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Journey Through The Past - Rassegna Stampa


È stato definito da tutti un album da dimenticare. È la colonna sonora di un film autobiografico che non è mai stato messo in circolazione. Anche questo è un esempio dello strano modo di essere artista di Young. Sembra che abbia perso ogni senso di buon gusto, paranoico nel senso più negativo del termine e, forse, anche un po' megalomane (visto che l'album è addirittura doppio). Raccoglie brani tratti da jam-sessions ed altri della sua carriera trascorsa: da Crosby, Stills, Nash & Young ai Buffalo Springfield, sino agli Stray Gators. È molto evidente che il cantautore sta passando un momento di forte crisi: cambia il suo modo di agire e diviene sempre più introverso con gli altri. Harvest appare come un ricordo molto lontano anche se è stato pubblicato solo alcuni mesi prima.
Elia Perboni, Music 1982


Entro l’anno un nuovo disco di Neil Young: novembre ’72, è la volta di Journey Through The Past, un pasticcio compilato senza criteri omogenei che assomma materiale dei vecchi Buffalo, registrazioni live inedite di pezzi comunque già conosciuti in altre versioni e un brano mai apparso prima, “Soldier”. Journey Through The Past è anche la colonna sonora di un film folle e malato che porta lo stesso titolo; film interamente girato, interpretato e assemblato da Neil in prima persona, che vuole ribadire le sue concezioni sulla droga. “Ho voluto riflettere su come si modificano il mondo e le persone quando si cresce, si diventa grandi, si lascia la scuola: ci sono diverse vie da scegliere, qualcuno si butta sulla religione, altri sulla droga e io ho voluto metterle in parallelo per dimostrare che in fondo sono la stessa cosa”. Presentato al Festival di Dallas, nel marzo ’73, Journey Through The Past è accolto tiepidamente, accusato di presunzione, di eccessive ambizioni, di un certo ermetismo, di confusione ideologica: “Molti si sono scagliati sul mio film, i moralisti in prima fila, ma non ci sono scene di sesso, né violenza: il mio è un film che parla di religione, di droga, di musica e di politica”.
[…] È qui che comunque inizia il periodo più nero e disperato di Young, che oltre all’insuccesso del film, un responso che frustra pesantemente alcune sue ambizioni artistiche, perde due amici come Whitten e Berry per overdose e piomba in una crisi micidiale […].
da Enzo Gentile, introduzione a “Neil Young” (Arcana 1982)
 

Raggiunto l'apice del successo (Harvest conquisterà il n.1 sia negli Usa sia in Gran Bretagna), il cantautore di Toronto entra in una fase oscura, in cui la sua alienazione e il suo "mal di vivere" si acuiscono pesantemente, anche a causa delle morti per overdose di Whitten e dell'amico roadie Bruce Berry. Journey Through The Past (1972) e Time Fades Away (1973) riflettono inevitabilmente questa crisi, tra storie di droga e fantasmi di persone scomparse. Quest'ultimo album, registrato dal vivo con contributi dei soliti Nitzche, Crosby e Nash, riflette nelle sue nove composizioni inedite il crescente malessere del canadese, che qui comincia quel processo di "messa a nudo" della propria anima che troverà ampia realizzazione nei lavori successivi fino a Zuma.
ondarock.it


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