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The Oral History: CSNY 1974 (seconda parte)


IL DENARO

Stephen Stills prima della reunion del '74 dichiarò che all'inizio suonavate per la gloria, poi per vivere, ma quella volta solo per i soldi, sei d'accordo?
Young: Non credo, comunque nel '74 abbiamo suonato molto bene, penso che questo debba bastare al pubblico, il resto sono problemi nostri. [4]

Young: Non c’è dubbio che fummo pagati parecchio per farlo. Ma non c’è dubbio che noi eravamo là a regalare tutte le sere. È solo che suonavamo in quei posti enormi dove radunavamo la gente come del bestiame e ci guardavano da mezzo miglio. Se il vento soffiava nel modo sbagliato, non ti sentivano neppure. È un grosso affare economico, che è esattamente l’antitesi di quello che questa gente ha nella testa quando viene a vedere noi. Ecco dov’è il problema. Costa molti soldi metter su lo show. Non so dove vadano a finire. Non vanno a finire dove si pensa che vadano. [5]

Nash: Credo che il tour incassò più di 11 milioni di dollari, che ovviamente a quei tempi erano parecchi soldi. Noi prendemmo meno di mezzo milione ciascuno. Era ovvio che a divertirsi erano Bill Graham, i promoter e tutti gli altri. Mettiamola così. Ma non sto incolpando nessuno. E' stato 40 anni fa. Che cazzo ci posso fare? [9]

Crosby: La cosa principale che imparai riguardo il business, da quel tour, fu che bisogna sempre prestare attenzione. Anche quando stai facendo milioni di dollari, qualcun altro potrebbe star facendo gli stessi milioni illegalmente a tue spese mentre tu stai guardando. Se c'è così tanto denaro coinvolto, ci sono gli squali in giro. Ecco perché abbiamo firmato con David Geffen. Avevamo noi stessi il nostro squalo. [9]

Nash: Ogni cosa era all'eccesso. Il logo di CSNY che fece Joni [Mitchell] ce lo trovavamo sui piatti e sui cuscini dell'hotel. c'erano etichette in pelle per le valige. Jet privati ed elicotteri. Non capivamo che stavamo pagando per tutto ciò. [9]


LA POLITICA

Nash: Durante quel tour, probabilmente trascorsi l'80% del mio tempo libero a guardare le udienze del Watergate. Avevo tre canali accesi su tre tv e li guardavo costantemente. Venendo dall'Inghilterra, ne ero affascinato. Mi diede anche delle speranze. Voglio dire, è una cosa incredibile per un Paese incriminare il proprio presidente. Speravo davvero che il Paese fosse in grado di ritornare alla normalità della vita quotidiana, qualunque essa sia. [9]

Crosby: Ricordo Nash e io che guardavamo le udienze ogni giorno. Speravamo che potessero portare il Paese a una nuova era di prosperità [...]. Odiavamo Nixon. Lui voleva ingrandire la guerra. Noi volevamo che finisse. Eravamo euforici la sera in cui rassegnò le dimissioni. Suonavamo al Roosevelt Stadium a Jersey City. Puoi sentire la gioia nelle nostre voci. Quel figlio di puttana se n'era andato. Ovviamente, un altro prese il suo posto. [9]


AMICI E COLLEGHI

Nash: Da qualche parte nel Midwest, mi pare a Minneapolis, stavamo in hotel dopo lo show e Bob Dylan venne da noi. Stephen e Tim Drummond lo presero da parte e lo portarono in un'altra stanza, chiudendo la porta. Non fu affatto bello. [9]

Drummond: Ci suonò tutte le canzoni di Blood On The Tracks con la chitarra acustica. Eravamo sui letti, l'uno di fronte all'altro. Dio, non so dirti quanto fosse bello. A un certo punto Stephen gli fece un commento negativo a proposito delle canzoni. Io ero imbarazzatissimo. Probabilmente lui era fuso. Dylan, che per sua stessa ammissione è un tipo arrogante, disse, "Beme, Stephen, suonami una delle tue". Quella fu la fine. Stephen a quel punto non riuscì neanche distinguere una corda dall'altra. [9]

Nash: Stephen uscì fuori dalla stanza e mi disse, "Bob non è un musicista". Mi venne in mente che Stephen aveva detto a Paul McCartney che era ora di iniziare a suonare su un "vero" strumento anziché sul suo vecchio Hofner. Disse questo a uno dei più grandi bassisti del mondo. [9]

Kunkel: Mia cognata, Mama Cass, morì in agosto durante il tour. Io ero sposato con sua sorella Leah. Penso fossimo a Houston al Whitehall Hotel. Ricordo Graham che mi mise a sedere e mi disse che era spirata. Lei fu importantissima per loro, presentò Graham a Stephen. Fu un giorno difficile, quello, per noi. Grazie a Dio eravamo nel mezzo di qualcosa che non potevamo interrompere. Probabilmente fu il concerto di quella sera che ci fece andare avanti. [9]



LE ULTIME SESSION E L'ALBUM LIVE

Young: Il tour fu deludente per me. Penso che CSN lo sprecarono. L'ultima volta che avevo suonato con loro era stato tre o quattro anni prima. Non avevano fatto un altro album e non avevano canzoni nuove. Che cosa stavano facendo? Perché si erano fermati così? Volevano pubblicare un album live e io non volevo – perché c'erano tutte le mie canzoni. Tutto questo grosso tour e loro non avevano qualcosa di nuovo da dire. [1]
Il problema era questo: senza i miei pezzi, Crosby, Stills e Nash non avevano materiale a sufficienza per un terzo album. In quella tournée suonavamo sette miei brani. Se fosse uscito l’album live, ci sarebbero state sette canzoni firmate Young, una Crosby, una Stills, una Nash. Non avevano canzoni! Allora mi sono opposto all’uscita. Non volevo che i nostri concerti diventassero degli show speciali di Neil Young con Crosby, Stills e Nash come ospiti. Non mi ero coinvolto in quel gruppo per questo. Francamente, se avessero portato qualche nuova canzone bella come le vecchie, ne avremmo eliminate alcune delle mie, conservando le migliori. Ma così non è stato, e l’album non è uscito. [2]

Young: Dopo il tour, abbiamo provato a lavorare al Record Plant di Los Angeles. Sono arrivato una mattina e mi sono accorto che erano tutti sconvolti. Litigavano in continuazione. Il giorno dopo mi sembrava che sarebbe successo un casino. Sono arrivato, sceso dalla macchina, risalito in macchina e tornato a casa. [2]

C’è stato quell’articolo sul fatto che CSNY tentavano un nuovo album ma non riuscivano perché tu “ti sentivi fuori posto”.
Young: Cazzate. Questo è solo qualcuno che viene fuori con una bella frase e me la mette in bocca. […] Abbiamo fatto alcune session e registrato qualche cosa. Ecco cosa è successo. Siamo andati al Record Plant a San Francisco, lavorato per un po’ di tempo e ce ne siamo tornati con due pezzi. […] Una canzone di David e una di Graham, molto belle. Siamo davvero coinvolti in qualcosa di bello. Ma tante cose sono successe nel frattempo. Il figlio di Crosby era lì per nascere. […] Solo perché le sessions sono durate tre giorni e basta, la gente ha cominciato a costruire le sue stronzate. Ci vogliamo bene, ma siamo in un momento in cui ognuno è preso con dei suoi progetti. [3]


IL NUOVO BOX SET LIVE

Nash: [Il Box Set CSNY 1974] è stato il progetto più difficile che abbia mai realizzato nella mia carriera. La causa sono stati gli impegni degli altri, e cercare di farli contenti tutti. Il lavoro fisico non ha richiesto più di un anno, ma ce ne sono voluti tre o quattro per mettere insieme tutto il contenuto. Neil Young […] ha voluto realizzarlo in 24/192, […] il suono ora è straordinario. Sono 40 canzoni che mostreranno alla gente che la nostra era una rock band più che valida. […] Volevamo la miglior performance per ciascuna canzone di questa antologia”, dice Nash. “Joel [Bernstein] e io abbiamo ascoltato ogni singolo minuto di quegli show e abbiamo scelto le migliori. Abbiamo scelto, ad esempio, la miglior esecuzione di “Almost Cut My Hair” e la abbiamo mandata a David [Crosby] per avere la sua approvazione. Lo stesso per Stephen [Stills] e Neil. […] Il Capital Center era uno di quei posti dove ti filmavano. Noi non lo sapevamo nemmeno. Sono abbastanza bizzarri perché non sono stati fatti per un film o per la tv, ma ho scelto 8 canzoni che ritenevo essere rappresentative di noi stessi e del tour. […] Ho continuato a trovare delle cose che non volevo lasciar fuori. Una di queste è “Goodbye Dick”, un minuto e mezzo di canzone, mai più sentita. Ho detto: la dobbiamo inserire. È talmente legata all'epoca del Watergate. Quando ho sentito Neil cantare “Goodbye Dick”, l'ho adorata.

Crosby: Otto concerti, tre cd di incredibile musica. C'è “Pushed It Over The End”, uno dei brani più intensi che abbia mai sentito in vita mia. Potrebbe essere la miglior performance live di Neil Young di sempre. Non ho mai sentito nessuno raggiungere una tale intensità su un pezzo. Nessuno. Mai. E ripetutamente ci sono dei momenti per cui ti chiedi, “Wow, come hanno fatto a farlo?” È magnifico. [7]

Nash: Alla fine del tour, sostanzialmente pensavamo di non essere stati bravi come avremmo potuto. Ma quando scavi a fondo nella musica, è tutto lì. Joel e io abbiamo cercato di riscoprire le gemme. Fu David che lo battezzò "Doom Tour". In un certo senso aveva ragione. Ma non perché la musica fosse malriuscita, non sempre. Ci sono momenti davvero eccezionali che volevo svelare. [9]

Crosby: La gente mi diceva, "Come fai a chiamarlo Doom Tour se è stato così grandioso?" Io facevo riferimento a tutto il resto meno che la musica, quando lo definii così. Lo ammetto, siamo piuttosto stupefatti dal livello della musica, che è ottimo. Molto di ciò che ricordiamo sono cose capitate durante il tour, ma non sul palco. Ma quando ti metti a confronto con i nastri e con i video, devi ammetterlo: "Gesù, questi tizi spaccavano davvero!". Adoro le canzoni di quel momento, sono eccezionali. Sono felice di averle riscoperte e valorizzate con rispetto. [9]

Nash: Joel e io abbiamo ascoltato ogni minuto di tutti gli show registrati. Volevo che l'album rappresentasse al meglio l'esperienza di quei concerti. I volumi erano alti. Alcune voci erano stonate, quindi le ho aggiustate. Ho fatto tutto ciò che potevo perché suonasse bene. Se sentivo un verso appena fuori scala, passavo a un altro concerto, trovavo lo stesso verso e lo sostituivo. Abbiamo lavorato molto perché il risultato fosse assolutamente spontaneo, per calare l'ascoltatore all'interno di un concerto vero e ideale. [9]

Bernstein: Se c'era un pop del microfono o una nota stonata o una parola sbagliata o qualcosa che non potevamo aggiustare, lo rimpiazzavamo. Di norma cercavamo all'interno della stessa performance per questione di sound, ma qualche volta siamo ricorsi ad altri concerti. E' un trucco, ma lo abbiamo usato poche volte. La gran parte delle performance sono in un posto solo. Non vorrei che la gente si mettesse a cercare di riconoscere le giunture. [9]

Nash: Non abbiamo trovato una versione decente di "Carry On" e non volevo inserire un pezzo di qualità inferiore. Credimi, per cinque volte ci siamo messi a cercare "Carry On". Ne abbiamo mixate cinque, ma alla fine non è stata inserita. Le altre 40 tracce, quando le senti capisci che sono i take migliori. Per "Carry On" non è successo e ci ho provato al meglio delle mie capacità, dato che è uno dei nostri brani più importanti e avrebbe rappresentato Stephen brillantemente. [9]

Bernstein: Non avevamo una "Guinevere" e Crosby era scioccato. Gli ho detto, "Be', David, non l'hai suonata in nessuno dei nove concerti registrati". Abbiamo finito per sceglierne una tratta da un concerto di Crosby & Nash del dicembre di quell'anno. E' l'unico brano che non proviene dal tour CSNY 1974. [9]

Stills: Molte cose sono state lasciate da parte perché erano spazzatura. E comunque, quante volte abbiamo già usato "Carry On"? [9]

Bernstein: Ho trovato del materiale video dal Capital Center negli archivi di Graham. Mi sono sorpreso di trovarlo, non ho idea di come lo abbia ottenuto. Erano tra i primi luoghi ad avere un sistema di riprese in real time e di proiezione su schermi, sebbene molto più piccoli degli standard delle arene di oggi. Era registrato su nastro da 1 pollice, un formato che non è durato molto. E' capitato che lo show filmato fosse anche uno di quelli registrati da noi. Dato che il formato è obsoleto, c'è voluto molto lavoro per mettere insieme il tutto. [9]

Nash: Il video è funky, illuminato maluccio, talvolta troppo sul blu o troppo sul rosso, ma penso che la gente sarà interessata a vedere spezzoni di noi dal vivo a quell'epoca. [9]

Bernstein: Le videocamere vibravano assieme al basso. Si vede l'immagine tremolare con i bassi. E' piuttosto particolare. Nel caso di Wembley, abbiamo usato il transfer MPSC del master PAL originale. Quello, non sappiamo dove sia. [9]

Crosby: Volevo intitolarlo "Cosa poteva andare storto?". Non puoi dirlo senza ridere. Sarebbe stato fantastico, ma non penso che tutti abbiano l'autoironia che ho io. [9]

Fonti:
[1] Jimmy McDonough, “Shakey”
[2] Mucchio Selvaggio 1993
[3] Rolling Stone 1975
[4] Ciao2001 1978
[5] Rolling Stone 1979
[6] Rolling Stone 2014
[7] Radio.com 2014
[8] Neil Young, “Il Sogno di un Hippie”, 2013
[9] Rolling Stone 2014

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