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Neil Young: Landing On Water (Geffen, 1986)

di Salvatore Esposito

La pubblicazione di Old Ways non era stata priva di difficoltà per Neil, aveva infatti portato con se un lungo strascico di polemiche, denuncie, richieste di risarcimento e quant'altro potesse nuocere alla stabilità artistica del cantautore canadese. Alla fine però come la storia ci insegna a vincere fu ancora la Geffen, che stipulò un nuovo accordo con Neil imponendogli un produttore di grido per il nuovo album. All'inizio si parlò anche di un contatto con gli R.E.M. per la realizzazione di un album insieme con il materiale poi confluito in questo disco ma la band di Athens rifiutò proprio perchè la Geffen aveva fatto causa a Neil, così il canadese cominciò a guardarsi intorno. Smaltita la sbornia country di Old Ways Neil ripartì con una nuova dose di computer e sintetizzatori e si presentò di nuovo in studio insieme ai Crazy Horse. Sede delle session di registrazione furono i Broken Arrow Studios, ma il risultato fu a dir poco penoso. I Crazy Horse erano allo sbado completo a trovarsi di nuovo di fronte a sintetizzatori, vocoder e batterie elettroniche, e così Neil decise di accantonarli e affidarsi a Danny Kortchmar, famoso per aver collaborato con Crosby & Nash oltre che con James Taylor. Vennero organizzate delle nuove session questa volta a Los Angeles presso i Record One. Ad affiancarlo nelle registrazioni c'erano solo due musicisti oltre a lui, Steve Jordan alla batteria e Danny Kortchmar al basso. Il sound segna un ulteriore cambiamento, se le prime session ai Broken Arrow Studios ricordavano vagamente Trans queste segnano un primo passo nel cammino di riappropriazione del suo sound rock degl'anni 70. E' proprio dagl'anni settanta che si può tracciare una linea di unione con Landing On The Water e più nello specifico con Tonight's The Night's. Certo la differenza è abbissale ma la sensazione di claustrofobica ossessione, è la stessa, l'angoscia latita lungo il disco come nel capolavoro degl'anni 70. E' un angoscia diversa, un angoscia artistica, non certo esistenziale che prende vita nella canzone I got a problem, in cui Neil dice di "avere un problema che non riesce a spiegare". La sua reticenza non fa altro che esemplificare che in questo periodo Neil di problemi ne ha più di uno, a partire dalla sua famiglia, per finire alla Geffen, dove come interlocutori ha un branco di affaristi. Landing On Water è così il risultato di un lavoro di transizione, un disco che anticipa un ulteriore salto, quello di Life, ma senza dubbio è il disco peggio riuscito del periodo Geffen. Bollarlo come un episodio discografico autolesionistico, è errato in quanto in quanto Neil Young, attraverso quella coltre di suoni sintentici e batterie elettroniche, si sbatte, si arrampica sugli specchi per comunicarci qualcosa che putroppo alle nostre orecchie ci giunge per certi versi indecifrabile, molto più di Trans, non ci resta che guardarlo soffire, proprio come in Tonight's The Night's, questa volta però non ci sono vie d'uscita, eccetto un ammaraggio di emergenza. Sin dalle prime note il suono è violento, acido, sofferto, velato da un appeal melodico che rende le canzoni sgraziate e spesso urticanti. Il disco parte con Weight Of The World, una rock-ballad con pretese da disco music ma che finisce per complicarsi la vita lungo il suo svolgimento. Il secondo pezzo Violent Side, comincia bene, sembra ingranare davvero ma quando parte il coro con i ragazzini diventa insostenibile nella sua povertà musicale. Qui è evidente il lavoro di sovraincisione per dare al brano una qualche consistenza ma finisce per mandare all'aria tutto ciò che era stato fatto in fase di scrittura. Quando termina il pezzo si ha la sensazione di aver subito un attacco da parte di un wrestler professionista, nella testa rimbombano i colpi martellanti della batteria e del synt-bass come cazzotti violenti. Se Neil aveva intezione di creare una situazione drammatica, penso ci sia riuscito davvero. Le sorti del disco si risollevano con Hippy Dream, dedicata a David Crosby che in quel periodo era alle prese con problemi di tossicodipendenza. Si sentono forti gl'echi di Tired Eyes ma qui il linguaggio è realistico fino all'eccesso, duro e violento, quasi usasse questa canzone per dargli una stoccata finale, e per poi incoraggiarlo a ricominciare. Il pezzo in se gira benissimo nonostante il wall of sound di batteria elettronica e sintetizzatori, e si pone come il momento più riuscito dell'intero disco. Buona è anche Bad News Beat che gira su un meccanismo scontato ma che alla fine finisce per soddisfare l'appassionato medio. Touch The Night sarebbe decente se non ci fosse ancora una volta il coro dei bambini e se non avesse una strana somiglianza con Like Hurricane. Mediocri anche le successive People On The Street e Hard Luck Stories, che appaiono in ritardo anche sulla produzione a loro contemporanea, quanto ai testi navigano in una latente indolenza. Sul finale si ritrova il bandolo della matassa, se infatti I Got A Problem come detto è sintomatica del periodo, Pressure e Drifter, vanno dritto tra le migliori canzoni del periodo non fosse altro che per i testi particolarmente interessanti ma sopratutto per l'approccio che appare finalmente pregno di coerenza e di un briciolo di quella genialità che aveva caratterizzato gl'altri lavori di Neil. Insomma un disco da avere solo se si è curiosi di sapere cosa ha combinato il nostro durante la sua permanenza alla Geffen.


Landing On Water (Luglio 1986, Geffen GHS 24109)
Neil Young

Weight Of The World [3:40]
Violent Side* [4:22]
Hippie Dream [4:11]
Bad News Beat [3:18]
Touch The Night* [4:30]
People On The Street [4:33]
Hard Luck Stories [4:06]
I Got A Problem [3:16]
Pressure [2:46]
Drifter [5:05]

Prodotto da Neil Young & Danny Kortchmar

Registrato al Broken Arrow Ranch di Woodside, CA e al Record One di Los Angeles, tra l'Agosto del 1973 e il Marzo del 1986.

Il CAST
Neil Young: guitar, synthesizer, vocal
Danny Kortchmar: guitar, synthesizer, vocal
Steve Jordan: drums, synthesizer, vocal
Con la partecipazione del
*The San Francisco Boys Chorus

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