Billy Talbot: il cuore dei Crazy Horse (intervista 2005)
di Salvatore Esposito e Francesco Lucarelli da JAM di Gennaio 2005
Billy Talbot: il cuore dei Crazy Horse
Il
breve tour italiano di Billy Talbot, bassista e fondatore con Ralph
Molina dei leggendari Crazy Horse, è nato dalla vecchia amicizia che lo
lega a Stefano Frollano e Francesco Lucarelli. Appassionati da sempre
del più classico suono californiano, i due sono autori di Crosby Stills
Nash And Sometimes Young, un'opera in tre volumi pubblicata da un
editore olandese. Quando Stefano e Francesco hanno pensato di
organizzare una serata in onore di Neil Young per il suo sessantesimo
compleanno, è stato quasi naturale tentare di coinvolgere Talbot, che ha
appena pubblicato un disco con la sua nuova band - Alive In The Spirit
World (Diesel Motor/Sanctuary) - e voleva passare un po' di tempo in
Europa. Di qui l'appuntamento romano del Jailbreak, le altre tre date
nella penisola e un breve giro in Olanda e Gran Bretagna. Billy Talbot
ha sfoderato una grinta e un'attitudine da cantautore, catturando
l'attenzione del pubblico con delle canzoni davvero molto belle. Voce un
po' roca, chitarra acustica e pianoforte. Non ci vuole molto a colpire
il cuore di chi ascolta se si ha qualcosa da dire. Dal set acustico di
Talbot e dal suo disco si capisce poi da dove vengano certe suggestioni
dei Crazy Horse con Neil Young, da dove arrivi - tanto per fare un
esempio - l'atmosfera di un capolavoro come Sleeps With Angels.
Consapevole della sua storia - ci ha regalato una commovente I Don't
Want To Talk About It, scritta dallo sfortunato Danny Whitten e tratta
dal primo e omonimo LP dei Crazy Horse - Talbot è stato così gentile da
voler scambiare due chiacchiere anche con noi. Lo ringraziamo ancora una
volta per la sua sensibilità e la sua cortesia.
Come mai tanto tempo per realizzare il tuo primo progetto solista?
In tutti questi anni ho messo ogni mia energia nei Crazy Horse e nella collaborazione con Neil Young. Ho sempre scritto canzoni, ma sono stato un po' troppo pigro con le mie cose, forse perché ero troppo preso dal gruppo. A un certo punto è diventato quasi indispensabile che io facessi ciò che volevo. Mi interessava molto il concetto di band. Quello che significa e il modo in cui agisce. Così mi sono concentrato sul mio gruppo e alla fine ho deciso che era arrivato il momento di mettere a frutto tutto quello che avevo imparato negli anni e di fare un mio disco.
Sei sempre stato il cuore e il leader dei Crazy Horse, ma ora puoi finalmente guidare apertamente una tua formazione.
In un certo senso è vero. Sono sempre stato l'istigatore all'interno dei Crazy Horse. Adesso faccio le mie canzoni e faro anche dei concerti da solo suonando piano e chitarra acustica. Ne sono molto felice.
L'ultimo disco dei Crazy Horse, Left For Dead, è uscito nel 1990. Possiamo aspettarcene un altro nei prossimi mesi?
Credo di no. Lavoreremo con Neil Young, ma non da soli. Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di suonare con la mia band. Con Neil faremo qualcosa più rock di Greendale, qualcosa di simile a Ragged Glory.
Qual è il tuo preferito tra gli album dei Crazy Horse?
Il primo, senz'altro. E subito dopo, a pari merito, Crazy Moon e Left For Dead.
Qual è il segreto della collaborazione tra i Crazy Horse e Neil Young? L'amicizia? La musica?
Persone che suonano insieme. Le persone sono ciò che conta veramente.
Come mai tanto tempo per realizzare il tuo primo progetto solista?
In tutti questi anni ho messo ogni mia energia nei Crazy Horse e nella collaborazione con Neil Young. Ho sempre scritto canzoni, ma sono stato un po' troppo pigro con le mie cose, forse perché ero troppo preso dal gruppo. A un certo punto è diventato quasi indispensabile che io facessi ciò che volevo. Mi interessava molto il concetto di band. Quello che significa e il modo in cui agisce. Così mi sono concentrato sul mio gruppo e alla fine ho deciso che era arrivato il momento di mettere a frutto tutto quello che avevo imparato negli anni e di fare un mio disco.
Sei sempre stato il cuore e il leader dei Crazy Horse, ma ora puoi finalmente guidare apertamente una tua formazione.
In un certo senso è vero. Sono sempre stato l'istigatore all'interno dei Crazy Horse. Adesso faccio le mie canzoni e faro anche dei concerti da solo suonando piano e chitarra acustica. Ne sono molto felice.
L'ultimo disco dei Crazy Horse, Left For Dead, è uscito nel 1990. Possiamo aspettarcene un altro nei prossimi mesi?
Credo di no. Lavoreremo con Neil Young, ma non da soli. Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di suonare con la mia band. Con Neil faremo qualcosa più rock di Greendale, qualcosa di simile a Ragged Glory.
Qual è il tuo preferito tra gli album dei Crazy Horse?
Il primo, senz'altro. E subito dopo, a pari merito, Crazy Moon e Left For Dead.
Qual è il segreto della collaborazione tra i Crazy Horse e Neil Young? L'amicizia? La musica?
Persone che suonano insieme. Le persone sono ciò che conta veramente.
Il Giornale, 2005