Neil Young: American Stars n' Bars (Reprise, 1977)
Hey
Hey My My: vien proprio da esclamare, per citare Young, che
finalmente siamo (quasi) “out of the blue”. Da oggi infatti, dopo
un’attesa che è parsa eterna, sono finalmente disponibili sul
formato Compact Disc ben 4 album appartenenti all’era “classica”
del leggendario cantautore originario del Canada ma californiano
d’adozione, per ascoltare i quali fino ad ora era necessario
ricorrere ad usurate copie in vinile: si tratta del criticamente
super-acclamato On The Beach del 1974, del buon acustico Hawks &
Doves del 1980, del bislacco Re-ac-tor del 1981, e di questo
sottovalutato American Stars ‘n Bars, del 1977 (dal catalogo è
ancora assente il live del 1973 Time Fades Away, ma restiamo in
fiduciosa attesa). All’epoca dell’uscita di Stars’n’Bars, una
critica eccessivamente distratta dal contemporaneo movimento punk lo
stigmatizzò come altalenante esercizio di stile di un dinosauro
declinante; ed anche in seguito i fans di Young non hanno mai del
tutto apprezzato questo album che è un po’ un “taglia e cuci”
di sessions tenutesi in periodi di tempo diversi. Non si vuole qui
affermare che Stars’n’Bars rientri tra i capolavori di Neil Young
(che sono i 4 o 5 “soliti” noti) bensì, semplicemente, che si
tratta di un “buon” disco del cantautore canadese, e che vale la
pena di riscoprirlo. La prima cosa che salta agli occhi è lo scarto
stilistico tra la prima e la seconda parte dell’album. Il lato A è
registrato con i Crazy Horse e i Bullets nell'aprile 1977. Il lato B
contiene materiale inciso con e senza Crazy Horse tra il 1974 e il
1975. Raccontato così sembra un disco slegato e frammentario e
invece scivola liscio come un bicchiere di whiskey, ma non è proprio
così. Le 5 canzoni che aprono le danze, infatti, provengono da una
session di registrazione dallo stile country piuttosto rilassato, con
il contributo di amici di nome e spessore quali Linda Ronstadt e la
compianta Nicolette Larson, oltre ai fidi Crazy Horse. Si inizia con
la elegiaca “The Old Country Waltz”, il cui titolo esprime in
toto l’essenza del brano, per passare ad una meno riuscita “Saddle
Up The Palomino” (in cui sono in grande evidenza le voci corali di
Ronstadt e Larson), a “Hey Babe”, love-ballad che è d’obbligo
definire “bella”, alla melanconica “Hold Back The Tears”, per
finire sulla note più rockeggianti di “Bite The Bullet”, in cui
si incrociano magicamente il violino di Carole Mayedo e la chitarra
elettrica di Neil. Fin qui tutto omogeneo, tutto medio-buono. Con la
successiva “Star of Betlehem”, frutto di un’altra precedente
session, però si cambia passo: rientra infatti a pieni voti tra i
classici di Mister Young, possedendo quei caratteri di “deja vu”
e apparente semplicità che da sempre costituiscono tratti distintivi
della migliore produzione del Mr. di cui sopra. La successiva “Will
To Love” (da altra session solitaria), è semplicemente la migliore
canzone dell’album: Young dà l’impressione di essere sott’acqua
(voce filtrata) e sul punto di annegare, se non fosse per la sua
fortissima “will to love”. È una canzone lunga, lunghissima (e
verrebbe quasi voglia di dire “sperimentale”), ma non si patisce
affatto, potrebbe andare avanti per altri 7 minuti e lo accetteremmo
con gioia. Di “Like A Hurricane” – ancora con Crazy Horse ma
altra session ancora - c’è poco da dire: melodia struggente
travolta nei feedback più contorti e allucinati, è il tour de force
che sigilla l'epoca, quasi nove minuti di rimuginazioni e
nevrastenia, anche questa volta elettrico, anzi tanto elettrico da
rifare il verso a Hendrix. Nel corso degl’anni è entrato di
diritto nel repertorio “obbligato” dei concerti elettrici del
cantautore. Si chiude con “Homegrown”, breve filastrocca
riempitiva di scarso interesse. Non è il caso di tralasciarla,
quindi, questa ristampa rimasterizzata (molto bene, tralaltro, con
ogni suono al suo posto) di American Stars ‘n Bars, album
incoerente sul piano stilistico e privo di un concept unificante
(posseduto, ad es. da On The Beach), che vanta però tre-quattro
pezzi di livello assai elevato e altri quattro-cinque di pregevole
fattura. Non entrerà tra i 50, o 100, migliori dischi degli anni
settanta, ma è comunque un “grande” disco di Neil Young. Il che
non è davvero poco.
Salvatore Esposito, Rockinfreeworld
Salvatore Esposito, Rockinfreeworld
Come altri dischi del periodo, American Stars 'n Bars è riflette la prolificità di Neil Young nella seconda metà degli anni 70, l'accavallarsi troppo veloce di formazioni e progetti. Le sessions da cui provengono i brani di questo disco sono molteplici: i Crazy Horse ("Homegrown", "Like A Hurricane"), registrazioni soliste ("Will To Love", "Star Of Bethlehem"), un gruppo country istantaneo (tutto il lato A).
Molteplici, dunque, anche gli stili, dal cantautorale meditabondo di "Will To Love" e "Star Of Bethlehem", al country-folk (ben esemplificato da "Hold Back The Tears" e "Bite The Bullet"), a uno dei più elettrizzanti e celebri numeri dei Crazy Horse, "Like A Hurricane".
Disco spezzato a metà la cui seconda metà vale ben più della prima, che ci dà soprattutto un'idea del percorso curvilineo e sempre mutevole di Young in quegli anni: ad autentici capolavori accosta tentativi frutto di un momento, in collage più o meno riusciti.
Matteo Barbieri, Rockinfreeworld
American Stars'n'Bars (27 Maggio 1977 , Reprise MS 2261)
Neil Young
The Old Country Waltz* [2:58]
Saddle Up The Palomino* [3:00]
Hey Babe* [3:35]
Hold Back The Tears* [4:18]
Bite the Bullet* [3:30]
Star Of Bethlehem** [2:42]
Will To Love+ [7:11]
Like A Hurricane ++ [8:14]
Homegrown++ [2:20]
Prodotto da Neil Young & David Briggs con Tim Mulligan, eccetto ** Prodotta da Elliot Mazer
Neil Young
The Old Country Waltz* [2:58]
Saddle Up The Palomino* [3:00]
Hey Babe* [3:35]
Hold Back The Tears* [4:18]
Bite the Bullet* [3:30]
Star Of Bethlehem** [2:42]
Will To Love+ [7:11]
Like A Hurricane ++ [8:14]
Homegrown++ [2:20]
Prodotto da Neil Young & David Briggs con Tim Mulligan, eccetto ** Prodotta da Elliot Mazer
Registrato ai Quadrafonic di Nashville; ai Wally Heider Recoding Studios di Hollywood; Broken Arrow Ranch di Redwood City, CA, e agli Indigo Recording Studio di Malibu tra il 13 dicembre 1974 e il 4 aprile 1977.
(*) registrata nell'aprile del 1977, (**) Novembre 1974, (+) Maggio 1976 e (++) Novembre 1975.
Il Cast
(*) Crazy Horse (#2)Billy Talbot: bass
Ralph Molina: drums
Frank Sampedro: guitar, stringman
con l'aggiunta di
Linda Ronstadt: vocals
Nicolette Larson: vocals
Carole Mayedo: violin
Ben Keith: steel guitar
(**) Neil Young: acoustic guitar, harmonica, vocal
Emmylou Harris: vocal
Ben Keith: dobro, vocal
Tim Drummond: bass
Karl T. Himmel: drums
(+) Neil Young: tutti gli strumenti e voce
(++) Crazy Horse (#2)
Ralph Molina: drums
Frank Sampedro: guitar, stringman
con l'aggiunta di
Linda Ronstadt: vocals
Nicolette Larson: vocals
Carole Mayedo: violin
Ben Keith: steel guitar
(**) Neil Young: acoustic guitar, harmonica, vocal
Emmylou Harris: vocal
Ben Keith: dobro, vocal
Tim Drummond: bass
Karl T. Himmel: drums
(+) Neil Young: tutti gli strumenti e voce
(++) Crazy Horse (#2)