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Rassegna stampa d'epoca: Time Fades Away / On The Beach / Tonight's The Night

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TIME FADES AWAY – 1973 IL NUOVO DISCO DI NEIL YOUNG RIFUGGE DAL TRATTAMENTO IN STUDIO Il quinto album di Neil Young, Time Fades Away, potrebbe disturbare alcuni appassionati di Young sin dal primo ascolto. Privato del trattamento studio dei precedenti lavoro, il nuovo disco suona, a tratti, rozzo e vuoto. La vera voce di Young arriva direttamente dalle esecuzioni dal vivo, suonando spesso ruvida e contrastante con i cadenzati gemiti dei suoi primi lavori. Strumentalmente, ad eccezione della stupenda pedal-steel di Jack Nitzsche, gli Stray Gators – il gruppo di Young – fornisce uno sfondo musicale che non rappresenta la versatilitĆ  dell'artista. (Young suona il piano, la chitarra e l'armonica su questo disco.) Ma ciò non costituisce un limite alle composizioni. Uno dei marchi di fabbrica di Young in tutta la sua carriera ĆØ la semplicitĆ  dei suoi ritmi, addirittura la costruzione di canzoni su temi di vecchia data. Young protende questa capacitĆ  su questo album, in canzoni...

On The Beach / Tonight's The Night / Zuma - The Rolling Stone archives

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ON THE BEACH - 1974  Fin dai suoi giorni nei Buffalo Springfield, i mutamenti delle preoccupazioni di Neil Young hanno rappresentato il barometro dell’attitudine di una generazione, riflettendo il dissolversi dell’idealismo politico e la fine della giovinezza stessa. Perfino nelle prime ballate come “Sugar mountain” o “I am a child”, Young metteva gentilmente in guardia dal vivere nell’illusione di una perenne giovinezza, mentre la sua voce adolescenziale ci tenava con questa eventualitĆ . Il dolore dell’affrontare la realtĆ  degli adulti in un momento storico che incoraggiava il prolungamento delle fantasie adolescenziali era compreso nella sottesa tematica dei primi tre album solisti di Young, una trilogia culminata in After The Gold Rush, forse la quintessenza del cambio di decennio in un album di un folk-rocker. Laddove la musica di Dylan ha rappresentato l’elemento di punta della rabbia generazionale e del fervore morale della metĆ  degli anni sessanta, Young ha invece ...

The Oral History: On The Beach, 1974

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Neil Young : Un disco cupo, oscuro, difficile da capire. Ho scritto e registrato l’album mentre mi stavo separando da Carrie [silenzio]… Mi piace molto la copertina di quel disco. [5] Tonight's The Night e On The Beach furono dischi piuttosto liberi. Ero un po' giù a quel tempo, ma ho fatto solo quello che volevo fare. Penso che se ciascuno guarda indietro nella propria vita vedrĆ  che ĆØ passato attraverso un periodo simile. Ci sono periodi di depressione, periodi di euforia, ottimismo e scetticismo, tutto quanto... semplicemente si ripete a onde. Vai alla spiaggia e vedi la stessa cosa, immagini ogni onda come un insieme di emozioni che arrivano. Continuano ad arrivare. Tanto più le ignori tanto più ci sono. Se cominci a chiudere te stesso e ti impedisci di vivere attraverso le cose che ti passano dentro, ecco credo che lƬ ĆØ dove si cominci a invecchiare velocemente. [3] On The Beach non ĆØ male ma quando lo riascolto mi dico che non avrei dovuto pubblicare tutte le canzo...

Neil Young: On The Beach (Reprise, 1974)

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Ad oggi On The Beach ĆØ definito un capolavoro, contendendosi con After The Gold Rush la vetta dei masterpiece younghiani. Questo per dire che ĆØ un album essenziale la cui integritĆ  concettuale e sonora ĆØ impressionante. Ogni album di Young ha un tratto sonoro peculiare, e questo raggiunge la perfezione. Le canzoni, poi, sono disarmanti come quelle di Tonight's The Night (uscito dopo ma inciso prima), ma al contrario sono incise in modo limpido. La prosaica e visionaria "Ambulance Blues" ĆØ l'icona di questo disco, insieme agli altri (falsi) blues, "Vampire" e "Revolution". Quest'ultima ĆØ un rock molto oscuro e provocatorio su certi aspetti "scomodi" della vita a Laurel Canyon, casa di Charles Manson, che era amico di Neil Young. Tensioni personali sono al centro di "Walk On", "For The Turnstiles", "Motion Pictures (For Carrie)", "See The Sky About To Rain" (dove Neil usa una delle immagin...

On The Beach - Rassegna Stampa (pt.2)

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Neil Young ha sequestrato per anni un po' di album del suo catalogo, sostenendo di non avere nastri di prima qualità per effettuare remastering degni di quel nome. Oggi ne libera alcuni, e nel mazzo c'è questo piccolo capolavoro dimenticato; un disco preparato in fretta e quasi per caso, come vedremo, che all'epoca naufragò nell'indifferenza e venne bollato anche da giudizi impietosi ma con il tempo si è preso la sua rivincita e oggi brilla come una luminosa stella nel cielo del Canadese. On The Beach è un sogno dell'estate 1974 - un sogno inquieto, smanioso, quasi un incubo. Young non aveva ancora trent'anni e viveva la più agitata stagione della sua vita. Tre anni prima, con Harvest, aveva conquistato oceaniche folle in tutto il mondo centrando un fantastico double in testa alle classifiche americane e britanniche; un Sgt. Pepper per i nuovi tempi hippy, il culmine del mito di San Francisco. Poi, però, si era messo d'impegno a dilapidare quella for...

On The Beach - Rassegna Stampa (pt.3)

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Prima i fasti di DejĆ  Vu e 4 Way Street assieme ai CSN, poi l’apoteosi tradizionalista (in chiaroscuro) di After The Gold Rush e Harvest, ovvero come catapultarsi tra le stelle nel giro di un clamoroso biennio (‘70-’71). Subito dietro l’angolo, però, attendeva l’inferno: crisi epilettiche ed esistenziali, il tonfo clamoroso di Journey Trough The Past (disco e film), la tragica morte dei compagni d’avventura Danny Whitten e Bruce Berry. Un periodo terribile insomma, ma arrivato sull’orlo dell’abisso Neil Young vi gettò il suo sguardo più lunare, fragile e indifeso, licenziando dischi aspri e magnifici come Tonight’s The Night, Time Fades Away e, appunto, On The Beach. Buttate uno sguardo all’immagine di copertina: sotto quella sabbia ci può essere di tutto. Sopra, un mistero di spalle, il chiacchiericcio dei colori, le carcasse delle utopie. E quel mare senza sorriso. Ora sapete cosa aspettarvi. Si parte con “Walk On”, il suo zampettare decadente e festoso, tra pennate sornio...