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The Visitor: rassegna stampa


[...] La statura da gigante di Neil Young incute timore e reclama attenzione, lui lo sa ed alterna la delicatezza acustica e le sferzate elettriche in un disco (il terzo in 12 mesi) che oscilla tra rabbia e ironia in cui celebra l’energia del rock con la band del figlio di Willie Nelson e canta la sua elegia al sogno americano stravolto e svenduto. Una lezione di rock politico da parte del gigante, che affascina gettando il suo sguardo cinematografico e cinico su un paesaggio desolato che non si può fare a meno di osservare.
Rolling Stone Italia
Voto: **** (su 5)

[...] Anche in The Visitor ci sono alti e bassi. Fra questi ultimi i cori stantii di Stand Tall e l'ammuffito blues Diggin'a Hole. Sulle altre tracce, tutte di buon livello, svetta la lunga finale Forever, ballata ipnotica e sognante, intessuta di cori e riverberi. L'armonica di Almost Always, il brano migliore dell'album, ci riporta alla cantabile classicità younghiana ed è vicina alla fischiettosa Change of Heart, invito all'apertura e all'accettazione delle diversità. Più avventurose sono Fly By Night Deal, introdotta da un buffo toy piano, che vede Young vestirsi da rapper, affogato in chitarre distorte e cori di rivolta; e il curioso cabaret di Carnival, dove il nostro sghignazza in compagnia del fantasma di Santana.
Distorsioni
Voto: 7 (su 10)

[...] The Visitor restituisce l’immagine di un artista che non ha smarrito la sua inconfondibile vis ma che, per ritrovarsi sul serio, ha deciso di ripercorrere a ritroso il percorso fin qui compiuto. Si perché se Hitchhiker fotografava il Nostro in un preciso momento storico, qui le propagazioni tentacolari, le commistioni di genere e le fughe prospettiche, ci spingono a scavare in un passato sempre ardente dove la ruggine non riposa mai. [...] È un correre frenetico tra vecchie esperienze rilette alla luce di una lucidità che sembra ogni volta rinvigorirsi. E non è difficile ritrovare qui tutte le anime che hanno contraddistinto Young fino ad oggi: da After the Gold Rush a Zuma, fino al più recente Peace Trail.
SentireAscoltare
Voto: 7.2 (su 10)

[...] Musicalmente The Visitor è piuttosto ricco, spaziando dall’inno rock Children of Destiny al rhythm and blues distorto di Stand Tall, che ci riporta alle atmosfere di un disco come Ragged Glory. I Promise of the Real [...] sanno adattarsi alla perfezione ai ritmi bossa nova di Carnival o al puro blues di Diggin’ A Hole. Non mancano inoltre dei momenti acustici e più meditativi, come nel folk di Change Of Heart che è un’ode all’apertura mentale e al cambiamento. Young è sempre pronto ad esortare a esprimere la propria opinione e al tempo stesso chiede che i cittadini vengano ascoltati (“parlate con la gente/loro conoscono la verità”).
Jamtv
Best new album - Rece positiva

[...] Il risultato di queste scelte altalenanti, di questi dondolii di motivi e dettagli melodici è un album dinamico, energico, fatto per essere lasciato scorrere durante un viaggio in macchina, ma che, tuttavia, non lascia a bocca aperta per la sua bellezza. The Visitor si apprezza comunque per il suo modo convulso di volare tra esperienze musicali passate, rilette sotto una luce che non ha voglia di affievolirsi, ma cerca di reinventarsi a ogni brano. Molto vario musicalmente, da un punto di vista concettuale il disco si adagia sulle riflessioni di un canadese in merito agli Stati Uniti, tra invettive a Donald Trump quando canta “No wall, no hate, no fascist U.S.A” e dichiarazioni d’amore al Paese che lo ospita da una vita intera, “I’m a Canadian, by the way, and I love the U.S.A”, (Already Great).
1977 Magazine
Voto: 7 (su 10)

[...] I pezzi forti sono i più lunghi: la finale e melanconica ‘Forever’ ("il mondo è come una chiesa senza il prete" è la chiosa), dieci minuti che risvegliano antichi sapori ’70 e soprattutto ‘Carnival’, un Neil Young inedito e mai sentito prima che lungo gli otto minuti di durata ne combina di tutti i colori aggirandosi beffardo come un pazzo tra la sabbia del deserto, un luna park e il tendone di un circo [...]. "Diretto verso il sole, ero grato di essere vivo e sulla strada di casa", così Neil Young chiude il suo libro Special Deluxe e così lo immagino ancora una volta: un uomo vivo (come chiamereste voi, un uomo con così tante idee?), con lo sguardo proiettato sempre in avanti (come spieghereste voi, un uomo così impegnato e fortemente convinto delle sue battaglie?) e nonostante tutto rassicurante come la strada più conosciuta, quella che ci porta verso casa.
Enzo Curelli Blog
Voto: ***1/2 (su 5)

[...] Ecco, in quasi 50 anni di attività solista, è anche nell’imperfezione e nella discontinuità della sua creazione che si può trovare il bello del suo talento: il suono non sempre pulito, la voce che non arriva limpida a tutte le note e la musica che non risulta sempre melodiosa. Eppure questa sua umanità, questa ruggine in tutte le canzoni, questa sincerità sono così drammaticamente vere da arrivare a commuove il nostro cuore. Abbiamo quindi bisogno di The Visitor e dei suoi Archivi come fonte costante di ascolto. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci ricordi che "Il mondo ha perso il dono delle lacrime". Abbiamo bisogno di Neil Young che con la sua fragilità e la sua voce spezzata continua a commuoverci.
Il Sussidiario
Rece positiva

[...] The Visitor ha alcuni evidenti lati negativi: la modestia di alcune composizioni, il carattere sgangherato di certi passaggi, la mancanza di una personalità artistica di primo livello da parte dei Promise of the Real, che rischiano di sembrare una versione meno eccitante dei Crazy Horse. Dalla sua ha però una vitalità frastornante. Non vi è sottesa un’idea originale di sound come quella di Peace Trail, ma potrebbe piacere a chi è affezionato alle bizzarrie di Neil Young. [...] The Visitor rappresenta per l’era Trump ciò che “Living with war” ha rappresentato per quella Bush, ma è più a fuoco e si basa solo parzialmente su canzoni-slogan.
Rockol
Voto: *** (su 5)

[...] Per quanto sgraziato polpettone di stereotipi, d'invettive da opinionista corrivo incapace di guardare in profondità il momento storico (ma non è nemmeno colpa di Young), e nonostante i Promise non suonino nemmeno vagamente all’altezza della E-Street degli anni ruggenti, è un disco che, specie nell’ultimo periodo del canadese, si fa ricordare.
Ondarock
Voto: 6 (su 10)

[...] In tempi in cui gli artisti continuano a sfornare brani e album esclusivamente per mantenere la fama (e al diavolo la qualità), Neil Young rimane uno dei pochi [...] che può permettersi continue nuove pubblicazioni senza cadere mai, mantenendo uno standard da far invidia alla maggior parte dei suoi colleghi. [...] The Visitor (realizzato con i The Promise of the Real), è un album da songrwriter navigato, non sempre a fuoco ma allo stesso tempo godibile e ribelle.
Spettacolo.eu
Voto: ***1/4 (su 5)

[...] Il vecchio canadese [...] sa essere generoso e mordente. Suona con l’entusiasmo di un ragazzo e si concede qualche innocua défaillance, perché di fatto un ragazzo non è. E la libertà di non dover più dimostrare il proprio valore è preziosa.
TomTomRock
Voto: 7 (su 10)

[...] Argomenti politici a parte, il contenuto musicale di The Visitor non è né al di sopra né al di sotto degli album che Mr. Young ha pubblicato nel nuovo millennio, come Are You Passionate?, Chrome Dreams II, Fork in the Road, Americana, Storytone, dove i brani si susseguono senza una precisa cifra stilistica che li accomuna.
Music Coast To Coast
Voto: 6 (su 10)

[...] The Visitor abiterà quella zona grigia di scontrosi e stravaganti dischi, da Greendale a Fork in the Road, che di tanto in tanto Neil Young ha messo insieme con troppa generosità. E non lo salva certo l'idea di riscattare la sua vena barricadera e politica, che diciamolo non è mai stata il suo punto di forza.
Roots Highway
:(  rece negativa

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