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The Oral History: Toast, 2001 (inedito)

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Neil Young: Stavo registrando un album con i Crazy Horse in un vecchio studio chiamato Toast nell'area [di San Francisco, ndt] chiamata SoMa [….]. Lo studio era in vendita quando c'eravamo noi e sembrava che non sarebbe rimasto ancora a lungo. Tutto sembrava temporaneo, anche i Crazy Horse. Le cose non andavano bene in studio. Sebbene ci fosse qualche grande momento e la musica fosse molto sentita, non era allegra nĆ© decisiva. Era capricciosa, jazzata. LƬ Coltrane ha inciso alcuni dei suoi primi classici e noi lo sentivamo. Usavamo la porta metallica che dava sul retro per prenderci alcune pause per fumare. Tutte le sere andavamo a un ristorante su Market Street e cenavamo insieme, poi tornavamo in studio e suonavamo un altro po', cercando di ritrovare la magia che sempre ci ha accompagnato. A metĆ  di queste sessions, abbiamo fatto un concerto in Sud America chiamato Rock in Rio […] per poi spostarci in Argentina. Il pubblico ci ha adorato. […] Quando siamo rientrati d...

(After) The Gold Rush - S. Frollano, F. Pellegrini - la nostra recensione

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(After) The Gold Rush - Stefano Frollano, Fabio F. Pellegrini - Arcana, 2015 Il libro di Frollano e Pellegrini ĆØ un'opera unica nel panorama letterario attinente a Neil Young, tanto italiano quanto estero. Per la prima volta a essere presa in esame ĆØ la poetica del cantautore canadese, il contenuto della sua musica e delle sue parole, per interpretarne il significato mediante la conoscenza dei simboli, espliciti o sottesi, che utilizza, e quindi comprenderne le radici. Gli autori infatti aprono il volume con un lungo viaggio nella cultura e nell'arte americana: dalla pittura rappresentativa della wilderness, alla fascinazione per la natura e il paesaggio della frontiera, alla rivoluzione musicale del Novecento, tra folk, blues, country, gospel, rockabilly e mille altri stili. Un background storico utile, per non dire essenziale, per apprezzare la portata del songwriting di Young, la cui vastitĆ  viene riassunta tramite brani selezionati con cura (e con le lyrics tradotte...

The Oral History: Silver & Gold, 2000

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Neil Young: Ho ripensato a Phil Ochs, Tim Hardin – tutti quei tizi che mi piacevano molto quando iniziai come cantautore e feci tante cose con quel sentimento da coffee-house. Devi solo scrivere, sederti e suonare per qualcuno – e ce l'hai. Non mancava niente. [1] […] Quando hai scritto questi pezzi, sapevi di volerli produrre cosƬ o hai provato in vari modi? Young: Molte di queste canzoni sono state scritte nell’ultimo paio d’anni, forse tre anni. E le ho registrate appena dopo averle scritte. I ragazzi che le suonano sono gli stessi su tutte, praticamente. Sono, ecco, i tipi giusti per questi pezzi. Stavo suonando cosƬ a quel tempo e – ho scritto due o tre pezzi e sono venuti – sono volati per tentare di fare questi due o tre pezzi e altri due o tre che giĆ  avevo e che avevo provato a registrare prima, senza usarli. Sai, ne ho diverse che indugiano nel limbo. Quindi ne ho aggiunte un paio e avevamo cosƬ diverse canzoni da suonare. Sono venuti per tre giorni e abbiamo sempli...

The Oral History: Year Of The Horse, 1997

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Come mai ha deciso che fosse giunto il momento per un disco e un film dal vivo? Neil Young: Il momento giusto ĆØ sempre il risultato di un incontro. Il tour con i Crazy Horse era andato bene, Jim aveva girato con soddisfazione. Un lavoro che meritava di rimanere. [1] ƈ stato lo stesso Young a suggerire [a Jarmusch] l’idea, dopo l'esperienza della colonna sonora per Dead Man e dopo che avevano fatto il videoclip per il suo brano “Big Time”. Jim Jarmusch: Young mi disse: “Guarda, pagherò io per farlo. Filma solo un po’ di roba e vedi se ti piace, e continueremo se ti piacerĆ , e se no la metteremo su uno scaffale da qualche parte.” Come potevo rifiutare? Era davvero una grande esperienza perchĆ© non c’era niente di stabilito. [4] Come definirebbe Year Of The Horse? Young: Come una foto di gruppo, come la Storia senza date. Noi non saremo sempre qui. Questa ĆØ un'altra prova della nostra esistenza. [1] Guardando il film, ĆØ affascinante vedere quanto i Crazy Horse ...

The Oral History: Broken Arrow e Dead Man, 1996

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Broken Arrow Neil Young: Spareranno merda su questo disco. Gli ho dato un bersaglio mobile – ha molti punti deboli e sarĆ  facile criticarlo... ƈ volutamente vulnerabile e incompiuto. Volevo prendermi qualche batosta senza David. [1] L’ultima volta che andai a trovare David Briggs era giĆ  molto malato. Gli chiesi cosa pensava che avrei dovuto fare con la mia musica. Lui mi disse: “Devi tornare alle origini, all’essenza, alla fonte di tutto. Questo ĆØ l’Anno del Cavallo”. [3] Il tuo nuovo album si intitola Broken Arrow, come una canzone scritta 30 anni fa per i Buffalo Springfield. Ti piace vivere nel passato? Young: Non ha niente a che fare con la nostalgia. Per anni e anni ho cercato di fare dischi che suonassero non completi, col risultato di attenuarne la rozzezza e l’autenticitĆ . Questa volta ho lasciato le canzoni cosƬ com’erano, ma non riuscivo a trovare un titolo. Mi sono chiesto: cosa significa questo album per me? Per me rappresenta il divertimento, la franchezza e la lib...

Bluenote CafĆØ: Rassegna Stampa

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(Ultimo aggiornamento Dicembre 2015) Recensioni italiane: Distorsioni  7 (su 10) Rootshighway :-) Artists and Bands Enzo Curelli Blog  8 (su 10) Discoclub Recensioni internazionali: Popmatters  9 (su 10) American Songwriter  **** (su 5) Independent  *** (su 5) Allmusic   ***1/2 (su 5) Metacritic : 7,3 (voto medio su 6 recensioni) La recensione di Popmatters: [...] Sebbene This Note's For You sia un po' claudicante, le performance dal vivo di Young in promozione all'album furono tutta un'altra cosa. Bluenote CafĆØ ĆØ una collezione live di grande intrattenimento che vince proprio laddove l'album era carente. La band di Young era infuocata, sera dopo sera. Bluenote CafĆØ include registrazioni da 11 diversi concerti tra novembre 1987 e agosto 1988. La raccolta venne compilata per essere pubblicata giĆ  nel 1988, poi Young la scartò in favore dell'album in studio, che fu un flop. 27 anni dopo i fan possono finalmente sentire quanto Neil Young ...

Neil Young & Bluenotes: Bluenote CafĆØ (Reprise Records, 2015)

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Una parte di pubblico e di critica non è mai stata disposta, né prima né adesso, a rivalutare la musica che Neil Young fece negli anni 80. Considerato un periodo non tanto (o non solo) sperimentale, quanto criptico e strafottente, il decennio viene bollato velocemente come trascurabile. La stessa cosa la stiamo vivendo nel presente: dopo il 2000, gran parte dei dischi del canadese hanno diviso pubblico e critica. C'è però una differenza fondamentale: mentre ora Young confeziona per lo più album a custodia di una posizione politica-sociale esplicita, utilizzando la musica come un veicolo a cui dare solo metà (ma talvolta è stato anche meno) del peso complessivo, negli anni 80 il cantautore-rockstar vagava tra identità musicali disparate ma tutte roots , da sempre alla base del suo songwriting, alla ricerca di emozioni istantanee o che potessero rappresentare ed esorcizzare situazioni personali ( Trans docet ). Una concentrazione e un'identificazione totale, dunque, con la...

Stefano Frollano e Fabio Pellegrini: (After) The Gold Rush (Arcana, 2015)

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In occasione del 70° compleanno di Neil Young la prossima settimana, il pubblico italiano vedrĆ  un nuovo libro dedicato al rocker canadese arrivare sugli scaffali delle librerie: si tratta di (After) The Gold Rush di Stefano Frollano e Fabio F. Pellegrini (Arcana Editrice). Un volume essenziale per l'appassionato, che si discosta da quanto pubblicato precedentemente. Siamo particolarmente orgogliosi della notizia perchĆ© gli autori menzionano il lavoro di Rockinfreeworld, in particolare la traduzione completa dei testi disponibile al portale NeilYoungTradotto . A settant’anni dalla nascita, e a quarant'anni da Zuma , Neil Young detta ancora i tempi. Autore, cantante, chitarrista, attivista, il musicista sigilla anno dopo anno, con la veemenza che lo contraddistingue da sempre, album e concerti, attivitĆ  benefiche e studi sul suono, invettive contro le corporazioni e soluzioni ecologiche. Un artista a tutto tondo che Stefano Frollano e Fabio F. Pellegrini o...

The Oral History: This Note's For You e il Bluenotes tour, 1988 (pt.2)

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A proposito della canzone "This Note's For You" Lettera di Neil Young a MTV [7] 6 luglio 1988 MTV, deficienti senza spina dorsale. Vi rifiutate di mandare in onda “This Note’s For You” perchĆ© avete paura di urtare i vostri sponsor. Per che cosa sta la 'M' di MTV, per music o per money? Lunga vita al rock. Neil Young […] Combattere le sponsorizzazioni non ĆØ un po' lottare contro i mulini a vento? Young: ƈ idealismo. Io ho dovuto cantare alle Budweiser Concert Series perchĆ© avevano raggiunto un accordo con il mio promoter e non c'era verso di tirarsi indietro. I soldi li hanno dati al promoter e cosƬ lui ha potuto pagare noi musicisti, ma io non ho fatto patti in prima persona con la Budweiser. Bevo Budweiser, ma non ĆØ il caso che sponsorizzi anche i miei concerti. Non ho intenzione di criticare chi accetta una situazione del genere, ma voglio salvaguardare il mio rapporto col pubblico. Ho una lunga relazione con la mia audience, e non vog...

The Oral History: This Note's For You e il Bluenotes tour, 1988 (pt.1)

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Neil Young: Un cambiamento nella musica era alle porte. Me lo sentivo nelle ossa. Ero in tour con i Crazy Horse in America [nel 1987, ndr], a suonare in arene all'aperto […]. La prima parte dello spettacolo era acustica, poi si passava all'elettrico, ma nel mezzo c'era una sezione di nuova musica a cui io mi riferivo, in privato, come Blue Horse. Quella parte di set consisteva in quattro canzoni nuove di stampo blues: “Big Room”, “This Note's For You”, “Ain't It The Truth” e “Don't Take Your Love Away From Me”. […] Nell'autunno del 1987, il nome Blue Horse […] divenne per la prima volta Bluenotes. Avevamo una sezione fiati piena d'anima, che mi fu presentata da Billy Talbot. Includeva Steve Lawrence, Claude Cailliet, Tommy Bray, Johnny Fumo, Larry Cragg (il mio tecnico della chitarra dai molti talenti), e il mio grande e versatile amico Ben Keith al sassofono. Suonammo dal vivo al Cocoanut Grove in Santa Cruz, una vecchia sala da ballo di fronte all...