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Neil Young: Mirror Ball (Reprise, 1995)

di Salvatore Esposito
Registrato dal vivo in studio nel 1995 con i Pearl Jam Mirroball, è il manifesto del genere grunge come Harvest lo era per quello West Coast. Rappresenta un momento cruciale per tutta la musica degl' anni ’90 perchè ha visto nello stesso studio l'ispiratore di quel genere e suoi massimi esponenti. Neil Young e Pearl Jam, le due metà di un pezzo di storia. Il padre e i suoi figli, il maestro e i suoi allievi migliori. Le nevrosi elettriche del Neil Young di Rust Never Sleeps, furono prese a modello dal movimento grunge, nato a Seattle sotto l'egida della Sub Pop prima e della Geffen poi. Il Grunge si sviluppò su quella linea stilistica, approfondendone i lati più spigolosi e violenti, fino a diventare uno dei generi più popolari negl'anni novanta. L'unione con i Pearl Jam rappresentava una formula assolutamente inedita in studio, ma dal vivo era stata già collaudata. Infatti il lavoro su disco è il risultato di una serie di incontri sul palco che sin dal tour con Booker T & MG's del 1993, in cui la band di Seattle faceva da opening act avevano impressionato parecchio. La svolta ci fu durante un MTV Video Award in cui Neil e i Pearl Jam suonarono insieme una violentissima versione di Rockin' In The Free World, e il tutto si concretizzò poi durante l'introduzione di Neil Young nella Rock N' Roll Hall OF Fave, durante la cerimonia infatti Eddie Vedder gli consegnò l'onoreficenza e poi ci fu il terremoto. I Pearl Jam, Neil Young e i Crazy Horse tutti insieme per la più esplosiva versione di Fuckin' Up che si ricorda. Immediatamente vennero fissate le session al Bad Animals di Seattle...e lì cominciò l'avventura di Neil con i Pearl Jam che si protrasse anche per un magnifico tour di promozione. Ciò che appare subito sin dai primi ascolti è che ci troviamo di fronte ad una lavoro che raccoglie due magnifici "vincenti" (I'm The Ocean, Song X) ed un rosario che rivisita stereotipi assortiti della liturgia di Neil Young (Truth Be Known, Downtown, Throw Your Hatred Down). L’album è in perfetta linea con i tempi, definito dalla critica senza mezzi termini un “lavoro grunge”. Canzoni impregnate da potenti riff, nei brani è comunque presente una “linea country” che smussa e arrotonda gli spigoli creati dalla musica del gruppo di Seattle. Il sound di questo album è completamente diverso da quei lavori ispirati quali "Harvest" o "Tonight's this night", forse volutamente diverso, molto più compatto e semplice, dove però troviamo brani riusciti quali "I'm the ocean", "Peace and love", o "Downtown". L'impatto del sound è grezzo ma allo stesso tempo potente e ben studiato, i pezzi si alternano tra dolci e lenti e altri più aggressivi, che si avvicinano allo stile dei Pearl in Vitalogy, l'aspetto folk insito di Neil è rimasto, ma questo aumenta solo la spettacolarità dell'album. Vale allora veramente la pena ascoltarselo sia per un banale motivo di piacere che a scopo "educativo" in quanto una della basi del nuovo movimento rock, in più di un livello altissimo per quanto riguarda la tecnica. Sulla copertina leggiamo nomi come Mike McCready, Stone Gossard, Jeff Ament che contribuiscono ad alzare la qualità di questo lavoro. Neil ci stupisce ancora con la sua fantastica voce, questa volta accompagnata da Eddie Vedder in un'unione fantastica. Chi pensava che la collaborazione tra i lui e i Pearl Jam potesse portare languere in un tripudio di energia senza senso, cozza con un lavoro che ridà linfa ad un genere destinato a morire, si congiungono così magicamente l' esperienza di Neil con quella di uno dei gruppi più significativi degli ultimi anni, e non è poco, dato il risultato. Certo il disco è a tutti gli effetti opera di Neil Young, sue sono le canzoni, sua la voce, la presenza musicale dei Pearl Jam appare ben visibile in quanto loro ci aggiungono assoli di gran livello, rendendo la loro presenza forte, ma soprattutto facendo emergere il loro sound da subito ben riconoscibile, ascoltare per credere Act Of Love, sembra un outtake di Ten. Ecco che chi sostiene che i Pearl Jam abbiano aggiunto poco di loro sbagliano, anche se nei credits solo una canzone, Peace And Love è cofirmata con Eddie Vedder. Bisogna ricordare in proposito che Neil, ai tempi della Geffen stava cercando di realizzare un disco insieme ai REM e che non si realizzò per problemi contrattuali. Dunque viene semplice capire la realtà che i Pearl Jam appaiono ufficialmente in veste di umilissima backing band, invece di avere in nome strombazzato in copertina, il che avrebbe sicuramente fatto diventare questo disco il più importante della storia. Da ricordare sempre ad avallo di questa tesi, c'è il singolo Merkinball uscito per la Epic Records a firma Pearl Jam che presenta due canzoni nate durante le session con Neil, segno inconfutabile che questa alchimia se ufficializzata avrebbe prodotto capolavori di ben più alta caratura, ascoltare per credere "I Got It" e "Long Road" brani scritti da Vedder, ma in cui la mano di Neil appare evidente. Tra l'altro quest'ultima è stata anche eseguita in duetto con Eddie, al Tribute To Herpes, ne nacque una versione di bellezza disarmante. Questo singolo diventò anche "Disco d'Oro" in quanto vendette la bellezza di 500.000 copie. Altra particolarità del disco è che è in tutto molto simile a quello di Neil, sul cd c'è la stessa fiamma che lo circonda proprio che vista allo specchio fa apparire la scritta Pearl Jam, in più nel retro della copertina c'è scritto scritto "sono stati dei bei giorni Neil", a ricordo di quelle session. Insomma un disco che non può deludere. Assolutamente!
Mirrorball (7 Agosto 1995, Reprise 9362-45934)
Neil Young & Pearl Jam

Song X [4:40]
Act of Love [4:54]
I'm the Ocean [7:05]
Big Green Country [5:08]
Truth Be Known [4:39]
Downtown [5:10]
What Happened Yesterday [:46]
Peace and Love [7:02]
Throw Your Hatred Down [5:45]
Scenery [8:50]
Fallen Angel [1:15]

Tutte le canzoni sono di Neil Young eccetto le liriche aggiuntive a Peace and Love di Eddie Vedder

Prodotto da Brendan O'Brien

Registrato ai Bad Animals di Seattle il 26 e il 27 Gennaio e dal 7 al 10 Febbraio del 1995

IL CAST:

Neil Young: Vocals, electric and acoustic guitars, pump organ
Jeff Ament: Bass guitar
Stone Gossard: Electric guitar
Mike McCready: Electric guitar
Jack Irons: Drums
Brendan O'Brien: Background vocals, Electric guitar, Piano
Eddie Vedder: Background vocals

Nota: Per motivi contrattuali i Pearl Jam non sono presenti in copertina ma solo come musicisti del disco.

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