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Neil Young: Journey Through The Past (Reprise, 1972)


recensione di Salvatore Esposito

Journey Through The Past è la colonna sonora dell'omonimo film-documentario che Neil Young realizzo nel 1972 e che lo tenne impegnato per lungo tempo. Questo progetto cinematografico rivelatosi poi un grosso fiasco era subordinato all'uscita di questo Doppio LP, le pressioni per la pubblicazione venivano sia dai produttori holliwoodiani del film sia dalla casa discografica che avrebbe voluto sfruttare l'occasione per alimentare ancora di più il successo di Harvest. Purtroppo il film come la maggior parte di film rock di quegl'anni non ebbe alcun successo, perché frutto di una accozzaglia di immagini e suoni senza nessun senso e tutto ciò provocò anche una scarsissima distrubuzione nelle sale. A impressionare negativamente fu anche l'atteggiamento di Neil che fin dall'inizio sembrò interessarsi molto poco di questo disco, non a caso è uno dei pochi dischi a non essere ancora stato ristampato nonostante le recenti ripubblicazioni di On The Beach, American Stars N' Bars, Hawks & Doves e Re-Actor. Quello che rende questo disco estremamente inutile è che spesso i brani slegati dalle immagini del film perdono ogni valore, anche la loro scelta appare alquanto discutibile, dato che sembrano presi a caso da un immenso archivio, che con tutta probabilità contiene performance e immagini migliori e poi appiccicati senza un vero filo logico. Tutto trova però una spiegazione molto coerente nel fatto che all'epoca Neil era molto poco addentro all'argomento cinema, tuttavia pare si sia dedicato con grande amore e passione a questo progetto, il film successivo sarà Rust Never Sleeps e li sarà tutta un'altra storia. Il risultato finale risultò deludente anche per Neil Young, che ben presto abbandonò anche l'idea di difendere il suo progetto dedicandosi a Times Fades Away. Tuttavia scavando in questi ritagli mal disposti di una autobiografia assurdamanete poco cinematografica, si possono recuperare le tracce per un viaggio frammenti della vita artistica di Neil Young ma anche di Buffalo Springfield e CSN&Y. Non c'è nessun brano particolarmente interessante a parte l'inedito Soldier, una solida ballata pianistica datata 1970 e una chilometrica e spettrale versione di Words, abbondano invece le inutilità extra Young che vanno dal tema del Re dei Re cantato da uno strano e fastidioso coro gospel ad uno splendido estratto da Pet Sound dei Beach Boys. Anche i pezzi con Buffalo Springfield e CSN non brillano per grande qualità sia sonora che effettiva, fanno eccezione alcune alternate take da Harvest eseguite in studio con gli Stray Gators, che svelano qualcosa del Neil Young in studio, ma nulla di particolarmente trascendentale. Il tutto comunque è davvero mixato molto male alcune canzoni sono spezzate addirittura dai dialoghi del film, un esempio è la buona versione live full band di Alabama distrutta nel meglio da una intrusione della macchina da presa in studio, quasi fosse un flash back sulle session di Harvest. In sintesi è un lavoro inutile, interessante solo per gli Hard-Core Fan, e soprattutto molto difficile da reperire dato che non è stato mai ristampato come detto su cd.

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