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Visualizzazione dei post con l'etichetta Landing On Water
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Rassegna stampa d'epoca: Landing On Water

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Nella scia dei claustrofobici lavori precedenti, l'audace confessione di Landing On Water sembra più liberatoria. Se era stato sedotto dalla tecnologia in Trans – un incubo futuristico infestato dai Kraftwerk – qui Young ha l'equipaggiamento hardware alle sue dipendenze, forza il suono uniforme digitale a piegarsi alle sue volontĆ  analogiche ed erranti. Su Water, Young rifiuta di tornare ai giorni semplici, scegliendo invece di confrontarsi col mondo cosƬ com'ĆØ e trovarsi il suo posto. CosƬ la batteria programmata ĆØ fragorosamente fuori controllo, come un guasto tecnico in un replicante di Blade Runner, mentre il familiare strillo dell'elettrica di Young assume il ruolo di guida e sicurezza. In questo confronto tra fazioni elettroniche in guerra, Young si lamenta ansiosamente del suo “lato violento” e rifiuta di intrattenere altre “storie fortunate”, anche se sta seguendo il “ritmo delle brutte notizie”; ammette comunque che “ha un problema” anche se si ĆØ alleggerito...

The Oral History: Landing On Water (1986)

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Young: Avevo bisogno di un cambiamento radicale. Volevo vedere cosa sarebbe successo, cosa sarebbe venuto fuori negli studi di L.A., che tipo di disco avremmo fatto, come lo avremmo fatto. Le voci di quell'album sono piuttosto deboli perchĆ© sono state tutte sovraincise. Anche i demo furono sovraincisi, perchĆ© le tracce originali furono sovraincise sulle tracce sincronizzate. Non fu un'idea di Danny [Kortchmar]. La colpa fu mia. Avevo quest'idea, volevo vedere cosa ne usciva. Era come un ritorno nella creativitĆ  in studio. Ne avevo persa un po'. Landing On Water fu l'inizio – o la fine, dipende da come la vedi. Volevo solo provare qualcos altro, rompere di nuovo... Mi sentivo di morire. Sentivo che se non avessi fatto qualcosa, l'avrei perso. Qualcosa doveva svegliarmi. Quando feci Landing On Water cominciai a funzionare nel verso giusto. Non avevo abbastanza forza per sollevare la chitarra sopra la spalla, ero tutto un dolore, abbassare e alzare le braccia, do...

Everybody's Rockin' / Old Ways / Landing On Water - The Rolling Stone archives

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EVERYBODY’S ROCKIN’ – 1983 Proprio quando ci si sta abituando al Nuovo Mondo Coraggioso di Neil Young, fatto di pop sintetico e amori computerizzati, lui salta nella più vicina cabina telefonica, si straccia il vestito spaziale e riemerge come… gli Stray Cats? Con Everybody’s Rockin’ l’artista più esasperatamente rapido nei cambiamenti molla la new wave e cerca conforto nelle sue vecchie radici registrando dieci rockabilly profondamente primitivi e melodie country-blues nello stile delle Sun Session. Everybody's Rockin' ĆØ la spiritosa protesta contro la maggior parte del pop elettronico freddo e serioso (non importa che lo stesso Young ne abbia prodotto l’esempio più eloquente con Trans) ed ĆØ una celebrazione della mania danzereccia degli anni ottanta. Otto canzoni sono frenetici ballabili da party, dall’andamento ubriaco del tormentone di Bobby Freeman “Betty Lou’s got a new pair of shoes” fino al maniacale swing alla Chuck Berry della title track. E ognuna di queste ca...

Landing On Water - Rassegna Stampa

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A ciascuno va riconosciuto il diritto d’invecchiare come meglio crede. Però, ciò detto non si può trattenere un modo istintivo di tristezza di fronte alla senescenza tecnologica di un buon artista qual ĆØ stato (fu) Neil Young: perchĆ© questo suo album ĆØ opera chiaramente senile, che tenta di alleviare una desolante carenza d’idee a forza di sintetizzatori e trucchetti elettronici, senza rendersi conto di sprofondare nel più desolante dei luoghi comuni. Povero Neil. Molto s’ĆØ scritto contro i gruppi che ripetono sĆ© stessi anno dopo anno, ciclostilando sempre lo stesso disco con titoli diversi; ma che dire allora di fronte a un tal patetico tentativo di rinnovamento? Il problema dell’album sta giĆ  della concezione. Le melodie, le armonie, i tratti stilistici di base sono sempre i soliti. Ma questo vino vecchio ĆØ travasato a viva forza nelle botti d’un arrangiamento che pare la caricatura di Thomas Dolby: ritmi spezzati di batterie più o meno automatiche, sintetizzatori usati a proposit...

Neil Young: Landing On Water (Geffen, 1986)

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di Salvatore Esposito La pubblicazione di Old Ways non era stata priva di difficoltà per Neil, aveva infatti portato con se un lungo strascico di polemiche, denuncie, richieste di risarcimento e quant'altro potesse nuocere alla stabilità artistica del cantautore canadese. Alla fine però come la storia ci insegna a vincere fu ancora la Geffen, che stipulò un nuovo accordo con Neil imponendogli un produttore di grido per il nuovo album. All'inizio si parlò anche di un contatto con gli R.E.M. per la realizzazione di un album insieme con il materiale poi confluito in questo disco ma la band di Athens rifiutò proprio perchè la Geffen aveva fatto causa a Neil, così il canadese cominciò a guardarsi intorno. Smaltita la sbornia country di Old Ways Neil ripartì con una nuova dose di computer e sintetizzatori e si presentò di nuovo in studio insieme ai Crazy Horse. Sede delle session di registrazione furono i Broken Arrow Studios, ma il risultato fu a dir poco penoso. I Crazy Hor...