Talkin' To The Trees: la recensione di Mojo
1. Family Life
2. Dark Mirage
3. First Fire of Winter
4. Silver Eagle
5. Let's Roll Again
6. Big Change
7. Talkin to the Trees
8. Movin Ahead
9. Bottle of Love
10. Thankful
La vecchiaia ha galvanizzato Neil Young, spronando la creatività del cantautore. Talkin' To The Trees, il suo 46° album in studio, appare in mezzo a una marea di pubblicazioni d'archivio, film e tournée. Quando i suoi fidati Crazy Horse sono diventati troppo claudicanti, Young ha formato i Chrome Hearts reclutando una buona parte del suo altro gruppo-spalla, i Promise Of The Real, sostituendo Lukas Nelson con il leggendario tastierista Spooner Oldham, la cui collaborazione con Neil risale a Harvest Moon nel 1992.
L'amalgama di vecchi amici nei Chrome Hearts fa pensare che Young sia incline a cambiare rotta, eppure non vuole allontanarsi troppo da casa. Con il mondo in tumulto, è corso ai ripari, armandosi di canzoni di protesta come via di fuga. "Let's Roll Again", pseudo-sequel del suo inno di epoca 11 settembre, è un appello per la sua amata industria automobilistica, che nel 2025 si trova a un bivio politico grazie alla presenza di Elon Musk nella seconda amministrazione Trump. Mentre i Chrome Hearts avanzano, Young sbraita: “Se sei fascista, comprati una Tesla”, su una melodia che rispecchia "This Land Is Your Land", canzone che riecheggia anche in "Silver Eagle".
I richiami a Woody Guthrie, insieme alla semplicità delle canzoni, fanno sì che Talkin' To The Trees risulti immediato e attuale come Living With War. Ma a differenza di quella missiva sulla guerra in Iraq, questo non è affatto un telegiornale. È un diario, un riflesso dello stato d'animo di Young: arrabbiato con il mondo, trova riparo nella sua famiglia.
Nonostante il frastuono dei Chrome Hearts, Talkin' To The Trees è ancorato al folk domestico. La sua canzone chiave è "Family Life", un brano in cui l'artista celebra la sua prole prima di cantare le lodi della sua "miglior moglie di sempre". Il suo sboccato entusiasmo è mitigato da "First Fire Of Winter" e "Bottle Of Love", un paio di canzoni che ricordano l'intimità del focolare di "Will To Love".
Young non evoca deliberatamente i fantasmi del passato, piuttosto nella sua nuova band trova un nuovo posto confortevole. Ogni volta che il gruppo suggerisce una deviazione, lui non la rifiuta: "Dark Mirage" corre libera per il garage fino a quando non viene richiamata dall'inquietante risacca del suo ritornello, mentre la cugina "Movin' Ahead" è guidata da un basso fuzz che minaccia di spezzarla in due. Si tratta di burrasche passeggere: in tutto l'album l'artista si dice grato per le piccole cose, come fare la spesa al mercato agricolo o cantare una nuova canzone per la prima volta. Come si conviene, Talkin' To The Trees è uno di questi semplici piaceri, un porto sicuro nella tempesta di questi tempi difficili.
Stephen Thomas Erlewine, Mojo
giudizio **** (su 5)
Traduzione: MPB, Rockinfreeworld
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