Neil Young: Volevo avere pronto il disco. Io stavo andando avanti. Non volevo fermarmi ad aspettare che CSN registrassero dopo. Non avevo tempo. Noi avevamo fatto le tracce, perché servivano tre mesi per metterci le voci? Se facevamo così, era un disco di CSNY? Dovremmo fare un disco di CSNY e smantellarlo? Cazzo. […] Ovviamente il duo Stills-Young fu un completo fiasco. Ma io scelgo sempre le cose che difficilmente possono realizzarsi. Quando avvengono è fantastico, ma non succede sempre. Coi Crazy Horse succede. [1]
T.Dowd/G.Giachetti: Erano due superstar che facevano parte della stessa squadra ma non giocavano la stessa partita. C'era molta astiosità sin dall'inizio. [1]
Kevyn Lauritzen: Neil era frustrato sin dall'inizio [del tour]. Disse, “che cosa sta facendo Poncho?”. Io dissi, “è spaparanzato in California a uscire di senno pensando che non è in tour con te. Sono tutti delusi”. Neil disse, “ho fatto un terribile errore”. [1]
Io e Stephen siamo molto amici, ma riusciamo a convivere poco, io ero molto stanco, per questo avevo abbandonato il tour, le altre storie sono tutte bugie. [3]
A proposito di “Long May You Run”
Emmylou Harris: Parla di una macchina, ma si sentono anche altre cose. Lui è stato molto parsimonioso, usando poche parole per evocare un sentimento, un'immagine, un tono. Penso che Neil scriva su un altro livello, che lo faccia di proposito o no. Penso non ci sia nessuno che scriva come Neil – le sue canzoni sono strane nell'andare dritte al punto ed essere elusive, allo stesso tempo. [1]
Hai un titolo per il nuovo album?
Young: Penso lo chiamerò My Old Neighborhood. Oppure Ride My Llama. È bizzarro, ho tutte queste canzoni che parlano del Perù, degli Aztechi e degli Inca. Roba da viaggio nel tempo. Ne abbiamo una chiamata “Marlon Brando, John Ehrlichman, Pocahontas and Me”. Suono molto la chitarra elettrica ed è la cosa che mi piace di più. Due chitarre, basso e batteria. Ed è davvero come decollare. Da sballo. [4]
Young: Nel 1976 ero sempre di fretta, scrivevo molte canzoni ogni settimana, troppo materiale e troppo poco tempo per andare in studio. Registravo dovunque potessi e andavo veloce, completando i miei dischi rapidamente. Per me non era importante creare album tecnicamente perfetti ma catturare le esecuzioni originali e i sentimenti di ogni nuova canzone. Quelle performance in gran parte racchiudono l'essenza delle canzoni. Era questo il mio metodo. […] Una notte io e [David] Briggs capitammo in uno dei suoi posti preferiti, gli Indigo Ranch Studios [di Malibu]. Passai lì la notte insieme a David a registrare nove canzoni acustiche, da solo, realizzando un disco che intitolai Hitchhiker. Era completo nel suo insieme, sebbene io fossi piuttosto impassibile e questo si avverte nelle esecuzioni. Dean Stockwell, un amico e un grande attore con cui più avanti lavorai in Human Highway, era con noi quella notte, seduto nella stanza con me mentre suonavo tutte le canzoni in fila, fermandomi soltanto per uno spinello, una birra o una coca cola. Briggs era in sala controllo, mixando dal vivo sulla sua console preferita. [5]

Quando Briggs, Stockwell e io guidammo lungo la strada polverosa e ventosa verso gli Indigo, il sole stava scendendo nel Pacifico, e superammo la vecchia casa di Garth Hudson, l'ultima casa sulla strada prima degli Indigo. Ci sono solo tre o quattro case lungo questa strada di tre miglia di montagna. Si alzava la polvere dietro la nostra vecchia Cadillac del 1959 convertibile, che Briggs aveva denominato "Nanu l'alce col mal d'amore". Ci fermammo agli Indigo e io presi la mia vecchia Gibson J-45 e alcuni capotasti dallo spazioso baule dell'auto. Briggs era già entrato e io e Dean lo seguimmo dentro. Era dentro gli studios e insieme al proprietario, Richard Kaplan, stava posizionando i microfoni. Ero eccitato dall'idea di buttar giù queste canzoni, avevo un buon presentimento a proposito della sessione. Fumai un po' d'erba con Dean e ci piazzammo in questa piccola stanza dove io avrei suonato e cantato da solo. Dean bevve un po' di Tequila con sale, e sedette in una sedia che in teoria doveva essere la più silenziosa dello studio, così che Briggs non avrebbe catturato nessun cigolio o rumore durante la registrazione. Tutti ci sentivamo bene. Misi un capotasto sulla vecchia Gibson. "Pronto, Briggs?" chiesi, e lui mi fece segno di sì dietro al vetro della sala controllo.
Cominciai con "Pocahontas", una canzone che avevo scritto di recente. L'avevo già provata prima, registrata con i Crazy Horse per un album chiamato Zuma, ma quella versione non finì sul disco. Poi cambiai capotasto per "Powderfinger", che pure avevo provato per Zuma con gli Horse ma il take non era stato abbastanza buono da essere usato. Poi fu la volta di "Captain Kennedy", che non avevo mai suonato prima, seguita da "Hawaii" e "Give Me Strenght", due canzoni che riguardavano la mia recente rottura con Carrie Snodgress, madre del mio primo figlio Zeke.

Poi facemmo ascoltare l'album ai discografici e la loro reazione fu che non si trattava di un vero album, ma di una collezione di demo. Mi suggerirono di registrare le canzoni con una band, ma le versioni di Hitchhiker sono gli originali autentici, registrate prima di qualsiasi altra versione che avete sentito, e ho sempre saputo che l'album originale prima o poi avrebbe trovato il suo posto e sarebbe uscito. Oggi è arrivato quel momento. L'album finalmente è fuori. Una lunga attesa, tanto tempo, ma ne è valsa la pena. La musica è l'essenza di quel periodo, pura e indisturbata, così come lo era 40 anni fa.
Fonti:
[2] Rolling Stone 1979
[3] Ciao2001 1976
[4] Rolling Stone 1975
[5] Neil Young “Special Deluxe” (2014)
[6] Intervista radiofonica Radiorethink, 2017 (Thrasherswheat.org)