di Matteo Barbieri, Rockinfreeworld

Nella progressione
lancinante di “Bittersweet” di Crosby (ma anche in quella di “Love Work
Out” di Nash) si riassume il taglio di questo capolavoro. Immensamente
superiore all'esordio
Crosby/Nash del 1972, questo disco del 1975
afferra il cuore. Non è solo per la qualità delle canzoni, che escono
da un periodo davvero creativo per i due e che abbracciano l'intera
gamma dei temi che hanno più a cuore (amore, pace, società, ecologia e
naturalmente tutto l'“inner space” dell'essere umano) in modo
intelligente, che va decisamente al di là delle utopie del primissimo
periodo di CSN. È anche per un sound magico, caldo e curato, e allo
stesso tempo spontaneo (e l'edizione cd rimasterizzata, Universal MCA,
2000, lo valorizza nel modo giusto). Ogni canzone esce letteralmente dai
solchi con il raro pregio di “avvolgere”. Questa è la sensazione.
Avvolgere cosa? Be', le orecchie, l'anima... poi si va sul personale.
Ogni strumento ha il suo spazio in un missaggio che non lascia vuoti, e
ciascun dettaglio sembra uscire nel momento in cui vi si pone
l'attenzione. Le voci di C&N poi sono semplicemente pure.
L'integrità di questo disco e il “tutto sonoro” che crea, si fanno più
belli ad ogni ascolto e sono paragonabili (ma ognuno potrebbe fare il
suo esempio) a
If I Could Only Remember My Name di Crosby (1970) oppure
On The Beach di Neil Young (1974).
Come
sempre le rispettive canzoni dei due autori si distinguono nettamente,
ma sono accomunate da un denominatore climatico. È questo a farne un
blocco unico e inscindibile. Allora la triade di partenza “Carry
Me”-“Mama Lion”-“Bittersweet” diventa un dolce decollo (o discesa...
dipende da come la si vede). Con il binomio “Naked In The Rain”-“Love
Work Out” (specialmente nella infuocata, neilyounghiana conclusione di
quest'ultima) si avvertono la dolcezza e la potenza che risiedono in
Crosby & Nash di metà anni 70.
“Cowboy
Of Dreams”-“Homeward Through The Haze”-“Fieldworker” costituiscono
un'altra suite da entrare nella mitologia. Separato l'episodio finale
“To The Last Whale”, bellissimo proprio per il suo essere isola nonché
conclusione del viaggio, una delle canzoni più significative di Nash.
Forse “Take The Money And Run” e “Low Down Payment” non fanno presa
quanto le altre, ma parliamo comunque di un disco che non ha cadute di
sorta. Parliamo di un disco che tutto il genere umano dovrebbe ascoltare
almeno una volta nella vita.

L'album si colloca
in un momento di stasi per Crosby Stills & Nash, dopo la reunion
nel 1974 per il megagalattico tour di CSN&Y e il tentativo fallito
per un nuovo disco. Questo per colpa – a sentire Young –
dell'insufficienza di nuovo materiale da parte di CSN. A Crosby e Nash
però, quando si mettono al lavoro per questo album tra aprile e
settembre 1975, le nuove canzoni non mancano. Alcune erano già apparse
col supergruppo (“Homeward Through The Haze” e “Taken At All”,
quest'ultima rimasta inedita). In realtà il tipo di musica di Crosby e
Nash, così come quella di Young, era decisamente intimistica e aveva
bisogno di un rapporto più stretto tra musicista e pubblico di quanto
potesse offrire un tour che riempiva le arene (decine di migliaia di
persone). La frustrazione fu tale che subito dopo C&N andarono per i
fatti loro (così come Young e Stills che collaborarono per il
malriuscito Long May You Run).
Wind On The Water,
come ho detto all'inizio, trae la sua forza anche dalla pura esecuzione
dei brani: Danny Kortchmar alle chitarre, Craig Doerge alle tastiere,
Leland Sklar e Tim Drummond al basso, Russ Kunkel alla batteria.
Musicisti di punta della scena californiana dei Settanta che, come
rivelano le note nel booklet del cd, “offrirono a David e Graham
qualcosa di cui CSNY non erano mai stati capaci: una band in grado di
estendere la loro visione senza far straripare la propria agenda, e
sulla cui stabilità potevano contare”.
Vi
sono inoltre apparizioni occasionali, come Jackson Brown in “Love Work
Out” (Nash) e James Taylor in “Carry Me” (Crosby), canzone a largo
spettro che parla della morte della madre e del nuovo rapporto con una
donna. In “Take The Money And Run” (“prendi i soldi e scappa”, che non
c'entra nulla con il film di Woody Allen), Nash non si risparmia
nell'accusare la sua vecchia band, gli Hollies. “Bittersweet” di Crosby
si lega direttamente allo stile ipnotico “come di una corrente oceanica”
di suoi brani celebri come “Guinnevere” e “Everybody's Been Burned”, e
fu scritta e registrata in una giornata.
Composta
insieme, invece, “Naked In The Rain”. “Critical Mass”, il prologo di
“To The Last Whale”, fu inciso nel 1970 per l'album solista di Crosby,
che racconta: “è stato un esperimento stile Bach in una stanza per
l'eco, […] una delle migliori piece di pura musica che abbia mai fatto”.
Nash sovraincise poi la sua parte e la collegò a “Wind On The Water”,
canzone che si rifà dalle vacanze di mare che Crosby, Stills e Nash
erano soliti fare sul veliero di Crosby.
“Cowboy
Of Dream” (Nash) si ispira alla reunion con CSN&Y, e in particolare
a Young. Di “Fieldworker” Nash racconta (nelle note alla canzone
sull'antologia Reflections): “nel 1975 fui invitato a un party dal mio
amico David Geffen. Migliaia di dollari erano stati spesi, ogni cosa era
impeccabile. […] Più tardi guidai verso i magazzini alimentari dei
lavoratori immigrati nella città di Delano. Inutile dire l'assoluto
contrasto con Los Angeles da cui provenivo, […] mi disturbò
profondamente.”
Crosby:
“Lavorare con Nash era una gioia totale, lui ha joie de vivre, conosce
se stesso, è una guida, è intelligente e mira all'eccellenza, e in più è
un gentleman. Era tutto quello che si poteva desiderare da un amico e
da un collega. Alcuni album sembrano raccolte di canzoni individuali.
Questo album era incredibilmente coesivo. Come se avessimo invitato
tutti i pezzi a un party e tutti fossero venuti.”
La
session dell'album durò 18 ore e gettò le basi anche per gran parte
dell'album successivo: Crosby e Nash rinnovarono subito il sodalizio in
questo momento fortemente creativo e, nel 1976, conclusero il loro terzo
disco, Whistling Down The Wire.