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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017
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Everybody's Rockin' / Old Ways / Landing On Water - The Rolling Stone archives

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EVERYBODY’S ROCKIN’ – 1983 Proprio quando ci si sta abituando al Nuovo Mondo Coraggioso di Neil Young, fatto di pop sintetico e amori computerizzati, lui salta nella più vicina cabina telefonica, si straccia il vestito spaziale e riemerge come… gli Stray Cats? Con Everybody’s Rockin’ l’artista più esasperatamente rapido nei cambiamenti molla la new wave e cerca conforto nelle sue vecchie radici registrando dieci rockabilly profondamente primitivi e melodie country-blues nello stile delle Sun Session. Everybody's Rockin' è la spiritosa protesta contro la maggior parte del pop elettronico freddo e serioso (non importa che lo stesso Young ne abbia prodotto l’esempio più eloquente con Trans) ed è una celebrazione della mania danzereccia degli anni ottanta. Otto canzoni sono frenetici ballabili da party, dall’andamento ubriaco del tormentone di Bobby Freeman “Betty Lou’s got a new pair of shoes” fino al maniacale swing alla Chuck Berry della title track. E ognuna di queste ca

La situazione richiede che se ne parli: interviste a Neil Young

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Estratti dall'intervista a Relix, gennaio 2017 Neil Young: [I Promise Of The Real] sono una band fantastica, hanno un fantastico groove. […] Quando suoniamo insieme possiamo improvvisare e fare jam, e cantano anche tutti molto bene. Sono molto più intonati di me. Eravamo nel sito di Keystone [oleodotto, Dakota] per protestare contro l'invasione dei terreni agricoli. Eravamo tutti lì, così ho detto “Vi faccio sentire un paio di canzoni che vorrei fare”, e le abbiamo fatte. “Who's Gonna Stand Up?” è stata una delle prime che abbiamo imparato. […] Loro amano la mia musica e mi danno sempre suggerimenti sulle canzoni. E io so che qualsiasi canzone mi venga in mente di fare, loro la possono imparare appena gliela faccio sentire. Questo mi permette di suonare centinaia di canzoni, cosa che non è mai successa prima nella mia vita. È molto divertente ed è per questo che sto continuando, perché è davvero bello. […] Ho suonato con i Promise Of The Real e sto suonando anco

Hawks & Doves / Reactor / Trans - The Rolling Stone archives

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HAWKS & DOVES – 1980 Agli inizi dell’anno io e un amico discutevamo se era vero o meno che i Clash avevano già fatto il Disco dell’Anno con London Calling. Dissi: “Forse Neil Young ci sorprenderà di nuovo facendo ancora di meglio”. Il mio amico rispose: “Si, potrebbe. Ma dovrebbe fare un disco politico e non so se è possibile farlo proprio ora in questo paese”. Hawks & Doves può non essere il Disco dell’Anno (dura solo trenta minuti!), ma è un album politico sull’America e come la maggior parte dei dischi di Young non è quello che ci si aspettava, o meglio come al solito è diverso da ciò che stava facendo l’anno scorso. Nonostante alcune superstar degli anni sessanta hanno traghettato intatti verso i settanta, chi altro nel r ‘n’ r è così migliorato con l’avanzare dell’età? Chi altro è rimasto così vitale senza mai appiattirsi veramente? La cosa incredibile della recente forza di Young è il suo incrementato spessore. Lo stesso Comes A Time, elegante e molto ben curato (p