Neil Young: Pono e gli altri progetti del 2014
Marzo 2014: ecco una selezione di interviste dalla rete in occasione del lancio di Pono, il riproduttore digitale ad alta qualità voluto da Neil Young per rilanciare il mercato discografico.
Quando sei a
casa, ascolti vinile o digitale?
Entrambi. Dipende dal mio umore e dalla
qualità del digitale. Il vecchio vinile è favoloso, ma lo è anche
Pono. Se lo ascolti tramite un buon sistema, è grandioso. In auto
uso Pono.
Come puoi convincere le nuove
generazioni ad adottare Pono sbaragliando la concorrenza efferata di
Spotify, Pandora e iTunes?
Prima di tutto, i giovani si
interessano di cose nuove, e molto pochi non si incuriosiscono nel
provare qualcosa di nuovo. I giovani non si guardano indietro,
guardano soprattutto davanti a sé. Ho molta fiducia nelle nuove
generazioni di amanti della musica. La giovinezza non è fatta di
passato; se qualcuno dice loro che c'è qualcosa di meglio di ciò
che hanno oggi, lo proveranno. E se gli piace, se lo terranno. Non
sono preoccupato dei giovani.
E dei fanatici del vinile? Loro
useranno Pono?
Se puoi portarti il vinile in tasca e
metterlo in auto, fallo, perché sarebbe un miracolo e dovrebbe
finire subito in TV. [Ride] Il vinile è eccezionale, ne ho fatti
tanti, ma non voglio che i nuovi vinili derivino da una fonte
digitale, perché perdono di qualità. 44/16 è accettabile ma non mi
soddisfa del tutto, e comunque non voglio vinili con quella qualità.
Com'è che è nato Pono? L'idea è
stata tua o qualcuno te l'ha proposto?
No, nessuno è venuto da me a chiedere
di partecipare al progetto. La gente in effetti fugge via da me.
Nessuno ha proposto di salvare una forma d'arte. Io e un vecchio
amico abbiamo iniziato a pensarci, e non abbiamo mai smesso. La gente
che ha lavorato con me è stata per un anno a lavorare senza essere
pagata. Lo hanno fatto perché amano la musica. Ho spiegato loro
quello che volevo e loro hanno compreso. Abbiamo costruito una cosa
chiamata “Il Rivelatore” che poteva riprodurre varie risoluzioni
e questa ha permesso alla gente di sentire le differenze nel suono
partendo da un MP3 per arrivare alla qualità 192/24. Era un
prototipo improvvisato, ma funzionava.
La gente ha percepito la differenza?
Subito. Un musicista ha ascoltato la
192/24 e non ha più voluto tornare indietro. Questo è il punto. Noi
non dobbiamo far nulla, sarà la qualità a fare tutto il lavoro.
E la gente che dice di non sentire
differenze nella risoluzione dei file audio?
Probabilmente non hanno mai sentito
musica in alta qualità. Devono essere da soli con la musica, senza
che nessuno li guardi e gli metta pressione. Se in casa si mettono ad
ascoltare, noteranno la differenza. La gente gli darà una
possibilità e, se gli piace, lo accetterà.
C'è qualche casa discografica che non
ha voluto essere coinvolta in Pono?
No, abbiamo avuto successo con tutte.
Perché sanno che io sono uno di loro. Molti dei presidenti delle
case discografiche sono più giovani di me, quindi mi ascoltano. Io
non sono un produttore di tecnologia, sono un musicista, sono qui per
loro, i discografici. Voglio ridar loro il potere di fare scelte di
marketing. Voglio che siano le case discografiche a decidere, non i
colossi tecnologici. Se ridiamo il potere a coloro che fanno la
musica, vinciamo tutti.
Che tipo di stereo hai a casa?
Per ascoltare uso equipaggiamento
McIntosh. Il mio studio è pieno di cose diverse, Tannoy e un vecchio
paio di casse Altec sorrette da un Mac 275s. Sono i vecchi “Voice
of the Theater”. Sono incredibili! [Ride] Ho anche riproduttori di
bobine.
Parlando di nastri, qual'è la fonte
del materiale riprodotto con Pono?
Vogliamo che siano i Master Tape
originali. Questo è l'obiettivo. Quando faremo Thriller,
partiremo dal master.
Quando potremo
iniziare a comprare musica da PonoMusic?
Ottobre. Stiamo
cercando di anticipare, ma di sicuro entro ottobre.
Come mai avete
usato Kickstarter per finanziare il progetto?
Ora che abbiamo un
fondo di finanziamenti, possiamo effettivamente realizzarlo. Prima,
non siamo riusciti a trovare nessuno che desiderava supportarci e
salvare una forma d'arte. Questi soldi arrivano da gente a cui
importa della musica. È l'assenza di scelte di formati alla base di
tutto, oggi non c'è scelta se non di avere formati di bassa qualità,
ultracompressi, che succhiano via l'essenza della musica come arte.
Hai detto che tutti
si rendono conto dell'importanza dell'alta risoluzione fotografica e
di altri canali digitali. Come mai, secondo te, non accade lo stesso
per la musica?
Perché non hanno
mai avuto una scelta. Quando è nato il download digitale era
soltanto a bassa risoluzione. Non c'è altro. In America, tra tutti i
posti, non c'è libertà di scelta se si parla di musica digitale
come invece c'è in Francia o Germania o dappertutto. Sono siti di
nicchia, ma la gente per la maggior parte usa gli MP3. I giganti che
li hanno fondati hanno creato l'opportunità per un grande
rinascimento della musica.
I lettori di
magazine Hi-Fi tipo Absolute Sound sono già a conoscenza dei
benefici dell'alta risoluzione. Come pensi di attirarli verso Pono?
Abbiamo costruito
un'ottima piattaforma, facilmente accessibile. Abbiamo costruito un
player, un sito, e garantiamo la più alta qualità sonora
disponibile – niente campionature, niente trucchi, soltanto il
master originale in quanto fonte migliore reperibile. E se ne
troviamo qualcuna anche migliore, a chi l'ha già acquistato verrà
dato gratis. Pagheremo le compagnie discografiche per aggiornare il
catalogo.
Ci sono piani per
l'aggiornamento delle case discografiche?
Lo stanno già
facendo. Qualsiasi cosa l'artista decida di fare, lo faranno. Se
hanno registrato in 192/24, pubblicheranno a quella qualità. Ma non
stiamo a giudicare. La risoluzione è uno strumento che l'artista usa
per ottenere un sound, noi diamo il nostro supporto a questo. Gli
forniamo la piattaforma per distribuirlo, come loro vogliono, che sia
hip-hop o musica classica.
Quanti album
saranno disponibili su PonoMusic?
Tutti quelli che
riusciremo ad avere. Le case discografiche non vogliono tenerli
indietro. Se un album esce, non c'è ragione perché la gente non
possa accedervi subito. Vogliamo che la gente acquisti musica il
giorno stesso alla stessa qualità originale.
Una considerazione
finale?
Be', grazie a tutti
gli amanti della musica per il loro supporto. È un onore e una
grandiosa opportunità quella di cambiare il mondo della musica.
Stiamo coinvolgendo tantissimi artisti, gli ultimi per esempio sono
stati Tom Petty, Patti Smith e James Taylor. Vogliono tutti la stessa
cosa: che la musica sia ascoltata così com'è stata pensata in
origine.
[...]
Quando negli anni 80 il mezzo di comunicazione musicale è diventato
il digitale, hai detto che la comunità artistica ha cominciato a
pubblicare un sacco di schifezze. Pensi di aver commesso degli errori
nei dischi che hai fatto a quei tempi, usando le tecnologie che
stavano emergendo?
Sì, ho fatto
alcuni errori. Alla fine degli anni 80 e all'inizio dei 90 ho fatto
uscire un paio di album, o forse tre o quattro, che risultavano
compromessi, solo perché ho pensato: “Be', ora è così che
funziona”. Ho sempre usato master analogici e tecnologia analogica
fino circa al 1988. Ma a un certo punto, a metà anni 80, sono
passato al multi-track digitale. E poi sono passato allo stereo
master analogico a due tracce. Poi al digitale 44.1, ovvero i master
CD. E l'ho usato per un paio di album. Me ne sono poi pentito perché
non portava a niente di buono. Quei dischi sono là, in quel limbo.
Harvest Moon e
Freedom, i più importanti.
Interessante, ci
sono come dei buchi nel tuo catalogo.
L'età oscura del
sound digitale. Ma era possibile evitarla, e alla fine l'abbiamo
fatto. Siamo tornati all'analogico per poi rimasterizzare in digitale
per la pubblicazione – ed era un vero peccato, ma dovevamo farlo
perché la gente comprava quei formati, se non lo facevamo non
avremmo avuto un contratto discografico. Ma sapevamo che in archivio
c'erano cose che erano molto migliori di quelle pubblicate. Era
difficile farsene una ragione, credimi. Perché non era mai successo
prima dell'avvento del digitale. Si pubblicava ciò che si produceva,
tutti lo potevano sentire. Ecco perché la gente ascoltava la musica.
Ecco perché la musica ha commosso una generazione. La musica è
magia. Se la soffochi, la comprimi, la perdi. Non è così che
dev'essere, la musica ha bisogno di respirare come qualsiasi altra
cosa.
[…] Quando pensi
a registrare nuovo materiale, oggi, il tuo approccio è lo stesso di
5, 10, 15 anni fa?
Cerco di fare
dischi che suonino belli per me. Ho usato la tecnologia sin dal 1991,
92. Ho sempre usato master analogici che mantenessero eccellente il
suono e tutta la roba che secondo me era la migliore. Ma negli ultimi
cinque anni sto anche utilizzando i master digitali. Quindi se mai
arriveremo al punto in cui quelli suonano meglio di tutto il resto,
li userò. […] Ci sono tante piccole cose che si evolvono
continuamente. Io mi aggiorno e provo a cambiare. Ma l'obiettivo è
quello di fare dischi che mi piacciono. Talvolta ciò che piace a me
non piace alla gente, ma va bene. Non importa. È il motivo per cui
sono ancora qui.
A proposito, c'è
un tuo nuovo album in arrivo.
Be', A Letter Home
confonderà un bel po' di gente, perché è retro-tech.
Che cosa vuol dire?
Retro-tech
significa registrato in una cabina di registrazione degli anni 40.
Una cabina telefonica. E' tutto in acustico con un'armonica
all'interno di un piccolo spazio, un solo microfono direttamente su
vinile.
[…] E' pazzesco.
E' una simpatica
vecchia macchina, il sound sembra Jimmy Rogers o simili.
E come può
affiancarsi a Pono, una cosa del genere?
Be', è il processo
creativo. Pono lo riprodurrà bene tanto quanto altri sistemi.
Qualsiasi musica sia.
Quindi puoi fare un
album lo-fi però con la massima risoluzione audio.
Puoi fare un disco
analogico, registrato direttamente su vinile, trasferirlo a 192, e
avrai la copia ad alta risoluzione del vinile lo-fi.
Oltre a questa
grande passione per Pono hai in ballo altri progetti: registri nuovo
materiale, organizzi i concerti della Bridge School. Come fai a fare
tutto?
Lascio che vengano
da sé. Sto anche scrivendo libri. Il mio secondo libro uscirà a
settembre od ottobre, si intitola Special Deluxe. E ho scritto
recentemente le prime 100 pagine di un nuovo libro, che sarà di
fantascienza.
Quand'è che
scrivi?
In aereo e in
hotel. Mi tiene lontano dalla strada.
Il libro di
fantascienza di cosa parla?
Mmmm.
Dobbiamo aspettare?
E' grandioso. Penso
sia meglio aspettare. Sarebbe folle parlarne. Davvero troppo
bizzarro. Ma lo adoro, è grandioso. Amo scrivere fantascienza. E mi
sto divertendo un sacco.
Young: Vorrei fare un
album con un'orchestra al completo, dal vivo – un disco in mono
registrato con un microfono. Vorrei proprio vedere cosa ne esce da un
tentativo del genere, con un solo punto di vista e i musicisti vicini
o lontani, il modo in cui si faceva musica nel passato. Per me è una
sfida e il sound è incredibile, non puoi averlo se non in quel modo.
È di questo che mi sto occupando ora.
Sei un bravo uomo d'affari?
No. Non sono io a
occuparmi degli affari. Io sono solo la mascot – l'ornamento sul
cofano.
Be', adoro fare
musica, e adoro fare dischi che suonino meravigliosamente. Controllo
i master dei miei album per verificare che suonino bene – e quando
vengono trasferiti su CD, è una disdetta, perché non c'è più
niente di fisico su cui lavorare. Non c'è niente di sbagliato nel
digitale: è uno strumento, è un modo di fare le cose. Nel 1982 per
la prima volta ho usato una macchina digitale Sony da 16-bit, e ho
usato molti dei master digitali per creare cose. Ma ho notato che,
passando al digitale, il riverbero si annullava. Di conseguenza
suonare a grandi volumi era inutile – eravamo veramente alti, ma
era fastidioso. Prima non lo era mai stato. E da lì è andata sempre
peggio, anziché migliorare. Era devastante. Così ho proseguito a
registrare in analogico per poi trasferire in digitale. Una parte di
me andava all'indietro: la risoluzione aumentava e io
tecnologicamente retrocedevo.
E' ironico che stai
preparando contemporaneamente Pono, un supporto hi-tech, e A Letter
Home, un album registrato in una cabina di registrazione del 1947.
Sì, tutto l'album
è stato fatto lì dentro. Stiamo per pubblicarlo. È una macchina
del tempo favolosa, viene da chissà dove e ti porta chissà dove.
Nessuno sa perché. [Ride] Davvero bella, interessante. Non vedo
l'ora di darlo in pasto alla gente, specialmente alla luce di ciò
che sto facendo ora. Uscirà prestissimo.
Stavo pensando a un
altro episodio nel quale non eri soddisfatto del suono – quella
vicenda di quando hai comprato 200.000 copie pubblicate di Comes A
Time per distruggerle, nel 1978.
Oh, quello fu per
via di un errore di mastering. Il nastro venne danneggiato durante il
trasporto in aeroporto o qualcosa del genere. Dovetti tornare
indietro e usare una copia del master – era una copia ma suonava
meglio dell'originale.
Hai sparato ai
vinili?
No, ci ho fatto il
tetto del mio fienile. Li ho usati come tegole.
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Pono: Come Neil Young salverà la musica dall'mp3 (di Ernesto Assante)