua leggendaria barca a vela, proprio nel 1968 si accompagna
ad un altro giovane di belle speranze, Stephen Stills. Questi ha già
inciso tre dischi con i Buffalo Springfield, formazione in cui militavano anche
Neil Young e Richie Furay. I Buffalo hanno consegnato al mondo una serie di
fragili e meravigliose canzoni, la più bella e più importanti delle quali,
nonostante Neil Young, resta una composizione di Stills, “For What It’s Worth”,
che in breve diventa un inno per oltre una generazione di pacifisti. I
Buffalo si sono sciolti per contrasti personali.
Dunque, Crosby e Stills iniziano a girare insieme suonando in piccoli club
californiani, e ben presto si rendono conto di aver bisogno di un harmony
singer. Il caso vuole che nel febbraio ‘68 gli Hollies, gruppo di punta
dell’easybeat britannico, titolare di una trentina di successi piuttosto “acqua
e sapone” nobilitate però da pregevoli arrangiamenti vocali, fanno un breve
tour negli Stati Uniti. Graham Nash, cantante e co-leader degli Hollies assieme
ad Allan Clarke, è in un periodo di crisi nei confronti del gruppo, che gli
impedisce di maturare la propria creatività in direzioni diverse dal pop-rock
adolescenziale. Conosciuti Crosby e Stills, e fortemente colpito dall’atmosfera
eccitante che si respira in California, Nash decide quell’estate di tornare a
trovarli. Ed è allora, nel salotto di una giovane cantante canadese di cui
Crosby aveva appena prodotto il primo disco, Joni Mitchell, che Crosby, Stills
e Nash suonano insieme la prima volta. Come ricorda Nash, “il salotto sembrò
tremare, e io capii che avrei dovuto lasciare il mio paese, la mia famiglia e
il mio gruppo, per cantare con loro”.

Dopo aver conquistato con il loro particolarissimo impasto vocale tutti
coloro che li ascoltano, i tre decidono di fare sul serio. Assumono David
Geffen come produttore e vi affiancano Elliot Roberts, produttore anche di Neil
Young; poi firmano per la Atlantic di Ahmet Ertegun (che per strappare Nash dal
contratto con la Epic, è costretto a cedere Richie Furay, che potrà così
formare i Poco). Le registrazioni del primo disco iniziano in Inghilterra,
dove Nash torna per tagliare i ponti, e proseguono poi, in un clima di grande
armonia e collaborazione, a Los Angeles. Il disco è intitolato semplicemente
Crosby, Stills & Nash, è completamente suonato e sovrainciso in studio, ed esce
nel giugno del 1969. Alcuni irriducibili idolatri del “disco d’esordio”
tendono a considerarlo l’insuperato capolavoro del trio, in realtà i lavori
successivi saranno prove più mature e meno legate al “momento hippie”. L’equilibrio
raggiunto dal gruppo è perfetto, e anche se la paternità di ogni singolo brano
è agevolmente attribuibile, sarebbe sbagliato sottovalutare l’importanza
dell’influenza reciproca dei tre protagonisti nella realizzazione dell’album.
Nash, pur essendo il più immaturo dal punto di vista compositivo, ancora troppo
legato agli schemi dell’easybeat britannico, conferisce al patrimonio comune un
sicuro intuito melodico, oltre alla propria indiscutibile abilità vocale che
rende spesso celestiali le armonie dei tre. La sua “Marrakech Express” diventa
uno dei singoli trainanti dell’album. Stills sembra ancora un poco insicuro
sulla strada da seguire, tendenzialmente portato verso un rock più grintoso ma forse
“frenato” dal taglio prevalentemente acustico dato dai suoi compagni; se non
altro sventa il pericolo di un’eccessiva sdolcinatezza. Tra le sue
composizioni, splendida “Suite Judy Blue Eyes” dedicata con amore a Judy
Collins, intessuta su di un fragile intreccio vocale che si carica di energia
nel celebre coro finale. Chi emerge nettamente è David Crosby, maestro della
dissonanza armoniosa, incapace di scrivere una partitura banale, è anche
l’unico dei tre a produrre dei testi che valgono davvero l’album: una spanna
sopra le composizioni degli altri, dalla celebratissima poesia acustica di “Guinevere”
alla corposità elettrica di “Wooden Ships”, in cui si vagheggia la partenza
verso un mondo nuovo, fatto di libertà (“l’orrore ci afferra quando vi vediamo
morire, possiamo solo fare eco alle vostre grida angosciate… guardate come
muoiono tutti i sentimenti umani, noi stiamo partendo, non avete bisogno di
noi”), fino a “Long Time Gone”, altro inno hippie (“parla, devi parlare contro
la pazzia delle cose, devi dire come la pensi se ne hai il coraggio, ma non
cercare di sentirti migliore degli altri, altrimenti faresti meglio a tagliarti
i capelli”).

Il disco ottiene un ottimo impatto sul pubblico, così Crosby, Stills e Nash
si interrogano sul loro futuro. Emerge la necessità di andare in tour ma, per
farlo, occorre almeno un chitarrista elettrico a supporto. Dopo avere invano
cercato di convincere Stevie Winwood ad unirsi a loro, Stills sfrutta il tramite
di Elliot Roberts, per tornare in contatto con il vecchio amico Neil Young (il
quale nel frattempo aveva pubblicato due dischi: il debutto solista Neil Young
e il più convincente Everybody Knows This Is Nowhere con i Crazy Horse). Dopo
qualche perplessità iniziale, i quattro decidono di provare e nell’agosto del
1969 compaiono come CSNY all’ormai leggendario raduno di Woodstock. Il plauso
di quella folla sterminata li convince di potercela fare. Ma quando in autunno
entrano in sala di registrazione, sono tutti alle prese con gravi problemi personali:
Crosby, in particolare, ha appena perduto la compagna Christine Gail Hinton (la
Lady Christine di byrdsiana memoria), uccisa in settembre in un incidente
stradale. In parte per questo motivo, in parte per la incapacità (o non
volontà) di Neil Young ad integrarsi con gli altri senza riserve, l’armonia in
sala è del tutto assente. Eppure, come talvolta accade, la tensione produce un
grande risultato artistico, quell’imperdibile gioiello che è Deja Vu. La
prima facciata è da consegnare direttamente alla leggenda, un brano per uno in
una magnifica gara a superarsi in cui, alla fine, non ci sono sconfitti o
vincitori assoluti. Apre “Carry On” di Stills, elettrico ed allucinato, con
quegli incredibili impasti vocali vivificati da un’energia sconosciuta al primo
disco; segue “Teach Your Children”, da un Nash che sorprende e finalmente si
lancia oltre la canzonetta, pur restando fedele al proprio credo melodico
(“insegnate ai vostri figli che l’inferno dei loro padri lentamente passerà e
nutriteli con i loro sogni… i sogni che loro sceglieranno”); quindi Crosby con “Almost
Cut My Hair”, in cui il significativo testo è sorretto da una forte struttura
musicale; infine vengono i brividi lungo la schiena quando irrompe la voce
inconfondibile di Neil Young a dipingere col suo timbro nasale la magnifica “Helpless”;
chiude il lato A un brano a firma Joni Mitchell, lo splendido “Woodstock”,
dedicato al raduno cui lei non ha potuto partecipare, ma che con questa
eccezionale composizione ha contribuito a mitizzare. La magia prosegue sul
secondo lato con “Deja Vu”, composizione di Crosby dall’andamento imprevedibile
eppure armoniosissimo e con un arrangiamento vocale perfetto, frutto di quasi
cento ore di registrazione; altre ottime vibrazioni vengono dall’acustica
intimista “4+20” di Stills e dalla ballad “Country Girl” di Young. Nel novembre
del 1969, a disco finito, Stills dice di sentirsi come se si fosse cavato un
dente, ma su quel dente cala la stupefatta ammirazione di tutto il mondo.
Confortati dal successo, i quattro partono per una grande tournée americana ed
europea, durante la quale sembrano ritrovare una certa serenità. In seguito CSNY
si concedono un periodo di break, durante il quale l’infaticabile Young va in
tour con i Crazy Horse mentre Stills si ferma a Londra per registrare il primo
disco solista.

Nel maggio del 1970 incidono Ohio scritta da Neil Young sull’onda della
commozione per l’uccisione di quattro studenti durante una dimostrazione alla
Kent University. Neil Young dirà che è il pezzo migliore mai inciso da CSNY, ed
in effetti, pubblicato come singolo (sul lato B una versione live di Find The
Cost Of Freedom) ottiene un successo immediato. Tra giugno e luglio una nuova serie di concerti scatena incontenibili
entusiasmi, ma la scissione è imminente. Le ragioni sono: Young è al proprio
top creativo e non vuole spendersi questo momento all’interno del gruppo,
Stills e Nash litigano per via di un flirt con Rita Coolidge. Dopo lo scioglimento, tutti si dedicano ai propri lavori solisti, a prova
del momento di eccezionale vena creativa di ciascuno. Neil Young pubblica in
rapida successione gli essenziali After The Gold Rush e Harvest, mentre Crosby,
Stills e Nash fanno uscire uno per uno i loro primi dischi solisti (ancora una
volta, il capolavoro assoluto viene da Crosby: If I Could Only Remember My Name
è la sublime espressione di uno dei più grandi e sottostimati talenti rock di
tutti i tempi).
A corollare la “prima fase” di CSNY, la Atlantic decide di pubblicare,
contro il parere dei quattro, il live Four Way Street. Sebbene ricco di sovraincisioni
con cui è stato aggiustato, l’album è un’altra pietra miliare: nella parte
acustica brillano “Chicago” di Nash, “On The Way Home” e “Don’t Let It Bring
You Down” di Young e la sempre attuale “Love The One You’re With” di Stills
(“Se non riesci a stare con la ragazza che ami, cerca di amare quella con cui
stai”), nella parte elettrica si elevano le torride e lunghissime “Carry On” di
Stills e “Southern Man” di Young, e specie in quest’ultima l’acida chitarra di
Neil Young combatte con quella rovente di Stills.
Dopo lo scisma, Crosby e Nash si trovano a suonare insieme a un concerto
per i reduci del Vietnam nel 1971. La forte amicizia cresciuta fra i due,
cementata dal conforto in seguito alla morte di Christine Hinton, e forse anche
dalla paura di entrambi all’idea di affrontare il mondo “da soli”, con alle
spalle un così ingombrante passato e dinanzi così tante attese, porta alla
nascita della loro collaborazione come duo. Crosby & Nash danno alle stampe
nel 1972 il primo, omonimo album. Stills, dopo il suo secondo album solista, apre la parentesi, intensa ma
breve, dei Manassas con cui registra due album.
Il 1973 e il ‘74 sono anni perduti dietro il sogno della riunione. Sembra
fatta nel ’73, quando i quattro si rincontrano alle Hawaii e scrivono insieme del
materiale, ma di ritorno in California tutto si sfalda di nuovo. Nel ’74
riescono addirittura a rimettere insieme una tournée di 35 date, di cui 27 in
stadi, cosa che negli anni Settanta non era usuale come oggi; scontato il
successo riscosso, e quasi scontato il fallimento delle registrazioni nei
Sunset Studios dopo che era stato persino annunciato il titolo del disco della
riunione: Human Highway, da una canzone di Neil Young. Anche dal tour non
viene tratto alcun live, per volere di Young, secondo cui gli altri tre non
avevano nulla da dire rispetto al passato. (Un box set retrospettivo sul tour
arriva solo nel 2014, ovvero 40 anni dopo, ed è un “must” assoluto.)
Crosby e Nash tornano quindi in studio per pubblicare nel 1975 il favoloso Wind
On The Water, che attinge al meglio del nuovo materiale dei due; l’anno dopo
proseguono con Whistling Down The Wire e infine, nel 1977 sull’onda della
reunion di CSN, con Crosby-Nash Live. L’accoglienza riservata al duo è tiepida, non certo per l’indebolimento
della loro vena musicale, bensì probabilmente per il calo di tensione ideale
che si va registrando nel corso degli anni Settanta. Come detto, CSNY erano stati
esponenti di spicco del movimento di protesta giovanile, cui avevano fornito
inni da ricordare e modelli da imitare. L’impegno sociale delle loro canzoni (di
stampo prettamente americano, quindi ben diverso dall’impegno europeo di
matrice rivoluzionaria, come i primi Clash) si era accompagnato a un valido
sostegno musicale, ma soprattutto aveva tratto energia e linfa vitale dalla
massa giovanile, che per le canzoni e gli interpreti si infiammava, ed in
questi atteggiamenti si identificava. Nel momento in cui là fuori non c’è quasi
più nessuno disposto a farsi trascinare da una protesta contro l’ingiustizia,
quando il messaggio cade nel vuoto e non vi è più presenza di uno scambio
emozionale tra artista e pubblico, anche il prodotto artistico ne risente
inevitabilmente.
Nel mentre, nel 1976 accade che Stephen Stills, reduce da un’impressionante
serie di fallimenti, nonostante i bei dischi, cerca rifugio presso Neil Young.
I due hanno iniziato a coltivare il progetto di un disco insieme a Miami, e in
un impeto di nostalgia, Young chiama Nash e Crosby ad unirsi a loro. Viene inciso
del materiale da Crosby, Stills, Nash & Young di nuovo insieme, ma quando
Crosby e Nash devono ritornare in California per ultimare il loro terzo disco, lasciato
a metà, Stills e Young inspiegabilmente ne approfittano per cancellare le loro
parti, con la pretestuosa motivazione che Crosby e Nash non saranno poi disponibili
per il tour promozionale dell’album. Per un artista non c’è niente di
peggio che vedere cancellato con un colpo di spugna il frutto della propria
fatica, e la reazione di Nash e Crosby è furibonda, accusando gli altri due di
mercenario opportunismo. Come per una punizione divina l’album della Stills-Young
Band, intitolato Long May You Run, va maluccio e, dulcis in fundo, Young pianta
Stills a metà del tour lasciandogli un famoso, laconico messaggio: “Caro
Stephen, buffo come delle cose che nascono spontaneamente muoiono altrettanto
spontaneamente. Mangiati una pesca. Neil”. Lo sconsolato Stills torna a casa in
Colorado per scoprire che la moglie, la cantante francese Veronique Sanson, ha
avviato le pratiche di divorzio.

Il ritorno di Stills con gli altri due è l’ennesima prova del legame
inspiegabile che unisce questi soggetti. L’incontro avviene nel backstage del
Greek Theatre di Los Angeles, dove Crosby e Nash tenevano un concerto. Dopo un
momento d’imbarazzo, immediatamente l’abbraccio; ma non è solo per
sentimentalismo che CSN tornano insieme, va anche detto che, da separati, i
ragazzi non vendevano neanche la metà dei dischi che avevano venduto insieme. Il
1977 è l’anno in cui la riunione del trio trova terreno fertile. Infatti, dopo
alcuni anni di stagnazione, un fremito di vivacità sta risvegliando la musica
rock; i “grandi vecchi” si rendono conto di una rinnovata voglia di ideali e di
ribellione da parte dei giovani, e provvedono (Bob Dylan e la Rolling Thunder
Revue, con Joan Baez e The Band, torna a combattere una battaglia a colpi di
chitarra per il pugile di colore Rubin Carter, ingiustamente accusato di
omicidio; intanto Jackson Browne pubblica The Pretender e tenta di mobilitare i
giovani contro inquinamento ambientale ed energia nucleare; e poi, oltreoceano,
dai garage viene fuori a colpi di vomito il punk dei Clash e dei Sex-Pistols).
Crosby, Stills & Nash non sono coinvolti in questo ardore, ma è evidente
che una loro riunione, dopo un passato in prima linea, avrebbe facilmente
suggestionato la massa giovanile. Con molta intelligenza i tre evitano
comunque di cavalcare strumentalmente la tigre della protesta, che peraltro si
rivelerà presto meno impattante di quanto sembri, e puntano tutto sull’altra
loro prerogativa che aveva contribuito a creare il mito: la musica e le armonie
vocali. Annunciato dapprima come Jigsaw Puzzle, il disco esce nel 1977 sotto il
titolo Crosby, Stills & Nash. La elegante copertina annuncia che il nuovo
credo dei musicisti si possa riassumere nella parola “raffinatezza”. Raffinate
sono le melodie, che Stills spesso soffonde di ritmi sudamericani in omaggio
agli anni dell’adolescenza trascorsa in Costarica (“Fair Games” e “Dark Star”);
eleganti gli arrangiamenti acustici; stupefacente la compattezza dei cori, che
conferiscono ulteriore classe ai brani. La gemma dell’album è senza dubbio un
brano di Nash, tra le cose migliori da lui scritte, “Cathedral”, ispirato da
una visita a Winchester Cathedral sotto l’effetto di droghe allucinogene.
Questa volta è David Crosby a essere sottotono, il cui apporto si riassume in
definitiva in “Shadow Captain”, di cui peraltro ha scritto solo le parole,
sulle quali Craig Doerge è riuscito a cucire un rarefatto commento musicale
molto crosbiano. Crosby, in questo momento, è in pieno declino artistico ma
soprattutto è lanciato sulla strada dell’eroina. Proprio questa è la causa dell’interrompersi,
ancora una volta, della storia. Anziché vedere, come promesso, un nuovo album
per il 1978 ed un tour di cinque mesi, da qui in poi è difficile tracciare una
storia coerente: nel bene e nel male, ognuno porta avanti la propria vita.

Nel settembre 1979 Nash, che di gran lunga resta il più equilibrato dei
quattro, richiama i vecchi compagni per una serie di concerti al Madison Square
Garden organizzata dal MUSE, associazione di musicisti antinuclearisti di cui
Nash è uno degli animatori con Jackson Browne e Bonnie Raitt. Neil Young, alle
prese con gravi problemi famigliari e una crisi di alcolismo, declina l’invito
(tre brani dell’esibizione di CSN vengono pubblicati sul triplo No Nukes).
Intanto Stills subisce l’umiliazione di vedersi rifiutare la pubblicazione di
un disco già pronto. Gli anni Ottanta arrivano carichi di foschi presagi:
Crosby, sempre più perduto nel suo incubo senza uscita, fa di tutto per
alienarsi gli amici più cari. Stills e Nash decidono di provare un’accoppiata
inedita ed entrano in sala di registrazione. Le armonie di Crosby vengono
sostituite alla meglio con le voci di Timothy Schmit (Eagles), Mike Finnegan ed
Art Garfunkel, e la registrazione si prolunga indefinitamente. Nel 1981, mentre
Stills e Nash ancora lavorano, quale nuovo riempitivo esce Replay, antologia di
Crosby, Stills e Nash senza inediti ma con versioni live di “Carry On” e “Give
You Give Blind”. Nel 1982 il disco di Stills e Nash è praticamente pronto, ma
la casa discografica rinuncia: “la ditta Stills-Nash non da sufficienti
garanzie, bisogna che all’album partecipi anche Crosby!”. Nash, espostosi personalmente
per 400.000 dollari, fa buon viso a cattivo gioco, racconta alla stampa che la
mancanza di Crosby è divenuta lancinante, e lo richiama. Ovvio che, con un
prodotto già finito, Crosby non può fare molto più che aggiungere qualche
vocalizzo su pochi brani e consegnare due canzoni da lui già registrate per un
chimerico album solista, “Delta” (che si rivela alla fine uno dei pezzi
migliori del mediocre disco) e “Might As Well Have A Good Time”. Del resto
Crosby non sarebbe stato in grado di fare di più. Daylight Again è la pagina
più nera di questa storia, intessuto di una serie di anonimi rock “alla Toto”, e
che non conserva nulla del tradizionale linguaggio musicale dei tre. Si salvano
dal disastro artistico “Turn Your Back On Love”, che almeno è un po’ originale,
e la title-track, missata con “Find The Coast Of Freedom” (come afferma Stills,
“dopo averla scritta mi sono reso conto che era l’inizio che avevo sempre
cercato per quella canzone”). Disastro artistico, ma non commerciale, in quanto
Daylight Again guadagna il disco di platino e CSN sono chiamati alla rituale
tournée, che si rivela un’altra, amarissima tappa del calvario di Crosby,
arrestato ben due volte per possesso di armi da fuoco e di droga. I tre per la
prima volta giungono in Italia nel 1983, con un buon concerto che regala
emozioni, nonostante l’agghiacciante abulia di Crosby, tenuto segregato nella
propria stanza d’albergo e non compare in alcuna occasione pubblica all’infuori
dei concerti.
Allies, live che esce nel 1983, va un po’ meglio. Crosby non partecipa ai
missaggi, Nash e Stills hanno il loro da fare per trovare delle sue esecuzioni
degne di figurare, ma poi pescano una versione da brivido di “For Free” di Joni
Mitchell, il pezzo migliore del disco. Ottime anche “Barrell Of Pain”, canzone
di Nash dedicata ai problemi dei rifiuti tossici tratta dal suo album del 1980 e
una suggestiva versione dell’immortale “For What It’s Worth”. Sull’album
compaiono anche due inediti, “War Games” (sinistramente orientata verso la
musica elettronica) che Stills aveva originariamente scritto per la colonna
sonora del film omonimo, e “Raise A Voice”. Altro tour nel 1984, che di
nuovo tocca anche l’Italia, e poi la notte cala implacabile. Nel 1985,
dopo la riunione dei tre con Neil Young in occasione del concerto per il Live
Aid, Crosby, perennemente in stato catatonico, viene arrestato e condannato a
due anni di prigione.
Nonostante tutto, per fortuna la parola fine alla storia di CSN è ancora
lontana. Alla fine degli anni '80 Crosby risolve definitivamente i suoi problemi
e, letteralmente, risorge sia come essere umano, sia come musicista. Mantenendo
la promessa fatta da Young, che si era reso disponibile per la reunion se
Crosby si fosse rimesso, nel 1988 il quartetto si ricompone come per magia. Al
Broken Arrow Ranch di Young incidono American Dream, un disco non eccezionale
ma che segna il primo passo sulla “retta via”, un po’ per tutti e quattro a
dirla tutta. Puntualmente raggiunge le vette della classifica di Billboard, e
anche questo ha la sua importanza. Stills e Young firmano insieme "Drivin'
Thunder" e "Night Song", mentre "Nightime for the General"
e “Compass” ci restituiscono un po’ del Crosby dei bei tempi. Nash si presenta
con la ballad “Clear Blue Skies” e con il grido pacifista di "Soldiers of
Peace". Niente tour, però, per l’album; solo alcuni set durante eventi di
beneficienza. CSN ci riprovano poco dopo, nel 1991, con il mediocre Live It Up,
appesantito a un livello eccessivo dal sound sintetico alla moda, ma che presenta
brani interessanti come “House Of Broken Dream” e “After The Dolphin” di Nash,
e “Arrows” di Crosby (scritta insieme a Michael Hedges). Il 1991 è il momento
di una corposa retrospettiva sul passato, il box set CSN in 4 cd con rarità
soprattutto del primo periodo. L’operazione probabilmente influisce sulla
voglia e la capacità di tornare al passato, al contempo rinnovandosi, e i
risultati non tardano a mostrarsi. Nel 1994 arriva After the Storm, e con
questo album, purtroppo sottovalutato tanto all’uscita quanto ad oggi, i tre
musicisti rinascono. Lasciata indietro la zavorra del sound anni 80, qui fanno
da padrone brani acustici sfavillanti e armonie vocali ben salde: “Camera”, “These
Empty Days”, “Unequal Love”, “Street To Lean On”, che vedono in ottima forma
soprattutto Crosby e Nash, i quali riprendono a produrre nuovo materiale
sebbene gli album, da qui in poi, si fanno sporadici.

Nel 1997, Crosby, Stills & Nash entrano a far parte della Rock 'n Roll
Hall of Fame, che riconosce loro il massiccio contributo nell'evoluzione della
musica americana contemporanea. La serata di gala si rivela doppiamente
speciale per Stephen Stills, il primo artista ad ottenere due premi nello
stesso giorno, uno per CSN e l'altro per i Buffalo Springfield, e anche per la
performance di David Crosby nel gruppo, appena dopo aver suonato con i Byrds. Tutti
e tre i musicisti vantano carriere artistiche doppie. Manca solo Young, che non
si concede alla reunion dei Buffalo. Mentre Crosby avvia un nuovo progetto
chiamato Crosby, Pevar, Raymond (dopo aver ritrovato, anni prima, il figlio
legittimo, James Raymond), avviandosi a un rinascimento artistico, nel 1999 c’è
il colpo di scena. Nash annuncia: "Neil ci ha raggiunto in studio. Non
posso e non voglio fare previsioni, è successo molte altre volte prima di ora e
non siamo mai arrivati fino alla fine. Ma l'atmosfera tra noi è eccellente,
Neil è contento, siamo tutti molto contenti e tutto suona molto bene". Del
resto è proprio Neil Young a confermare la possibilità: “Dal nostro punto
di vista la band non si è mai sciolta, sappiamo di essere in grado di poter
stare lontani per un po' di anni e poi tornare insieme.” L’occasione nasce
perché Stills e Young si ritrovano insieme a lavorare su materiale d’archivio
dei Buffalo Springfield per un box set. E una cosa tira l’altra. Looking
Forward esce nel 1999 ed è acclamato dalla critica, pur non aggiungendo nulla alla
fama del quartetto; tra le migliori canzoni, la title-track e “Slowpoke” di
Young, e la gemma di Crosby “Dream For Him”. Questa volta il tour prende il via
subito dopo: capaci come non mai di intrattenere un pubblico con loro squisite
armonie, la rivista Rolling Stone ha definito il loro show di San Francisco del
1999 "uno dei concerti del decennio". Nel 2000, il vecchio quartetto continua
a girare il mondo ottenendo recensioni entusiasmanti e riunendo tutta la magia
musicale della loro storica partnership; gli animi sembrano essersi acquietati,
le questioni di ego finalmente accantonate.

Nel 2002 è la volta di un altro
tour, e poi di nuovo nel 2006. In questo caso, è Young a radunare i compagni
per avere il miglior supporto nel divulgare al pubblico la sua ultima opera:
Living With War, e il Freedom Of Speech Tour 2006, sono l’esplicita accusa
contro il governo di Bush, l’allora presidente USA, e la guerra in Iraq. Com’è
ovvio, il disco di Young e concerti di CSNY fanno scalpore, dividendo
nettamente sostenitori e detrattori, e il gruppo arriva persino a ricevere
minacce di morte durante il tour. Il film CSNY: Deja Vu esce nel 2008 (giusto
con le nuove elezioni, poi vinte da Obama) per documentare l’ultima, grande
avventura di Crosby, Stills, Nash & Young. Da allora le strade dei quattro si
sono di nuovo separate, fino alla più recente, fugace occasione di ritrovarsi,
sul palco del Bridge Benefit 2013.
Non tralasciamo di citare alcune recenti pubblicazioni, curate da Nash e
Joel Bernstein, negli ultimi anni al lavoro sugli archivi del gruppo, che ne completano
la discografia con materiale raro: il cd Demos (2009) che contiene appunto
incisioni demo dagli albori del trio fino ai primi album solisti, e il box set
CSNY Live 1974 (esce nell'estate 2014, esattamente a 40 anni di distanza) che raccoglie
3 ore di concerto a testimonianza del famigerato Doom Tour e un dvd con alcuni estratti video.

Inoltre le
antologie dei rispettivi C, S e N uscite negli ultimi anni, che offrono gran
parte del repertorio migliore di CSN(&Y) in edizione rimasterizzata, e
diverse incisioni inedite.
Nel 2013 Graham Nash pubblica Wild Tales, la sua autobiografia, dove racconta storie e aneddoti di CSN(&Y), focalizzandosi spesso sulla figura mitica di Crosby, con disappunto dell'interessato, il quale, evidentemente, ha un diverso punto di vista. Una lettura fondamentale, che non è tanto una biografia rock, ma il racconto di un'incredibile amicizia nata dalla musica.
La recente separazione di Neil Young da Pegi, sua moglie da 36 anni, conduce a un "litigio verbale" a colpi di dichiarazioni tra Young e Crosby. Poco tempo dopo, Crosby e Nash litigano un'ennesima volta per colpa delle vicende rese note in Wild Tales, e questa volta sembra definitivo: a detta di Nash non c'è modo di riappacificarsi. Non solo CSNY, ma anche CSN sembrano dunque un capitolo chiuso. Nel corso del 2016 ognuno pubblica lavori solisti e va in tour per i fatti suoi. Comunque vadano le cose nel futuro dei quattro, ormai anzianotti, è stato
un lungo ed essenziale viaggio, fatto di rock autentico e di emozioni
fortissime.
Revisione e aggiornamento di MPB
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Discografia di CSN&Y
STUDIO
Dejà Vu - 1970, Atlantic
1. Carry On - 4:26 - (Stills)
2. Teach Your Children - 2:53 - (Nash)
3. Almost Cut My Hair - 4:31 - (Crosby)
4. Helpless - 3:33 - (Young)
5. Woodstock - 3:54 - (Mitchell)
6. Déjà vu - 4:12 - (Crosby)
7. Our House - 2:59 - (Nash)
8. 4 + 20 - 2:04 - (Stills)
9. Country Girl - 5:11 - (Young)
a. Whiskey Boot Hill
b. Down, Down, Down
c. Country Girl (I Think You're Pretty)
10. Everybody I love You - 2:21 - (Stills, Young)
Altri musicisti:
Dallas Taylor: Batteria e Percussioni (eccetto 8)
Gregory Reeves: Basso (3-6, 9 e 10)
Jerry Garcia: Pedal steel guitar (2)
John Sebastian: Armonica a bocca (6)
Bill Halverson: ingegnere del suono
Billboard chart peak: #1
American Dream - 1988, Atlantic
1. American Dream (Young) – 3:15
2. Got It Made (Stills/Young) – 4:36
3. Name of Love (Young) – 4:28
4. Don't Say Goodbye (Nash/Vitale) – 3:23
5. This Old House (Young) – 4:44
6. Nighttime For The Generals (Crosby/Doerge) – 4:20
7. Shadowland (Ryan/Nash/Vitale) – 4:33
8. Drivin' Thunder (Stills/Young) – 3:12
9. Clear Blue Skies (Nash) – 3:05
10. That Girl (Stills/Vitale/Glaub) – 3:27
11. Compass (Crosby) – 5:19
12. Soldiers Of Peace (Nash/Doerge/Vitale) – 3:43
13. Feel Your Love (Young) – 4:09
14. Night Song (Stills/Young) – 4:17
Altri musicisti:
Joe
Vitale — drums on "American Dream," "Got It Made," "Name of Love,"
"Don't Say Goodbye," "Nighttime for the Generals," "Drivin' Thunder,"
"Clear Blue Skies," and "Night Song"; all instruments, sound effects and
vocals on "Shadowland"; keyboards on "Clear Blue Skies," "That Girl,"
"Compass," and "Soldiers of Peace"; synthesizer on "Don't Say Goodbye";
percussion on "Drivin' Thunder" and "Feel Your Love"; vibraphone on
"Feel Your Love"
Mike Finnigan — organ on "Nighttime for the Generals"; keyboards, backing vocals on "Soldiers of Peace"
Bob
Glaub — bass on "American Dream," "Got It Made," "Name of Love,"
"Nighttime for the Generals," "Drivin' Thunder," "Clear Blue Skies,"
"That Girl," and "Soldiers of Peace"
Joe Lala — percussion on "Got It Made," "Shadowland," "Clear Blue Skies," and "That Girl" drums on "Soldiers of Peace"
Chad Cromwelll — drums on "That Girl"
The Bluenotes: Tommy Bray, Claude Callilet, Larry Cragg, John Fumo, Steve Lawrence — horns on "That Girl"
Brian Bell — synthesizer programming on "This Old House"
Rhett Lawrence — synthesizer programming on "Soldiers of Peace"
Niko Bolas, Tim Mulligan, Tim Foster, Brentley Walton — handclaps on "American Dream"
Bill Boydston, Don Gooch, Bill Lazerus — sound effects on "Shadowland"
The
Volume Dealers Choir: Kelly Ashmore, Betsy Aubrey, Tom Banghart, Cha
Blevins, Niko Bolas, Craig Doerge, Scott Gordon, R. Mac Holbert, Stanley
Johnston, Bill Krause, Debbie Meister, Tim Mulligan, Susan Nash, Jay
Parti, Steve Perry, Vince Slaughter, Joe Vitale, Paul Williamson —
backing vocals on "Soldiers of Peace"
Billboard chart peak: #16
Looking Forward - 1999, Atlantic
1. Faith in Me (Stills) – 4:21
2. Looking Forward (Neil Young) – 3:07
3. Stand and Be Counted (Crosby, Raymond) – 4:52
4. Heartland (Nash) – 4:28
5. Seen Enough (Stills) – 5:14
6. Slowpoke (Young) – 4:31
7. Dream for Him (Crosby) – 5:03
8. No Tears Left (Stills) – 5:06
9. Out of Control (Young) – 4:09
10. Someday Soon (Nash) – 3:43
11. Queen of Them All (Young) – 4:23
12. Sanibel (Sarokin) – 4:20
Altri musicisti:
Joe Vitale — drums all tracks except "Looking Forward," "Slowpoke," and "Out of Control"; Hammond B-3, batas on "Faith In Me"
Michael Finnigan — Hammond B-3 on "Stand and Be Counted," "Heartland," "No Tears Left," and "Queen of Them All"
Spooner Oldham — keyboards on "Slowpoke" and "Queen of Them All"; pump organ on "Looking Forward"
Ben Keith — pedal steel guitar on "Looking Forward," "Slowpoke," and "Out of Control"; dobro on "Looking Forward"
Denny Sarokin, Snuffy Garrett — guitars on "Sanibel"
James Raymond — piano on "Heartland" and "Dream for Him"
Craig Doerge — keyboards on "Sanibel"
Donald
"Duck" Dunn — bass on "Looking Forward," "Stand and Be Counted," "Seen
Enough," "Slowpoke," "Out of Control," "Someday Soon," and "Queen of
Them All"
Gerald Johnson — bass on "Heartland"
James "Hutch" Hutchinson — bass on "Dream for Him"
Bob Glaub — bass on "Sanibel"
Jim Keltner — drums on "Looking Forward," "Slowpoke," and "Out of Control"
Jody Cortez — drums on "Only Waiting for You"
Luis Conte — congas, jombe bass drum, batas on "Faith in Me"; percussion on "Dream for Him"
Alex Acuña — timbales on "Faith in Me"
Joe Lala — congas on "Faith in Me"
Lenny Castro — percussion on "Heartland
Vince Charles — percussion on "Sanibel"
Billboard chart peak: #26
LIVE
4 Way Street - 1971, Atlantic
Disc 1
1. Suite: Judy Blue Eyes (coda) (Stills) – 0:33
2. On the Way Home (Young) – 3:48
3. Teach Your Children (Nash) – 3:02
4. Triad (Crosby) – 6:55
5. The Lee Shore (Crosby)– 4:29
6. Chicago (Nash) – 3:11
7. Right Between the Eyes (Nash) – 3:37
8. Cowgirl in the Sand (Young) – 3:59
9. Don't Let It Bring You Down (Young) – 3:31
10. 49 Bye-Byes/America's Children (Stills) – 6:35
11. Love the One You're With (Stills) – 3:19
12. King Midas in Reverse (Clarke, Hicks, Nash)* – 3:43
13. Laughing (Crosby)* – 3:36
14. Black Queen (Stills)* – 6:45
15. Medley: The Loner/Cinnamon Girl/Down by the River (Young)* – 9:41
Disc 2
1. Pre-Road Downs (Nash) – 3:04
2. Long Time Gone (Crosby) – 5:58
3. Southern Man (Young) – 13:45
4. Ohio (Young) – 3:34
5. Carry On (Stills) – 14:19
6. Find the Cost of Freedom (Stills) – 2:21
* solo nell'edizione CD (1992)
Billboard chart peak: #1
Dejà Vu Live - 2008, Reprise
1. "What Are Their Names?" Crosby 2:28
2. "Living with War" Young 3:25
3. "After the Garden" Young 3:41
4. "Military Madness" Nash 4:02
5. "Let's Impeach the President" Young 5:43
6. "Déjà Vu" Crosby 7:15
7. "Shock and Awe" Young 5:08
8. "Families" Young 2:58
9. "Wooden Ships" Crosby, Kantner, Stills 8:18
10. "Looking for a Leader" Young 3:55
11. "For What It's Worth" Stills 4:50
12. "Living with War" Young 5:24
13. "Roger and Out" Young 3:55
14. "Find the Cost of Freedom" Stills 3:55
15. "Teach Your Children" Nash 3:20
16. "Living with War" Young 3:01
Altri musicisti:
Ben Keith — pedal steel guitar
Spooner Oldham — keyboards
Rick Rosas — bass
Chad Cromwell — drums
Tom Bray — trumpet
Billboard chart peak: #153
CSNY 1974 - 2014, Rhino
Disc 1
1.
Love The One You're With (Stills) - 6:05
2.
Wooden Ships (Crosby, Kantner, Stills) - 6:36
3.
Immigration Man (Nash) - 3:47
4.
Helpless (Young) - 4:45
5.
Carry Me (Crosby) - 4:41
6.
Johnny's Garden (Stills) - 5:20
7.
Traces (Young) - 3:19
8.
Grave Concern (Nash) - 3:11
9. On
The Beach (Young) - 7:40
10.
Black Queen (Stills) - 8:25
11.
Almost Cut My Hair (Crosby) - 7:07
Disc 2
1.
Change Partners (Stills) -
3:51
2.
The Lee Shore (Crosby) - 4:48
3.
Only Love Can Break Your Heart (Young) - 3:28
4.
Our House (Nash) - 3:38
5.
Fieldworker (Nash) - 3:07
6.
Guinevere (Crosby) - 6:14
7.
Time After Time (Crosby) - 3:48
8.
Prison Song (Nash) - 4:02
9.
Long May You Run (Young) - 4:13
10.
Goodbye Dick (Young) - 1:40
11.
Mellow My Mind (Young) - 2:33
12.
Old Man (Young) - 4:23
13.
Word Game (Stills) - 6:16
14.
Myth Of Sisyphus (Stills, Passarelli) - 4:44
15.
Blackbird (Lennon, McCartney) - 2:48
16.
Love Art Blues (Young) - 2:57
17.
Hawaiian Sunrise (Young) - 2:56
18.
Teach Your Children (Nash) - 3:16
19.
Suite: Judy Blue Eyes (Stills) - 9:25
Disc 3
1.
Deja Vu (Crosby) - 8:29
2. My
Angel (Stills) - 4:35
3.
Pre-Road Downs (Nash) - 3:30
4.
Don't Be Denied (Young) - 6:40
5.
Revolution Blues (Young) - 4:21
6.
Military Madness (Nash) - 5:04
7.
Long Time Gone (Crosby) - 6:05
8.
Pushed It Over The End (Young) - 7:52
9.
Chicago (Nash) - 4:43
10.
Ohio (Young) - 6:00
Altri musicisti:
Tim Drummond — bass
Russ Kunkel — drums
Joe Lala — percussion
Billboard chart peak: #17
ANTOLOGIE
So Far - 1974, Atlantic
Deja Vu
Helplessly
Wooden Ships
Teach Your Children
Ohio
Find The Cost Of Freedom
Woodstock
Our House
Helpless
Guinnevere
Suite: Judy Blue Eyes
Billboard chart peak: #1
Discografia di Crosby Stills & Nash
STUDIO
Crosby, Stills & Nash - 1969, Atlantic
1. Suite: Judy Blue Eyes (Stills) – 7:
2. Marrakesh Express (Nash) – 2:38
3. Guinnevere (Crosby) – 4:39
4. You Don't Have to Cry (Stills) – 2:44
5. Pre-Road Downs (Nash) – 2:57
6. Wooden Ships (Crosby, Paul Kantner, Stills) – 5:27
7. Lady of the Island (Nash) – 2:38
8. Helplessly Hoping (Stills) – 2:41
9. Long Time Gone (Crosby) – 4:17
10. 49 Bye-Byes (Stills) – 5:12
Expanded Edition (2006)
11. Do for the Others (Stills) – 2:49 - Stills & Nash
12. Song with No Words (Tree with No Leaves) [New Remix] (Crosby) – 3:18 - Crosby & Nash
13. Everybody's Talkin' (Fred Neil) – 3:14
14. Teach Your Children (Nash) – 3:14 - Crosby & Nash
Altri musicisti:
Dallas Taylor – batteria, percussioni
Jim Gordon - batteria in "Marrakesh Express"
Cass Elliot - cori in "Pre-Road Downs"
Billboard chart peak: #6
CSN - 1977, Atlantic
1. Shadow Captain (Crosby, Doerge) – 4:32
2. See the Changes (Stills) – 2:56
3. Carried Away (Nash) – 2:29
4. Fair Game (Stills) – 3:30
5. Anything at All (Crosby) – 3:01
6. Cathedral (Nash) – 5:15
7. Dark Star (Stills) – 4:43
8. Just a Song Before I Go (Nash) – 2:12
9. Run from Tears (Stills) – 4:09
10. Cold Rain (Nash) – 2:32
11. In My Dreams (Crosby) – 5:10
12. I Give You Give Blind (Stills) – 3:21
Altri musicisti:
Joe
Vitale — drums on "Carried Away," "Fair Game," "Cathedral," "Dark
Star," "Run From Tears" and "I Give You Give Blind"; organ on "Shadow
Captain," "Fair Game," "Anything at All," "Dark Star"; electric piano on
"Carried Away," "Just A Song Before I Go"; percussion on "Cathedral,"
"I Give You Give Blind"; flute on "Shadow Captain"; tympani on
"Cathedral"; vibraphone on "In My Dreams"
Craig Doerge — piano on "Shadow Captain" and "Anything at All"; electric piano on "Shadow Captain" and "Dark Star"
Mike Finnigan — organ on "Run From Tears"
George
"Chocolate" Perry — bass on "Shadow Captain," "Fair Game," "Anything at
All", "Cathedral," "Dark Star," and "I Give You Give Blind"
Jimmy Haslip — bass on "Carried Away"
Tim Drummond — bass on "Just A Song Before I Go"
Gerald Johnson — bass on "Run From Tears"
Russ
Kunkel — drums on "Shadow Captain" "Anything at All," "Just A Song
Before I Go," and "In My Dreams"; congas on "Shadow Captain" "Dark
Star"; percussion on "Just A Song Before I Go"
Ray Barretto — congas on "Fair Game"
Mike Lewis — string arrangements on "Cathedral," "Cold Rain," and "I Give You Give Blind"
Joel Bernstein — string arrangements on "Cathedral"
Billboard chart peak: #2
Daylight Again - 1982, Atlantic
1. Turn Your Back on Love (Stills, Nash, Michael Stergis) – 4:51
2. Wasted on the Way (Nash) – 2:52
3. Southern Cross (Stills, Richard Curtis, Michael Curtis) – 4:41
4. Into the Darkness (Nash) – 3:23
5. Delta (Crosby) – 4:15
6. Since I Met You (Stills, Stergis) – 3:12
7. Too Much Love to Hide (Stills, Gerry Tolman) – 3:58
8. Song for Susan (Nash) – 3:08
9. You Are Alive (Stills, Stergis) – 3:04
10. Might As Well Have a Good Time (Judy Henske, Craig Doerge) – 4:28
11. Daylight Again: (a) Daylight Again (b) Find the Cost of Freedom (Stills) – 2:36
Expanded Edition (2006)
12. Raise a Voice (Nash, Stills) – 2:34
13. Feel Your Love (Stills, Nash) – 4:28
14. Tomorrow Is Another Day (Stills) – 4:05
15. Might As Well Have a Good Time (Henske, Doerge) – 4:15 (Crosby demo)
Altri musicisti:
Timothy
B. Schmit — vocals on "Turn Your Back on Love," "Wasted on the Way,"
"Southern Cross," "Song for Susan," "You Are Alive," and "Tomorrow Is
Another Day"; bass on "Song for Susan"
Art Garfunkel — vocals on "Southern Cross" and "Daylight Again"
Michael Stergis — guitars all tracks except "Delta," "Might As Well Have A Good Time," "Daylight Again," and "Raise A Voice"
Joel Bernstein — acoustic guitar on "Wasted on the Way" and "Song for Susan"
Dean Parks — electric guitar on "Delta"
Gerry Tolman — guitar on "Too Much Love to Hide"
Danny Kortchmar — electric guitar on "Raise A Voice"
Michael
Finnigan — keyboards on "Turn Your Back on Love," "Southern Cross,"
"Into the Darkness," "Since I Met You," "Too Much Love to Hide," "You
Are Alive," "Might As Well Have A Good Time," "Feel Your Love," and
"Tomorrow Is Another Day" backing vocals — on "Turn Your Back on Love,"
"Southern Cross," "Since I Met You," "Too Much Love to Hide," and "You
Are Alive"
Craig Doerge — keyboards on "Turn Your Back on Love,"
"Wasted on the Way," "Delta," "Song for Susan," "Might As Well Have A
Good Time," "Raise A Voice," "Feel Your Love," "Tomorrow Is Another Day"
Richard T. Bear — keyboards on "Southern Cross"
Jay Ferguson — organ on "Song for Susan"
James Newton Howard — keyboards on "Raise A Voice"
George
"Chocolate" Perry — bass all tracks except "Wasted on the Way,"
"Delta," "Song for Susan," "Might As Well Have A Good Time," and
"Daylight Again"
Bob Glaub — bass on "Wasted on the Way"
Leland Sklar — bass on "Delta"
Joe
Vitale — drums on "Turn Your Back on Love," "Southern Cross," "Into the
Darkness," "Too Much Love to Hide," "You Are Alive," "Feel Your Love,"
and "Tomorrow Is Another Day"
Russ Kunkel — drums on "Wasted on the Way," "Delta," and "Song for Susan"
Jeff Porcaro — drums on "Since I Met You" and "Raise A Voice"
Joe
Lala — percussion on "Wasted on the Way," "Southern Cross," "Into the
Darkness," "Since I Met You," "Too Much Love to Hide," "You Are Alive,"
and "Feel You Love"; congas on "Raise A Voice"
Wayne Goodwin — fiddle on "Wasted on the Way"; cello arrangement on "Song for Susan"
Roberleigh Barnhart, Miguel Martinez, Ernie Ehrhardt — cellos on "Song for Susan"
Billboard chart peak: #8
Live It Up - 1990, Atlantic
1. Live It Up (Joe Vitale) – 3:54
2. If Anybody Had a Heart (John David Souther, Danny Kortchmar) – 4:28
3. Tomboy (Stephen Stills) – 3:22
4. Haven't We Lost Enough? (Stills, Kevin Cronin) – 3:06
5. Yours and Mine (Craig Doerge, David Crosby, Graham Nash) – 4:21
6. (Got to Keep) Open (Stills, Nash) – 4:40
7. Straight Line (Tony Beard) – 3:12
8. House of Broken Dreams (Nash) – 3:18
9. Arrows (Michael Hedges, Crosby) – 3:51
10. After the Dolphin (Doerge, Nash) – 5:05
Altri musicisti:
Joe
Vitale — drums; synthesizers on "Live It Up," "If Anybody Had A Heart,"
"Tomboy," "Yours and Mine," "(Got to Keep) Open," "House of Broken
Dreams," "Arrows," and "After the Dolphin"; keyboards on ""Live It Up,"
"If Anybody Had A Heart," and "Yours and Mine"; organ on "After the
Dolphin"; percussion on "Straight Line"
Craig Doerge — keyboards
on "If Anybody Had A Heart," "Yours and Mine," "Straight Line," "House
of Broken Dreams," "Arrows," and "After the Dolphin"
Bob Glaub — bass on "Tomboy," "Yours and Mine," "Straight Line," and "House of Broken Dreams"
Leland Sklar — bass on "If Anybody Had A Heart," "Arrows," and "After the Dolphin"
John David Souther — vocals on "If Anybody Had A Heart"
The Williams Family — vocals on "Live It Up"
Branford Marsalis — soprano saxophone on "Yours and Mine" and "Arrows"
Mike Landau — guitar on "If Anybody Had A Heart" and "After the Dolphin"
Roger McGuinn — guitar on "If Anybody Had A Heart"
Peter Frampton— guitar solo on "Straight Line"
Bruce Hornsby — piano, accordion on "(Got to Keep) Open"
Tony Beard — percussion programming on "Yours and Mine"; electric guitar on "Straight Line"
Mike Fisher — percussion on "If Anybody Had A Heart" and "After the Dolphin"
Michito Sanchez — percussion on "Tomboy" and "(Got to Keep) Open"
Vince Charles — percussion on "Arrows"
Rand Wetherwax — sound design including radio broadcast voices of Simon Jones and Harry S. Truman on "After the Dolphin"
Billboard chart peak: #57
After The Storm - 1994, Atlantic
1. Only Waiting for You (Stills) – 3:57
2. Find a Dream (Nash) – 3:51
3. Camera (Crosby, Stills) – 4:18
4. Unequal Love (Nash) – 4:44
5. Till It Shines (Crosby) – 4:19
6. It Won't Go Away (Stills) – 4:17
7. These Empty Days (Crosby, Nash) – 2:30
8. In My Life (Lennon, McCartney) – 2:20
9. Street to Lean On (Crosby) – 3:35
10. Bad Boyz (Stills) – 4:16
11. After the Storm (Nash) – 3:34
12. Panama (Stills) – 4:15
Ethan
Johns — drums on "Find A Dream," "Unequal Love," "Till It Shines,"
"These Empty Days," "In My Life," "Street to Lean On," "Bad Boyz," and
"After the Storm"; percussion on "Find A Dream," "Unequal Love," "Till
It Shines," "Bad Boyz," and "After the Storm"; guitars on "Find A
Dream," "Till It Shines," "These Empty Days," "Street to Lean On," and
"Bad Boyz"; mandocello on "In My Life"
Michael Finnigan — organ on
"Only Waiting for You," "Till It Shines," "It Won't Go Away," "Street
to Lean On," and "Bad Boyz"; synthesizer, vocals on "Only Waiting for
You"
Chris Stills — high string acoustic guitar on "In My Life"; spanish guitar on "Panama"; piano on "These Empty Days"
Michael Hedges — guitar on "Street to Lean On"
Craig Doerge — keyboards on "After the Storm"
Benmont Tench — Hammond B-3 on "Unequal Love"
Joe Rotondi — keyboards on "Panama"
James "Hutch" Hutchinson — bass on "Find A Dream," "Unequal Love," "Till It Shines," "These Empty Days," and "Street to Lean On"
Alexis Sklarevski — bass on "Camera," "Bad Boyz," and "Panama"
Daniel "Freebo" Friedberg — bass on "After the Storm"
Rick Marotta — drums on "It Won't Go Away" and "Bad Boyz"
Tris Imboden — drums on "Camera" and "Panama"
Jody Cortez — drums on "Only Waiting for You"
Rafael Padila — percussion on "Camera" and "Panama"
Lenny Castro — percussion on "Only Waiting for You"
Jen Stills — backing vocals on "After the Storm"
Billboard chart peak: #98
LIVE
Allies - 1983, Atlantic
1. "War Games" (Stills) - 2:18
2. "Raise A Voice" (Nash, Stills) - 2:31
3. "Turn Your Back on Love" (Stills, Nash, Stergis) - 5:04
4. "Barrel of Pain" (Nash) - 5:46
5. "Shadow Captain" (Crosby, Doerge) - 4:30
6. "Dark Star" (Stills) - 4:48
7. "Blackbird" (Lennon, McCartney) - 2:30
8. "For Free" (Mitchell) - 3:48
9. "Wasted on the Way" (Nash) - 3:04
10. "For What It's Worth" (Stills) - 5:38
Altri musicisti:
Danny Kortchmar — electric guitar on "War Games" and "Raise A Voice"
Michael Stergis — electric guitar on "Raise A Voice"
James
Newton Howard — keyboards on "War Games," "Turn Your Back on Love,"
"Barrel of Pain," "Dark Star," "Wasted on the Way," and "For What It's
Worth"
Michael Finnigan — keyboards on "Turn Your Back on Love,"
"Barrel of Pain," "Dark Star," "Wasted on the Way," and "For What It's
Worth"
Craig Doerge — keyboards on "War Games," "Raise A Voice," and "Shadow Captain"
George "Chocolate" Perry — bass
Joe Vitale — drums all tracks except "War Games" and "Raise A Voice"
Jeff Porcaro — drums on "War Games" and "Raise A Voice"
Efrain
Toro — percussion on "Turn Your Back on Love," "Barrel of Pain," "Dark
Star," "Wasted on the Way," and "For What It's Worth"
Joe Lala — percussion on "Shadow Captain"
Billboard chart peak: #43
CSN 2012 - 2012, Atlantic
Disc 1
1. "Carry On/Questions" Stills - 8:43
2. "Marrakesh Express" Nash - 3:44
3. "Long Time Gone" Crosby - 6:30
4. "Military Madness" Nash - 4:16
5. "Southern Cross" Stills, Curtis, Curtis - 5:09
6. "Lay Me Down" Raymond - 5:08
7. "Almost Gone" Nash, Raymond - 4:33
8. "Wasted on the Way" Nash - 3:33
9. "Radio" Crosby - 3:48
10. "Bluebird" Stills - 7:18
11. "Déjà Vu" Crosby - 13:18
12. "Wooden Ships" Crosby, Kantner, Stills - 10:40
Disc 2
1. "Helplessly Hoping" Stills - 5:02
2. "In Your Name" Nash - 5:06
3. "Girl from the North Country" Dylan - 4:51
4. "As I Come of Age" Stills - 4:09
5. "Guinnevere" Crosby - 7:01
6. "Johnny's Garden" Stills - 5:22
7. "So Begins the Task" Stills - 4:03
8. "Cathedral" Nash - 7:58
9. "Our House" Nash - 3:46
10. "Love the One You're With" Stills - 7:14
11. "For What It's Worth" Stills - 5:55
12. "Teach Your Children" Nash - 5:06
13. "Suite: Judy Blue Eyes" Stills - 9:20
Altri musicisti:
Shane Fontayne — guitars
James Raymond — keyboards, vocals
Todd Caldwell — organ
Kevin McCormick — bass
Steve DiStanislao — drums
ANTOLOGIE
Replay - 1980, Atlantic
Billboard chart peak: #122
CSN Box Set - 1991, Atlantic
Vedi tracklist dettagliata dei 4 cd
Billboard chart peak: #109
Greatest Hits - 2005, Atlantic
Vedi tracklist
Billboard chart peak: #24
Demos - 2009, Atlantic
1. "Marrakesh Express" Nash 2:23
2. "Almost Cut My Hair" Crosby 5:26
3. "You Don't Have to Cry" Stills 1:23
4. "Déjà Vu" Crosby 6:37
5. "Sleep Song" Nash 3:01
6. "My Love Is a Gentle Thing" Stills 2:06
7. "Be Yourself" Nash 2:58
8. "Music Is Love" Crosby, Nash, Young 4:15
9. "Singing Call" Stills 3:02
10. "Long Time Gone" Crosby 4:36
11. "Chicago" Nash 2:52
12. "Love the One You're With" Stills 3:13
Billboard chart peak: #104
DVD
Live in LA (1982)
The Acoustic Concert (1991)
Long Time Comin' (2004)
CSN 2012 (2012)