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The Oral History: Reactor (1981)


David Briggs: Neil non incitava i Crazy Horse in quegli anni. Aveva perso il controllo della sua vita privata, e tutto il resto andò di conseguenza. [1]

Il programma influì sulla musica?
Young: Totalmente. Anche nel processo di registrazione. Per diciotto mesi, l'unico momento in cui potevo registrare era fra le due e le sei del pomeriggio. Io ero solito registrare di notte, nel cuore della notte. Non potevo per via del programma. […] Il programma influì su tutto. Su ogni fottuta cosa. […] Poi non potemmo più reggerlo. C'era troppo stress e poco miglioramento. […] Decidemmo di passare a un altro programma che richiedeva meno della metà del tempo. Ne fummo veramente contenti. [1]

Young: Non abbiamo speso il tempo che dovevamo nel registrare Re-ac-tor. […] Fu penalizzato dagli impegni che gravavano sulle nostre vite. Vedi, eravamo coinvolti in un programma a tempo pieno, 15-18 ore al giorno, con mio figlio Ben per 18 mesi. Era qualcosa di onnicomprensivo ed ebbe effetti diretti sulla musica di Re-ac-tor e Trans. [2]

Frank “Poncho” Sampedro: Ci siamo trovati a registrare Reactor. Neil aveva dei problemi personali a causa del figlio handicappato e passava molto del suo tempo con lui. Per questa ragione non abbiamo dedicato a quel disco l'attenzione necessaria. È stato un po' buttato là, lui non era concentrato molto sulla musica e credo che ascoltando il disco lo si intuisca. [3]
Reactor mi scioccò, non riuscivo a credere che fosse stato fatto in quel modo. Pensai che avremmo potuto farlo in maniera molto migliore se avessimo registrato di più. [4]

Young: Era un quadro troppo grande da capire. Troppo. Pegi distrutta, entrambi scioccati. Non potevo crederci. Le madri dei miei due figli handicappati erano due donne diverse. Non poteva essere successo due volte per caso. Mi ricordo fuori dall’auto, guardare il cielo e cercare un segno, chiedendomi “Che cazzo sta succedendo? Perché diavolo i bambini sono in questa situazione? Cosa posso fare? Dev’esserci qualcosa di sbagliato in me”. [5]

“Surfer Joe and Moe the Sleaze”
Frank “Poncho” Sampedro:
Molti dei take non avevano un gran groove. “Surfer Joe” andava prima veloce poi lenta, quindi non facevamo altro che battere qualsiasi cosa trovassimo per creare il ritmo – tamburelli, pezzi di metallo, battevamo le mani. Tutti quelli che lavoravano al programma venivano lì e battevano qualsiasi cosa trovassero. Neil diceva, “è abbastanza buona”. Facevamo compromessi. [1]
Prendiamo “Surfer Joe And Moe The Sleaze”. L'abbiamo suonata in Australia e dopo Neil era tutto un “E' stupenda.” Io dissi, “Che è successo al verso che diceva, 'Ricordi mia sorella Flo e qualcosa a proposito del lungomare e della ruota panoramica'.” E lui, “Oh sì, quello era il verso più bello.” Poi abbiamo riascoltato il disco e quel verso non c'è nemmeno lì. [6]


Fonti
[1] “Shakey” di J. McDonough
[2] Mojo Magazine 1995
[3] Musician 1987
[4] Musician 1991
[5] Village Voice 1989
[6] Rolling Stone 2013





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