Poco dopo le 11, il vecchietto arriva con qualche minuto di ritardo e sorride chiedendo qualche minuto in più: "Ho degli huevos in arrivo", spiega. Poi si avvicina al pianoforte nell'angolo della sala. Non appena le sue mani toccano i tasti, la melodia che riempie la stanza è spezzata, giocosa, bella, inconfondibilmente sua, come se stesse firmando il suo nome su una lavagna: Neil Young è nell'edificio. Quell'edificio è lo studio Shangri-La di Rick Rubin, in cima a una collina che domina Zuma Beach. Oggi Neil Young indossa flanella scura, jeans grigio scuro e comode scarpe da ginnastica da passeggio, e un cappello nero sui suoi lunghi e fini capelli grigi. La spilla nella fascia del cappello dice "CANADA". Ha l'odore di uno che ha in tasca parte di uno spinello. Ha 77 anni meno una settimana e, visto di profilo, sembra il ritratto che userebbero se mettessero il volto di Neil Young sulla faccia di una moneta. Ha gli stessi occhi selvaggi di sempre, l
Vi presentiamo una curiosa classifica: gli album di Neil Young dal peggiore al migliore secondo Stereogum.com 35. LIVING WITH WAR Questo album vede il nostro eroe in versione hippie, come nell'altrettanto politico Greendale, che trasuda passione istantanea; c'è persino una canzone intitolata "Let's Impeach The President". Scritto e registrato in nove giorni, è il classico album spazzatura; urla il suo messaggio ma se ne fotte della musica. In una carriera fatta di strane svolte e decisioni artistiche al limite del surreale, questa non nemmeno stravagante da meritarsi una risata. 34. FORK IN THE ROAD Quello che avrebbe potuto essere un intrigante concept album sulla dipendenza dell'America dal petrolio, sulla miopia di chi governa, dell'ostinatezza contro il cambiamento, diventa... be', essenzialmente una manciata di canzoni che parlano di auto elettriche. La musica lascia ancora meno il segno dei testi, ed è difficile immaginare qualcuno c
(Ultimo aggiornamento 19/7/24) Qualche giorno fa, il sito ufficiale NYA ha rilasciato per i suoi abbonati una manciata di outtakes inedite , tra le quali spiccavano "New Mama" e "Last Dance" tratte dalle sedute di registrazione svolte al Broken Arrow Ranch nel dicembre 1972 da Neil Young con gli Stray Gators, cioè lo stesso gruppo di musicisti che l'aveva accompagnato l'anno prima per Harvest . Erano Ben Keith (alla pedal steel e al dobro), Jack Nitzsche (piano), Tim Drummond (basso) e Kenny Buttrey (batteria). Le sedute rimasero totalmente inedite, salvo per "Lookout Joe" che Young riciclò poi in Tonight's The Night . A essere incisa, a fine '72, fu l'ossatura di un nuovo disco che aveva già persino un titolo: Last Dance . Avrebbe dovuto essere l'antesignano, in versione studio, di Time Fades Away , il famigerato live album del 1973 fatto di materiale inedito e pura abrasività chitarristica. Tutto il contrario, insomma, di quel ch
Nell'agosto del 1971, Stephen Stills arrivò a Berkeley per le date conclusive del suo primo tour da solista e, a sorpresa, gli fece visita David Crosby. Solo un anno prima il pionieristico supergruppo folk-rock Crosby, Stills, Nash & Young era imploso in una bufera di alcol, cocaina, ego e triangoli amorosi. Quella sera, tuttavia, non ci fu alcun rancore. "Venne a trovarmi nel camerino prima dello spettacolo", ricorda Stills, che invitò prontamente il suo vecchio amico a unirsi a lui sul palco. "Gli dissi: facciamo The Lee Shore, e lui disse, va bene! Non l'abbiamo provata tante volte, e si vede, ma è così che andava all'epoca. Era fantastico". Il loro duetto appare all'inizio del nuovo album di Stills, Live at Berkeley 1971, tratto dalle registrazioni che l'ex chitarrista dei Buffalo Springfield ha recentemente portato alla luce durante un'escursione nel suo archivio. Oggi Stills ha 78 anni e mi parla in videochiamata dalla sua casa sull
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