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Stephen Stills: il passato, il nuovo box set, The Rides e altro (interviste 2006-12)


Graham Nash ha co-prodotto per te il box set. Come avete lavorato? Ti spediva per email gli mp3?
Gli mp3 sono una schifezza, mi dovevano portare le canzoni e le casse. Non potevo ascoltare tutto in una volta, e nemmeno loro. Credo che nessuno di noi abbia ascoltato di fila tutte le 5 ore e mezzo di musica. E' la durata di un viaggio da New York a Montreal... Metti su i cd e tempo che hai finito, sei arrivato. Ma non potevo lasciar fuori niente. Mi portavano una ventina di canzoni alla volta e io dovevo passare in rassegna tre o quattro take alternativi. Ho prodotto io gran parte delle registrazioni originali, qualsiasi cosa dicano i credits... All'inizio ero molto generoso con i credits, ma in realtà tiravo io le fila. Comunque loro [Nash e Bernstein] hanno fatto gran parte del lavoro per questo progetto.

Ti sei divertito nel riascoltare la tua vecchia musica?
Non vorrei mai doverlo rifare. Ci sarebbero probabilmente un altro paio di cd che si potrebbero estrarre dal materiale che abbiamo, ma quattro cd sono già eccessivi. Inoltre la casa discografica non pagherebbe.

Non hai sfruttato i soliti critici rock per le note del booklet.
Ho proibito l'intervento di qualsiasi giornalista rock. Con Michael Garcia ho imparato a suonare il blues, da adolescente, lui era circa 18 mesi più vecchio di me, e ha fatto carriera nei servizi governativi. Mi ha fatto per un po' da manager appena rientrato dal Vietnam. Siamo rimasti amici per tutta la vita. E' uno scrittore meraviglioso. Il dr. Levitan (scrittore del New York Times), non sapevo fosse così ben informato. E' uno stimato neurologo, psicologo, audiologo. Ha scritto il libro This Is Your Brain on Music: (The Science of a Human Obsession). E' piuttosto denso se sei nuovo sul tema, ma se riesci ad andare avanti ti spiega un sacco di cose su di te. Sfortunatamente è stato deciso che l'articolo di 600 parole di Dan Shaughnessy (giornalista sportivo del Boston Globe) era da lasciar fuori. Ma il booklet è anche troppo spesso, cade fuori dalla confezione!

Il brano più vecchio dell'antologia è "Travelin'", che hai composto a 17 anni quando vivevi in Costa Rica. A cosa hai pensato quando hai risentito quella canzone?
Oh Dio, ero scioccato! La canzone di per sé è stupida, ma era tutto ciò che conoscevo, spostarmi da un posto a un altro. "Signore" è usato più come aggettivo che non in senso religioso. Ma la cosa che più mi ha sconvolto è il mio stile di finger-picking, che è emerso quasi completamente quando stavo in Costa Rica. Dopo i compiti non avevo nient'altro da fare se non chiudermi nel bagno - era piastrellato in modo molto carino - e suonare la chitarra acustica.

La tua famiglia si spostava molto quando eri giovane. Questo fatto come ha influenzato sulla tua visione del mondo?
Andare in America centrale a quell'età mi ha aperto la mente. Ma mi ha anche fatto perdere la mia rock band. Sarei stato un chitarrista migliore sull'elettrica, molto più velocemente! Non ho avuto nessun buon risultato sulla chitarra elettrica fino a 50 anni! Ma è stata un'esperienza veramente costruttiva. Quando ci siamo dovuti spostare di nuovo mi è dispiaciuto.

Ma deve aver cambiato la tua visione del mondo.
Sì. Anche avere una zia professoressa di storia lo ha fatto. Tutt'ora è molto rispettata alla Southern Illinois University. La mia prima esperienza con la vera storia è stata questa. Ero alla fattoria in cui si era ritirata, sono salito nell'attico e ho visto che aveva ogni singola copia del Time Magazine sin dall'inizio, ed eravamo negli anni 50. Ho appreso tutto del mondo attraverso il Time. Allora gli articoli erano molto belli. Mio nonno era un insegnante di scuola. [...] Adoro leggere, e anche questo ha influito tanto quanto lo spostarsi. Oggi funziona che si sta fermi in un posto. Tutte le informazioni le si possono avere fermi nel proprio salotto. Ma devi stare attento a quello che ti capita sottomano. C'è un sacco di immondizia là fuori. [Tossisce] Fox News!

Hai dato il nome al box come la famosa canzone di CSNY.
In mancanza di un titolo migliore, detto francamente. C'era uno slogan inglese in tempo di guerra: "stai calmo e vai avanti". Da lì presi il titolo, "Vai avanti, non fare di te stesso un gran casino". In pratica è il mio atteggiamento. Non voglio incasinare troppo le cose. E non vado in giro pavoneggiandomi, non sono fatto così.

Ci sono diverse persone che sono state introdotte due volte nella Rock And Roll Hall of Fame, ma tu forse sei l'unico a cui è successo in un'unica serata [nel 1997 sia i Buffalo Springfield che Crosby Stills & Nash vi furono introdotti]. Quella sera sembrava che tutta quell'attenzione ti mettesse a disagio.
Devo ammetterlo, il motivo è stato Neil Young che non si è presentato, facendomi girare le palle. Non riuscivo a capire perché si era rifiutato di venire. Nessuno lo avrebbe fatto! Mi lascia sempre esterrefatto. Questa è anche la ragione per cui il tour dei Buffalo Springfield non si ripeterà mai più, c'era troppa attesa, ed è anche diventato troppo dispendioso. Per me.

Be', così sei tornato con David e Graham, che hanno subito modificato il loro Crosby/Nash tour nel Crosby, Stills & Nash tour.
Non sono mai stato così soddisfatto come il primo giorno delle prove per quel tour. "Potrei riavere indietro il mio lavoro?"

Una cosa che ho imparato dalle ricerche su questo box set è che hai iniziato come batterista. Perché sei passato alla chitarra?
Se non ti preoccupi di una batteria, puoi avere una bella macchina. Era una spina nel fianco! In parte è stato per questo. L'altra parte perché mi sono innamorato di Chuck Berry, e io insieme a Michael Garcia volevamo imparare a suonare come lui, Jimmy Reed, Muddy Waters, Elmore James e tutti questi bluesman. Suonavamo sui loro favolosi dischi di blues.

Quindi, quant'è difficile essere il batterista di Stephen Stills, dal momento che tu stesso eri un batterista?
Non è per mezze tacche. Devi avere esperienza e pazienza.

Suoni mai la batteria, oggi?
Il tempo mi ha portato via un po' di questa passione. Cerco di non farlo per non dividere me stesso, come quando vuoi essere capace di fare una cosa. Nel box c'è un punto in cui sono alla batteria, ma si è resa necessaria un po' della magia di Pro Tools.

Quali sono le parti del box che preferisci?
Non voglio neanche iniziare a rispondere. Non recensirò me stesso.

Ok, allora parliamo del tuo ultimo gruppo, The Rides, con Kenny Wayne Shepherd e Barry Goldberg. Come hai contattato Kenny Wayne?
Abbiamo scritto alcune canzoni blues con Barry Goldberg, e avrei dovuto conoscere Kenny già da un decennio. Per me lui era il ragazzetto biondo amico di Jim Irsay (il proprietario della Colts Indianapolis), non ho mai capito il suo nome per colpa del mio udito che è pessimo. Il mio manager Elliott mi ha detto che John Mayer non poteva partecipare alla nuova band, per via di problemi alla voce, quindi mi ha proposto Kenny Wayne Shepherd. Non avevo idea di chi fosse - sai, sto andando verso i 70, sto diventando incapace. Poi ero al Casinò, mi sono voltato e c'era un cartellone che diceva "Il prossimo weekend Kenny Wayne Shepherd" e io, "Oh, allora è lui!". E' un tipo così elegante e uno dei più rispettati nello show business. Il disco lo abbiamo fatto in sette giorni, e l'ottavo abbiamo messo in piedi i mixaggi. E' stato istantaneo. Lui ha portato il batterista Chris Layton, che suonava da Dio. Io ho portato il bassista, Kevin McCormick da CSN. E' stato un matrimonio fatto in paradiso. Tutto è riuscito al massimo in tre take.

Stai lavorando al box set di CSNY?
No, lo ammetto. Non posso rivivere quei tempi. Adesso il compito spetta a Pro Tools.

C'è niente che mi puoi dire dell'album di CSN che era nei piani, quello prodotto da Rick Rubin?
No! Non ci voglio pensare. Ma non ho niente contro Rick Rubin.

Brian Ives, Radio.com (2013)

***

C'è un nuovo cd+dvd live di Crosby Stills e Nash in uscita. Avremo anche un nuovo album?
Sì, c'è un dvd live. E' già pronto per uscire. Un album? Non ne abbiamo neanche finito uno, non penso ne faremo un altro. [...] E c'è anche un mio box set in arrivo. Ecco, guarda... [Va nell'altra stanza e torna con 4 cd]. La mia carriera.

Wow, incredibile. C'è tantissimo materiale - diverse cose inedite, anche.
Sì. Dovevano essere tre dischi, ma non volevo farlo di nuovo quindi ho detto di aggiungerne un quarto. Questo, più Pieces dei Manassas e Just Roll Tape, è essenzialmente il mio materiale inedito d'inizio carriera. Delle cose rimaste fuori non mi importa. Lì c'è un brano che risale a quando avevo più o meno 16 anni e vivevo in Costa Rica, registrato per Voice of America.
Andai nell'appartamento di quel tizio, tutte le pareti erano coperte di apparecchi per ascoltare e registrare - molto più di quello che serve a una stazione radio. Mi registrò mentre eseguivo questo brano. La canzone di per sé è penosa, ma l'arpeggio alla chitarra è già maturo, come lo faccio adesso - il modo migliore per trascorrere un'ora! [Ride]

estratto da Musicradar.com (2012)

***

Com'è cambiato il tuo stile musicale nel corso degli anni?
Penso sia migliorato. Ho avuto molte occasioni per migliorare. In ogni tour c'era un nuovo Stephen. Sono diventato più rilassato, so dove sto andando. La mia debolezza è sempre nell'anulare. E' palloso, perché c'è gente che con l'anulare fa il "bending" - Dave Mason per esempio. E' una di quelle cose, per il mio stile, che fa la differenza tra chi è professionista e chi è ancora principiante. Ma continuo a lavorarci. Con il procedere del tour, improvvisamente comincio a migliorare.

Suoni in modo diverso quando c'è un altro primo chitarrista?
Be', essere l'unico chitarrista è molto divertente. Lo preferisco. Devo dire che andare in tour con la mia piccola band di supporto è stato davvero soddisfacente, perché potevo fare praticamente tutto io. E anche perché quando non c'è Crosby posso parlare, e scopro di essere ancora divertente. [Ride] Ma mi piace suonare con altri chitarristi se sono bravi, passionali e non ipersensibili. E' un'arte quella di duettare con un altro chitarrista. In effetti fu Eric Clapton a mettermi su questa strada. Disse, "sta tutto nelle maniere. Non puoi decapitare gli altri". Ho sempre capito che non è una competizione. Molta gente ha questa brutta idea che io e Neil eravamo sempre in guerra per avere il titolo di prima chitarra. Forse davamo quest'idea quando cercavamo di sovrapporci l'un l'altro, ma non era affatto così.

Come ha influenzato Neil il tuo stile, e viceversa?
Ci siamo influenzati reciprocamente, e molto. Di sicuro io ho imparato certi trucchi da lui. E' così sottile, e gli viene di natura. Anche Crosby mi ha influenzato alla chitarra.

Qual'è il tuo approccio alla chitarra acustica piuttosto che alla elettrica?
Be', una è più rumorosa. [Ride]

Li ritieni due strumenti diversi?
Assolutamente. Così come le canzoni acustiche ed elettriche - sebbene la prova del nove per una elettrica sia la sua resa in acustico, il che ti fa registrare delle ottime out-takes per il box set.

Su cui stai lavorando ora.
Ed era ora, no? Non voglio finire la benzina, sparire e dire: "Fatelo voi!". Quindi finché ho energia dico: "Fanculo, fatelo voi che poi io vengo a controllare!" [Ride]

Perché hai deciso di far uscire Just Roll Tape?
Abbiamo trovato quei nastri e tenerli per noi sarebbe stato da scellerati, a parte i farfugliamenti inumani e delle false partenze. Ho attentamente selezionato quattro cose da lasciar fuori, perché erano orribili, e ho pubblicato il resto. Mi piace la sua freschezza. La mia voce ora è più profonda, robusta e ricca, allora sembravo proprio un ragazzino.

La tua voce è molto alta su questo disco.
In effetti riesco ancora a cantare "Helplessly Hoping" con la stessa scala, ma non "Suite". L'abbiamo calata qualche tempo fa per semplice necessità fisica. Ero insieme a Tony Bennett in attesa di Bill Clinton a un evento di beneficienza negli anni 90. Clinton era terribilmente in ritardo, più in ritardo di quanto possa essere in ritardo una rockstar. Comunque, avevamo 45 minuti da soli, e Tony mi disse di non aver mai avuto problemi ad abbassare la scala delle canzoni, e di non aver mai avuto paura di usare un TelePrompter. [Ride] Era il segreto di una lunga carriera. Ho scoperto che era vero in entrambi i casi.

Stai usando un TelePrompter sul palco, oggi?
L'anno scorso è diventata una necessità, perché avevamo tutte queste canzoni appena scritte da Neil e non c'era verso di ricordarsi tutte le parole [CSN&Y hanno portato in tour nel 2006 l'album Living With War di Young]. Di solito non leggo le parole, ma lancio un'occhiata per esser sicuro di dove sono, così non devo andare da Graham e chiedere, "L'abbiamo già cantata la seconda strofa?" Dopo aver suonato "Southern Cross" innumerevoli volte, non mi serve il testo, ma d'altra parte qualche volta capitano momenti di senilità.

[...] Stai componendo, di recente?
Componendo? E che vuol dire?

Sai, scrivere qualcosa con carta e penna...
Ho alcune cose in corso d'opera, in effetti. Ma i figli - è arrivato anche il terzo e ultimo - richiedono attenzioni. E quando sono in tour, sono esausto, finito il concerto voglio chiudermi sul bus, leggere, e non sentire rumore per diverso tempo. Quindi non concludo molto, ma ci sono alcune cose in cantiere che aspettano la mia attenzione. In più, occasionalmente qualche altro artista attrae la mia attenzione. La sai quella che dice che il buon cantautore prende a in prestito, e il grandioso cantautore ruba? Ascolto qualcosa, ci suono sopra, la rigiro alla rovescia e la faccio mia. Un paio di anni fa ho scritto una canzone che è talmente simile a una di Dylan che mi sentivo di dovergliela accreditare in parte. Lui ha rifiutato. Ha detto: "No, non mi devi far entrare in quella canzone. Chissà io a chi la ho rubata?" [Ride] Il vero Bob Dylan è così. Quindi sì lo sono, no non lo sono. Ma ora che il mio udito si è ristabilito, penso che suonerò ogni giorno.

Qual'è il tuo approccio allo scrivere una canzone oggi?
Se solo mi metto a suonare un minuto, senza disturbi, chiudendo la porta, qualcosa viene fuori. Molta gente dice che così si scrivono le brutte canzoni, ed è vero. Ma io penso che scrivi quelle veramente brutte quando sei ubriaco. [Ride] Perché le vuoi finire subito e registrare, quindi tieni le prime parole che ti vengono in mente. Ecco una buona ragione per smettere di bere.

Ricordi la prima volta che hai avuto una chitarra nelle tue mani?
Mmm. In effetti era un ukulele baritono che apparteneva a un bambino della mia strada. Io avevo una batteria e un pianoforte, a quel tempo. Mio padre mi comprò la batteria perché qualcuno gli aveva dato delle bacchette [...].

Ti mantieni allenato sulla chitarra?
Ammetto di essere pigro. Sto strimpellando la Stratocaster ultimamente, ma non c'è niente in vista almeno per un po'. Comunque, chissà... Continuerò a dedicarmici.

Chris Neal, Performingsongwriter.com (2006)
traduzione: staff Rockinfreeworld

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